Nuovi Archivi Nazionali di Francia

Creati durante la Rivoluzione francese, gli Archivi Nazionali conservano i documenti dei regimi politici che si sono succeduti dal VII secolo fino ad oggi. L’Archivio Nazionale preserva alcune pietre miliari della storia di Francia: i papiri merovingi, i processi dei Templari, il diario di Louis XVI, il testamento di Napoleone, la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, il giuramento del Jeu de Paume, le Costituzioni successive della Francia…

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La nuova sede degli Archivi di Francia (108,136 mq), a Pierrefitte-sur-Seine, porta la firma degli architetti italiani Massimiliano e Doriana Fuksas e dopo circa 3 anni di cantiere apre al pubblico.
Il progetto di Fuksas si compone di due ”corpi” principali: uno che si sviluppa orizzontalmente e l’altro con una tensione in altezza.

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Il primo, proteso verso la città, si compone di 6 volumi a sbalzo definiti ”satelliti”, che ospitano gli uffici, la sala conferenze (300 posti) e la sala espositiva. Le facciate, in gran parte vetrate, danno una leggerezza e una trasparenza all’insieme dei volumi, di diverse proporzioni, che si susseguono e si sovrappongono in ”sospensione” su dei bacini d’acqua.

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L’edificio che ospita gli Archivi (220 magazzini su 10 livelli) è un imponente monolite pensato come luogo dedicato alla memoria e alla ricerca, ospita i documenti d’archivio e la sala di lettura (160 posti). Le facciate del monolite sono rivestite da una ”pelle” di alluminio che percorre tutto il volume, fatta eccezione per alcune inserzioni vetrate che consentono l’apporto di luce naturale nella sala di lettura e nel percorso d’ingresso. I bacini si inseriscono sia tra l’edificio degli Archivi e i volumi ”satelliti” che ai piedi di questi ultimi. Alcune passerelle che li sovrastano creano una connessione tra i diversi volumi.

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Le facciate di entrambi i ”corpi” seguono una geometria a losanga che si ripete sia nel rivestimento in alluminio dell’edificio degli Archivi che nelle facciate in vetro dei volumi ”satelliti”.
Lo sculture Antony Gormley ha firmato uno dei tre interventi artistici. L’opera di Gormley si staglia tra il monolite e i volumi ”satelliti”. Un prezioso oggetto scultoreo che si solleva, come a trarne forza, dal velo d’ acqua sottostante, e che snodandosi tra le facciate del complesso architettonico ne ridisegna il rapporto tra gli spazi in chiave contemporanea. Le facce geometriche che articolano l’opera lungo il suo passaggio danno vita alla struttura di una concatenazione di dodecaedri, che si riflette e si proietta tra il bacino d’acqua e le superfici specchianti dei volumi.

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