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Nomisma-Federcasa la grave situazione in cui versano moltissime famiglie italiane che subiscono una condizione di forte disagio abitativo, e che sono prossimi alla morosità e alla marginalizzazione sociale. Si tratta essenzialmente di italiani (stiamo parlando di circa il 65%), distribuiti sul territorio in maniera più omogenea rispetto a quanto le recenti manifestazioni spingerebbero a far pensare, che non sono in grado di coprire le rate dell’affitto, che incombe sul reddito familiare per oltre il 30%. Se non vi sono dubbi che il fenomeno risulti più accentuato nei grandi centri, dall’analisi non sembrano emergere zone franche, con una diffusione che interessa anche capoluoghi di medie dimensioni e centri minori. La presenza di edilizia pubblica in Italia è completamente insufficiente, e permette di salvaguardare poco più di 700.000 nuclei familiari, vale a dire 1/3 di quelli che versano in una situazione problematica. Rispetto al totale degli alloggi gestiti in locazione (circa 758 mila), nel 2013 risulta regolarmente assegnato l’86% degli alloggi su tutto il territorio nazionale (circa 652mila alloggi), mentre la restante quota del 14% risulta non assegnata o perché sfitta o perché occupata abusivamente. Nomisma, che insieme a Federcasa ha svolto nel 2015 un’indagine su questo spinoso argomento, ha coinvolto un gruppo di Aziende per la Casa distribuite su tutto il territorio nazionale, e l’istantanea degli aventi diritto ad un alloggio di edilizia residenziale pubblica vede una significativa presenza di cittadini italiani (88,3%) e la tipologia più ricorrente è rappresentata da persone sole o nuclei di due componenti. L’età della persona di riferimento del nucleo familiare è tendenzialmente alta (il 28,3% supera i 75 anni, il 19,6% è compreso tra 65 e 75 anni) e ha un reddito molto basso (il 44,4% guadagna in un anno meno di 10.000 euro). I tempi di permanenza negli alloggi di ERP sono abbastanza alti: il 49% vive lì da oltre 20 anni, il 28% da oltre 30 anni. Da un confronto tra gli utenti ERP (i dati sono stati forniti a Nomisma dalle Aziende per la Casa che hanno aderito all’indagine) e la tipologia di domande accolte in graduatoria si evidenzia una domanda inevasa più sbilanciata verso i nuclei stranieri (37,3%), i nuclei pluri-componente (la percentuale arriva al 34,5% se si considerano le famiglie composte da 3-4 persone), i nuclei non anziani (con percentuali del 31,6% se si considerano le persone di età compresa tra 35 e 45 anni). Contro la totale inadeguatezza delle istituzioni, Luca Dondi – Direttore Generale di Nomisma, sottolinea “Una risposta seria, convincente e necessariamente pubblica al tema del disagio abitativo dovrebbe rappresentare un obiettivo ineludibile di un’azione di governo effettivamente riformatrice. A ciò si aggiunga che, a conti fatti, le ricadute in termini di attivazione economica di un ipotetico piano casa potrebbero rivelarsi meno deboli e labili di quelle destinate a scaturire dagli sgravi fiscali sull’abitazione principale di cui beneficeranno i proprietari a partire dall’anno prossimo. Ma se l’eventuale gap in fatto di crescita può essere tema di discussione, la differenza in termini di equità delle due opzioni è di tutta evidenza”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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