Salva Casa: criticità e prospettive. Il punto di vista dei tecnici comunali (UNITEL) in 7 punti 14/10/2024
Risale al XIV secolo (ma del primo insediamento si ha notizia fin dal XII secolo) uno dei borghi più belli delle colline trevigiane: la secolare residenza dei Conti di Collalto e San Salvatore sorge maestosa sulla cima di una collina, con le sue torri (bellissime la Torre dell’Orologio e la Torre Cavallerizza) e le mura ghibelline. Un primo ampliamento del Castello si deve a Rambaldo VIII, che regnava nel 1323, mentre il suo erede Schenella V costruì la seconda cinta muraria, a racchiudere un’area di ben 32.000 metri quadrati, con 425 metri di mura interne e 840 di mura esterne. Al Castello si accede attraverso un portale in stile neoclassico sormontato da un frontone triangolare a coronamento del quale spicca lo stemma dei Collalto, inquadrato di bianco e nero e, superata la Chiesetta di San Giovanni Battista, si sale verso la residenza, oggi diventata un esclusivo resort, che comprende un’ampia sala, utilizzata per convegni ma anche come Salone delle Feste in occasione di matrimoni, e un appartamento di vaste dimensioni al terzo piano. La ristrutturazione del Castello, dopo il restauro conservativo del periodo post-bellico, è iniziata nel 2000 e si è conclusa nel 2004, restituendo all’antica dimora il fasto di un tempo. Per garantire il massimo del comfort con un sistema non invasivo, invisibile ma efficiente, si è scelto di riscaldare il palazzo con pannelli radianti a pavimento. “Abbiamo scelto il sistema di riscaldamento a pavimento – racconta l’ing. Filippo Giustiniani, Direttore dei Lavori, con studio a Bassano del Grappa (VI) – perché era la miglior soluzione possibile, da un lato per motivi estetici e dall’altro per i consumi, che vengono ridotti rispetto ai sistemi tradizionali. Si è potuto realizzare questo tipo di riscaldamento perché abbiamo trovato un Palazzo gravemente danneggiato dagli eventi bellici del 1915-18, ricostruito al grezzo negli anni ’50 e quasi completamente privo della pavimentazione originaria in terrazzo alla veneziana. Il motivo estetico è visibile: ingombranti radiatori avrebbero senza dubbio tolto fascino alla bella architettura dei saloni. L’ampiezza dei locali non è l’ideale per l’installazione di corpi scaldanti a parete, alcune zone restano più fredde di altre: meglio scegliere l’uniformità dei pannelli radianti. Con i sistemi tradizionali, l’acqua di mandata ai radiatori avrebbe dovuto raggiungere alte temperature, circa 70-80° C, per riscaldare a sufficienza, con un notevole dispendio energetico. Inoltre, con il riscaldamento a pavimento si evitano movimentazione di polveri e anche antiestetici “segni” che di solito appaiono con i radiatori sulle pareti.” Il sistema utilizzato per realizzare questo impianto è COVER di RDZ, composto dagli omonimi pannelli isolanti in polistirene espanso stampati in idrorepellenza rivestiti da un’apposita pellicola in materiale plastico. Lo spessore isolante dei pannelli COVER è 30 mm, sono inoltre dotati di incastri per il corretto posizionamento della tubazione RDZ-CLIMA in PE-Xc diam. 17-13, il tutto a formare un sistema di riscaldamento a pavimento che utilizza acqua a bassa temperatura per riscaldare la soletta del pavimento e di conseguenza gli ambienti. Per quanto riguarda l’installazione del sistema, curata da Granzotto Impianti di Susegana (TV), si è provveduto a collocare (in posizione “strategica”, soprattutto nel sottoscala) ben 18 collettori di distribuzione, dotati di testina termoelettrica, a servire le 17 zone in cui è stata suddivisa la superficie da riscaldare (3 collettori servono il salone che, da solo, misura 250 metri quadrati!). Tutti i collettori sono controllati da un PC e la telegestione garantisce il continuo controllo di tutto l’impianto, con un software dedicato. Le caldaie, 6 di 360 Kw di potenza ciascuna, sono state posizionate in cantina: funzionano a seconda della necessità richiesta, e ogni caldaia si “autoregola” per la temperatura dell’acqua di mandata (di media, intorno ai 32° C), grazie alle sonde esterne ed interne. “Abbiamo dovuto superare alcune difficoltà, dovute a differenti spessori e discontinuità del basamento: con l’aiuto della Soprintendenza, rispettando la struttura originaria, tutto è stato realizzato a regola d’arte, scegliendo in alcune aree di posizionare del feltro prima della rete – dice Roberto Rigo, responsabile dell’installazione – la base è in cemento e polistirolo”. La posa dei pannelli e della tubazione è stata curata da ESA Service. Il massetto in cemento è stato riscaldato per favorirne l’assestamento, successivamente si è posato un pavimento alla veneziana. “Grazie a questo sistema – dice l’ing. Giustiniani – siamo riusciti ad ottenere una ripartizione uniforme del calore nei vari ambienti, con un alto grado di comfort e benessere per le persone. In presenza di volumetrie elevate e soffitti molto alti, con relative problematiche di stratificazione dell’aria calda verso l’alto, questo tipo di impianto a pavimento si è rivelato la soluzione ideale.” Un altro problema era rappresentato dalla discontinuità nell’utilizzo di questa parte del Castello, ma anche d’inverno, mantenendo la temperatura minima a 12 gradi, tutto l’ambiente raggiunge in circa 24 ore la temperatura ideale. Per ulteriori informazioni sui prodotti www.rdz.it Consiglia questo comunicato ai tuoi amici