AI e ambiente costruito: l’intelligenza artificiale può aiutarci a decarbonizzare il settore edile? 26/06/2024
Il Museo realizzato su progetto dell’architetto francese Jean Nouvel – che a Parigi ha progettato anche l’Istituto del Mondo Arabo e la Fondazione Cartier per l’arte contemporanea – rappresenta una “casa per gli oggetti, che, con il loro potere emozionale, dialoghino tra loro e con i visitatori”. Non un museo occidentale, dunque, ma un “contenitore per ospitare i territori dell’altro”. Il progetto è il risultato di un concorso del 1999, voluto dal Presidente francese Jacques Chirac, per la creazione di un museo dedicato alla storia delle culture extraeuropee. Con oltre 200 milioni di euro investiti, il Musée de Quai Branly, si estende su una superficie di 76.000 m² di giardini esotici e costruzioni ultramoderne, in cui 30 “scatole” multicolori servono da spazio espositivo per l’interno del museo. L’architetto francese dice di aver voluto creare un edificio “libero da tutte le forme occidentali”. Perciò niente ringhiere, scale o corrimano; tutto è immerso nella penombra. La collezione ospitata dal Musée du Quai Branly, divisa nelle quattro grandi aree geografiche, conta 300.000 pezzi, 3.500 ora esposti permanentemente, e comprende una parte proveniente dal Musée de l’Homme e tutta la collezione finora appartenuta al Museo delle arti africane e d’Oceania. Il buio percorso centrale, che Nouvel chiama il “serpente”, si snoda attraverso il suo parco tematico. Maschere, statue, oggetti tribali di ogni tipo alla scoperta di valori delle civiltà d’Africa, Oceania, Asia e delle Americhe, riuniti come archivio di reperti che conservano la memoria del passato coloniale francese. L’idea alla base del progetto è di far compiere al visitatore un viaggio ideale di scoperta, all’esterno vi è infatti un vero e proprio “saccheggio” del paesaggio parigino. Il giardino che si estende sotto il museo, ricco di piante provenienti da tutto il mondo, rappresenta appunto un invito al viaggio. Sul lato Senna si estende una palizzata di vetro alta 12 metri e lunga oltre 200 che dona armonia e respiro alla costruzione. Proseguendo lungo il percorso, si può vedere riflesso l’ectoplasma della Torre Eiffel collocato in una vetrina virtuale. Gli spazi interni si completano con il teatro all’aperto, che prevede programmi di musica e danze, legate agli eventi in corso, e il tetto a terrazza con il ristorante da cui si vedono la Senna e la vicinissima Torre Eiffel. In questo contesto internazionale di scambi culturali fra civiltà e di opere primitive e moderne d’arte, HOPPE non poteva che essere presente con le proprie maniglie. Nell’immagine la maniglia in acciaio satinato della serie Cortina utilizzata nell’intervento. Consiglia questo comunicato ai tuoi amici
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