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A cura di: Tommaso Tetro Dissesto idrogeologico e fragilità del suolo, trasporti pubblici e mobilità. Sono questi, tra gli altri, alcuni dei grandi temi attraverso cui l’Istat disegna una mappa delle grandi città italiane in un rapporto ad hoc. Il documento dell’Istituto di statistica ‘Profili delle città metropolitane‘ mette fuoco diversi ambiti delle 14 aree urbane più importanti del Paese. Le dinamiche chiave nelle 14 città metropolitane Le città metropolitane sono 14 e comprendono 1.268 Comuni, pari al 16% dei Comuni italiani: per oltre la metà si tratta di Comuni con meno di 5mila abitanti, un terzo rientra invece nella fascia da cinque a 20mila, l’11% da 20 a 50mila abitanti, e il 3,5% ha una dimensione superiore a 50mila abitanti. L’estensione complessiva è di 46.637 chilometri quadrati (il 15,4% della superficie nazionale) in cui risiedono complessivamente 21,3 milioni di abitanti, pari al 36,2% della popolazione italiana. La città metropolitana più estesa è Torino, con 6.827 chilometri quadrati; la meno estesa Napoli, con 1.179 kmq. In cima alla classifica per densità abitativa c’è Napoli con 2.535 abitanti per kmq, in coda Messina con 185 per Kmq. Genova è la città che si presenta più vulnerabile. Negli ultimi 20 anni si registra una crescita di popolazione in sette Comuni su 10 ad alta e media densità di urbanizzazione; tra le città metropolitane spicca Roma (+14%). Ma nello stesso periodo viene rilevato un calo della popolazione in oltre sei Comuni rurali su 10; tra le città metropolitane prevale Messina (-8,8%). Gli anziani – quelli con più di 65 anni – abitano in prevalenza nei Comuni capoluogo. Tra le città metropolitane, Genova con 269 anziani ogni 100 giovani detiene il primato di città più vecchia, mentre Napoli 130 è la più giovane. Sono alti i livelli di istruzione nei Comuni capoluogo. Il primato va a Bologna, con 42 laureati ogni 100 residenti. La più bassa partecipazione attiva al mercato del lavoro (tasso di attività della popolazione di 15 anni e oltre) caratterizza la città metropolitana di Palermo (46%), tra i comuni capoluogo Napoli (47%). Bologna è anche la città metropolitana con la maggiore propensione femminile al lavoro, 51 donne ogni 100. La minore partecipazione attiva è nella città metropolitana di Napoli, 35 donne su 100. I livelli occupazionali (25-64 anni) più critici sono a Palermo. Tra i capoluoghi, a Napoli il dato più basso (38%). Milano è la città metropolitana con la più elevata densità imprenditoriale. Nel territorio metropolitano di Firenze la maggior vocazione alle industrie del settore della manifattura. Tra i capoluoghi, Milano ha il più alto valore di reddito per abitante pari a 23.202 euro; a Catania il valore più basso, 9.844 euro. Tra gli elementi che trasversalmente accomunano tutte le città, quelli ambientali sono i più caratterizzanti sia del territorio che del tessuto economico. Rischio idrogeologico in tutto il paese La considerazione dell’Istat è inizialmente di carattere ampio: “La maggior parte del territorio italiano è connotato da un diffuso rischio idrogeologico, connesso alla natura del territorio e alle attività umane che modificando l’aspetto originario ne intaccano la stabilità naturale, incrementando fenomeni erosivi e l’instabilità del suolo”. Siamo al 10,8% del totale della superficie. Nello specifico la città metropolitana che sta messa peggio è Genova. Segue Firenze con il 21%. Mentre tra le aree più esposte al rischio di esondazione c’è Bologna; subito dopo Venezia (il 29,2%). Oltre a Bologna, tra i comuni a maggior rischio idrogeologico c’è anche Catania. Molte delle grandi città si gonfiano e si sgonfiano nel corso della giornata per via dei pendolari e degli spostamenti. Milano, Bologna e Firenze sono quelle che segnano il maggior numero di spostamenti quotidiani per motivi di lavoro o di studio. Secondo l’Istat la popolazione residente che si sposta giornalmente è pari al 51% della popolazione totale delle città metropolitane. Le differenze più significative sono messe in evidenza dai divari occupazionali e dalla diversa distribuzione dei luoghi di lavoro o studio. Quindi a Milano si muove ogni giorno circa il 57% della popolazione. Mentre per esempio in tutte le città metropolitane del Sud i valori sono inferiori: a Palermo, Messina, e Reggio Calabria si spostano circa 42 persone ogni 100 abitanti. In media ci si muove di più all’interno dello stesso Comune (il 32,6% contro il 18,2% di quelli extra-comune). Ma a Roma e Genova, per esempio, i pendolari all’interno del Comune superano il 40% della popolazione; mentre in alcune città del Sud la mobilità al di fuori del Comune è piuttosto contenuta, non superando il 12%. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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