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L’edilizia sta vivendo una forte accelerazione verso modelli operativi digitalizzati. Dopo una lunga fase di sperimentazione, le analisi di PlanRadar, basate sull’esperienza di oltre 170.000 utilizzatori in 75 Paesi, dicono che nel 2026 il digitale diventerà sempre più parte integrante delle attività quotidiane di cantiere e della gestione immobiliare. Si passa dall’adozione tecnologica alla disciplina dei processi, con un impatto diretto su efficienza, sicurezza e valore degli asset costruiti. Le forze che stanno trasformando l’edilizia La filiera si trova oggi al crocevia tra esigenze di produttività, pressione sui costi, nuove regolamentazioni e un significativo ricambio generazionale delle competenze. La trasformazione del settore è legata a diversi fattori. Da un lato, l’instabilità dei mercati e la difficoltà nel reperire materiali hanno reso più complessa la gestione dei cantieri, imponendo alle imprese di rivedere pianificazioni e approvvigionamenti. Parallelamente, le nuove direttive europee stanno introducendo richieste sempre più stringenti in termini di tracciabilità dei dati, sicurezza e pratiche ESG, obbligando operatori e aziende a ridefinire procedure e responsabilità. A tutto questo si aggiunge la progressiva riduzione della manodopera qualificata, un fenomeno che impatta direttamente sui tempi di esecuzione e sulla capacità delle imprese di rispettare scadenze e programmi. Riforme, costi e sostenibilità Le recenti riforme europee richiedono tracciabilità avanzata, responsabilità dei processi e documentazione verificabile. In Italia, il Decreto-legge 159/2025 ha introdotto un approccio più rigoroso alla sicurezza e incentivi per chi investe in sistemi digitali di controllo e verifiche su appalti e subappalti. Negli ultimi anni la scarsità di materie prime ha innescato uno squilibrio crescente tra la domanda abitativa e l’accessibilità delle case. A livello europeo, i prezzi degli immobili sono aumentati del 53% tra il 2015 e il primo trimestre del 2024, un trend che trova riscontro anche in Italia. Qui la crescita è stata più contenuta (+16% secondo ISTAT), ma con dinamiche molto accentuate nei grandi centri urbani: a Milano, ad esempio, i valori sono saliti del 72% nello stesso periodo. Parallelamente, anche i costi di costruzione hanno registrato un incremento superiore al 20%, generando ulteriori pressioni sull’intero comparto immobiliare. Il PlanRadar Housebuilders Survey conferma questa percezione: quasi l’80% delle imprese ha rilevato un aumento delle spese e oltre il 70% individua nel costo dei materiali la principale criticità. La sostenibilità contribuisce a definire nuovi standard di mercato: gli edifici consumano il 40% dell’energia globale; producono il 30% delle emissioni di CO₂; il valore immobiliare è sempre più legato alle pratiche ESG. Come evidenzia PlanRadar, «la crescente pressione ambientale e normativa spinge le imprese a misurare, documentare e comunicare le prestazioni dei propri asset con un livello di precisione mai richiesto prima». Digitalizzazione operativa: cosa cambia nel 2026 L’edilizia entra nella fase dell’operatività digitale: non si tratta solo di introdurre piattaforme o strumenti, ma di integrare dati, workflow e comunicazione in un’unica infrastruttura di lavoro. Questa evoluzione riguarda tre ambiti chiave. L’intelligenza artificiale sta assumendo un ruolo sempre più centrale nel processo decisionale quotidiano. Non si limita più a velocizzare alcune operazioni, ma diventa un vero supporto operativo: è in grado di produrre automaticamente riepiloghi delle attività svolte, controllare che la documentazione sia coerente e completa, segnalare eventuali anomalie e mettere in evidenza le priorità da affrontare. Allo stesso tempo, diventa uno strumento prezioso per preparare report, facilitare audit interni ed esterni e gestire in modo più efficace tutte le verifiche legate alla conformità normativa. La piena efficacia dell’automazione dipende però dalla qualità dei dati: senza informazioni strutturate e processi coerenti, l’IA non può esprimere il suo potenziale. Le piattaforme digitali, inoltre, tanno trasformando profondamente il modo in cui si gestiscono i progetti, perché consentono di lavorare con una precisione e una continuità prima difficili da ottenere. Grazie a questi strumenti è possibile ridurre in modo significativo errori e rifacimenti, gestire revisioni e approvazioni attraverso processi completamente tracciati, e applicare controlli uniformi su sicurezza, subappalti e documentazione. Inoltre, l’integrazione di KPI relativi a tempi, costi, emissioni e avanzamento consente alle imprese di monitorare l’andamento delle attività in tempo reale e prendere decisioni più rapide e informate. La carenza di personale qualificato incide su tempi e costi. Oltre il 30% degli appaltatori europei dichiara difficoltà nel completare le opere per mancanza di risorse . L’adozione di software di cantiere e piattaforme collaborative aumenta la produttività della manodopera disponibile e accelera le fasi operative grazie a check-list digitali, assegnazioni automatizzate, workflow condivisi e comunicazioni integrate in real time. Risultati attesi e prospettive Il 2026 rappresenta un momento di maggiore maturità nell’integrazione tra tecnologia e processi, con benefici tangibili lungo l’intero ciclo di vita dell’opera. Le imprese possono contare su standard operativi più solidi, una significativa riduzione dei rifacimenti, approvazioni più veloci e una migliore prevedibilità dei costi, grazie anche a una tracciabilità dei dati più articolata e affidabile. Allo stesso tempo, la digitalizzazione contribuisce a proteggere la marginalità in un contesto di mercato complesso, segnato da volatilità e pressioni sui prezzi. Le piattaforme digitali si affermano infatti come «il tessuto connettivo tra requisiti regolamentari, gestione della forza lavoro e performance economica», offrendo alle aziende uno strumento strategico per mantenere competitività e stabilità. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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