Tecnologia e progetto dell’abitazione nell’epoca contemporanea

Si è trattato di un corso breve (30 ore) nel quale si è cercato di sondare, attraverso approfondimenti puntuali su specifici momenti culturali e su singole figure di progettisti, il percorso che nell’ultimo secolo ha seguito in Occidente l’evoluzione dello spazio abitativo, a fronte sia dei mutamenti sociali, sia delle innovazioni tecnologiche.
A partire dalla rivoluzione industriale, le urgenze quantitative hanno fortemente condizionato il problema delle abitazioni e inciso in modo determinante sulle scelte tecniche del suo progetto.
Proprio in quanto tale, questo è dunque particolarmente significativo rispetto ai caratteri, evolutivi o involutivi, dell’architettura contemporanea, quasi rappresentandone il “banco di prova” rispetto alle scelte espressive via via assunte.
Nel progetto della casa si scontrano infatti, con maggiore evidenza che in altri ambiti, due aspetti che sono peculiari della modernità: l’aspirazione al futuro, all’inedito, al progresso sociale e individuale che si esprime come rottura, anche traumatica, col passato da una parte; la resistenza, la memoria, la valorizzazione della materialità del corpo e del luogo come identificazione dall’altra.
La tensione tra queste due opposte tendenze ha caratterizzato nell’ultimo secolo e fino ad oggi un bilanciamento/scontro di posizioni, una dialettica appassionante, ma spesso anche ambigua e priva di riconoscimenti teorici espliciti e disinteressati.
Si pensi solo all’egemonia dell’interpretazione modernista fino oltre la metà del secolo (egemonia che ha ogni volta oscurato o travisato posizioni divergenti o non perfettamente assimilabili) e di contro il succedersi vorticoso, negli ultimi decenni, di posizioni post-moderniste che, nella pur importante rivendicazione di una diversa significatività dell’architettura, hanno spesso esaltato di questa soprattutto gli aspetti linguistici e/o concettuali, di fatto oscurando quanto di socialmente complesso un progetto dell’abitare, se riletto nella sua intrinseca materialità, poteva e doveva ancora contenere.
E’ questa complessità che ci interesserà invece cogliere in quei progetti abitativi nei quali l’istanza di razionalità, così forte nel periodo aureo della modernità, ha lasciato spazio a un atteggiamento più processuale, più aperto all’evento, alla modificazione, alla partecipazione dell’abitante, ai condizionamenti ambientali , ai materiali e alle risorse dei singoli luoghi.
Seguendo questa impostazione, le pagine che seguono abbozzano la rilettura di alcune proposte e di alcune figure di artisti e architetti del secolo scorso nelle cui opere sono riconoscibili la volontà e la capacità di esprimere in un progetto coerente sia le potenzialità di progresso e di emancipazione implicite in una ricerca di nuove modalità e tecnologie costruttive, sia i valori irrinunciabili che l’abitare rappresenta per ogni individuo, in quanto azione primaria e fondante – come sostenuto da Heidegger- dell’esistenza stessa dell’uomo sulla terra.

Politecnico di Milano
II° Facoltà di Architettura di Milano Bovisa
a.a.2004-05
Con contributi di:
Anna Delera, Emilia Costa, Luca Maria Francesco Fabris, Gian Luca Brunetti
Redazione di Paolo Carli

Per scaricare l’intera dispensa in PDF
clicca qui

Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici

Commenta questo approfondimento