Smart building in Italia: l’edilizia deve puntare su edifici intelligenti

Quanto ci sia bisogno di realizzare smart building in Italia, riconvertendo innanzitutto il patrimonio immobiliare già esistente, lo evidenziano dati ed evidenze. I vantaggi, anche economici, di interventi capaci di rendere intelligenti, oltre che efficienti, gli edifici ci sono. Cosa serve per avviare e concretizzare la trasformazione lo hanno spiegato i relatori del convegno organizzato da Prospecta Formazione – Infoweb

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Smart building in Italia: l’edilizia deve puntare su edifici intelligenti

Ha senso parlare oggi di smart building in Italia? Nel nostro Paese, il 72% del patrimonio edilizio ha più di 40 anni ed è attualmente responsabile del 45% dei consumi energetici e del 18% delle emissioni di CO2. Quasi la metà (47,6%) degli edifici residenziali in Italia è nelle classi energetiche più scarse, F e G. A tutto questo si aggiunga che il tasso di rinnovamento edilizio italiano è fermo allo 0,85%, la metà rispetto all’1,7% di Francia e Germania.

L’Italia dovrà recepire nel 2026 la nuova direttiva EPBD, che richiede di ridurre del 16% i consumi energetici primari del parco immobiliare entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.

Detto questo, pare un controsenso parlare di edifici intelligenti di fronte a un contesto per buona parte arretrato. Ma non lo è affatto, perché trasformare edifici in smart building, conviene a tutti: a proprietari e residenti, che potrebbero godere di un edificio efficiente e monitorato. Conviene anche allo Stato, che beneficerebbe dei minori consumi ed emissioni, dovendo rispettare gli obiettivi che si è dato al 2030 e al 2050. E i costi? Non sono così alti come si pensa. Tutt’altro.

I relatori del convegno “Smart building e reti integrate per l’indipendenza energetica”, organizzato da Prospecta Formazione – Infoweb.

La tecnologia c’è, le possibilità progettuali e realizzative anche, cosa manca quindi? Di questo e di molto altro ancora si è parlato al convegno “Smart building e reti integrate per l’indipendenza energetica”, organizzato da Prospecta Formazione – Infoweb.

Smart building in Italia: il riferimento della norma UNI

Le innovazioni tecnologiche e le tecnologie digitali stanno cambiando il modo in cui produciamo e utilizziamo l’energia, il modo in cui costruiamo e utilizziamo gli edifici. Proprio gli edifici, in particolare gli smart building, in Italia e in Europa, saranno chiamati a fare parte, quali elementi attivi, del nuovo sistema energetico.

L'intervento di Pasquale Capezzuto al convegno “Smart building e reti integrate per l’indipendenza energetica”, organizzato da Prospecta Formazione – Infoweb.

Innanzitutto perché gli edifici interagiscono con la città, ha spiegato Pasquale Capezzuto, presidente della Commissione tecnica UNI 058 e dell’Associazione Energy Managers. «Gli edifici sostenibili e intelligenti contribuiscono allo sviluppo sostenibile delle città», soprattutto perché si dovrà passare da una visione edilizio-centrica a una relazione a scala più ampia, che vede la connessione stretta tra edifici e quartieri e città e dove l’elemento dell’interazione diventa centrale: interazione sociale, spaziale, energetica, con i dati.

Per regolare al meglio questo nuovo ruolo degli edifici e proporre delle linee guida di riferimento ai progettisti, è nata lo scorso marzo la norma UNI 11973 “Città, comunità e infrastrutture sostenibili – Il contributo degli edifici alla sostenibilità” che fornisce un modello metodologico per l’integrazione e l’interconnessione degli edifici sostenibili nelle città”.

Da monadi a interconnessi, il futuro degli edifici passa da qui

Quello che deve cambiare, fondamentalmente, è la visione finora presente dell’edificio, monade statica che non interagisce con rete, utenti e con l’intorno, passando a essere uno stabile non solo energeticamente efficiente, ma anche sostenibile, digitale, decarbonizzato e “green”.

«La norma individua le prestazioni che gli edifici devono assicurare in modo olistico nel ciclo di vita per consentire alle città di conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile e la qualità della vita dei cittadini e degli occupanti – ha spiegato Capezzuto – nuovo concetto di edificio sostenibile garantisce il benessere delle persone e gli obiettivi di decarbonizzazione».

L'intervento di Valentina Frighi al convegno “Smart building e reti integrate per l’indipendenza energetica”, organizzato da Prospecta Formazione – Infoweb.

In particolare, ha spiegato Valentina Frighi, architetto e ricercatrice presso l’Università degli Studi di Ferrara, autrice del libro “Progettare e Costruire Smart Buildings” serve una «progettazione attenta e responsabile dell’involucro edilizio che deve andare verso una pianificazione smart e adattiva che preveda l’uso di materiali innovativi e ad alte prestazioni, potendo quindi contare sui pregi offerti dalla sostenibilità a quelli dell’innovazione tecnologica».

Il ruolo dello Smart Readiness Indicator

Nella futura visione dell’edilizia un peso specifico significativo lo avrà la EPBD, la cui nuova versione sarà recepita dall’Italia entro il 2026. Nella Energy Performance Buildings Directive si fanno spazio gli edifici predisposti all’intelligenza, ma si fa strada il concetto di integrazione del sistema energetico degli edifici, anche grazie alla predisposizione di infrastrutture di ricarica intelligente e di ricarica bidirezionale. Si fa largo, quindi, la possibilità di promuovere uno sviluppo diffuso degli smart building in Italia, anche se occorreranno L’EPBD, tra l’altro ha introdotto lo Smart Readiness Indicator (SRI),

Lo Smart Readiness Indicator (SRI) è il nuovo indicatore introdotto già nella precedente versione della EPBD per valutare la predisposizione degli edifici all’utilizzo di tecnologie intelligenti nell’ambito di tre funzionalità chiave, intese come capacità di: mantenere un funzionamento ottimale del sistema edificio-impianto; adattarsi alle esigenze dell’occupante; conformarsi alle esigenze della rete.

I vantaggi di contare sulla presenza dello Smart Readiness Indicator sono molteplici. Oltre a incrementare l’efficienza energetica, migliorare la qualità degli ambienti interni, accrescere il benessere degli occupanti, «aiuta a pianificare meglio i futuri investimenti in digitalizzazione dell’edificio. Essere pionieri dell’SRI aiuta a promuovere gli obiettivi di sostenibilità e ad anticipare i futuri requisiti normativi».

L'intervento di Luca La Notte al convegno “Smart building e reti integrate per l’indipendenza energetica”, organizzato da Prospecta Formazione – Infoweb.

Luca La Notte, ricercatore del Dipartimento Efficienza Energetica di ENEA, ha spiegato che lo SRI «è uno strumento decisionale prezioso per individuare aree di miglioramento e interventi che massimizzino l’efficienza energetica minimizzando l’impatto ambientale. Inoltre, sensibilizza benefici dell’applicazione di tecnologie intelligenti negli edifici rendendo più tangibile il loro valore aggiunto per utenti, proprietari, inquilini e fornitori di servizi smart».

La stessa ENEA si sta occupando, su richiesta del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, di condurre la fase di test nazionale, di durata annuale e che terminerà nel 2026. L’intento è verificare sul campo (con test specifici su 30 diversi edifici) l’applicabilità della metodologia di calcolo europea nel contesto del parco edilizio italiano e valutare eventuali adattamenti.

L'intervento di Lorenzo Cifariello al convegno “Smart building e reti integrate per l’indipendenza energetica”, organizzato da Prospecta Formazione – Infoweb.

In tutto questo, i dati assumono un ruolo cardine. Lo ha sottolineato Lorenzo Cifariello, technical manager, innovative products R2M Solution, portando a esempio, alcune piattaforme web per il calcolo e la gestione degli assessment SRI (SmartReadyGo) e per la formazione sullo SRI (Virtual Training Centre), nonché la possibilità di applicare realtà virtuale e scansione 3D integrate allo Smart Readiness Indicator (SRI SCAN2SRI).

Necessità e opportunità

Dato lo stato dell’arte dell’edilizia nazionale, occorreranno investimenti importanti per riuscire a contare su edifici con SRI elevati. Prima di tutto, però, occorrerà far comprendere bene caratteristiche e vantaggi degli smart building in Italia, dove il 64% dei connazionali conosce poco il tema e il 27% ritiene che tecnologie e interventi abbiano costi elevati.

Così emergeva da una ricerca condotta da TEHA non più tardi del 2024. La stessa The European House ha presentato di recente uno scenario di fattibilità, in cui l’implementazione di tecnologie smart ed efficienti potrebbe portare a una riduzione dei consumi energetici del 23-29% all’anno, dei consumi idrici del 4-5%, diminuendo le emissioni di CO2 del 20-24%. Tale riduzione delle emissioni permetterebbe di evitare di riversare nell’atmosfera dalle 8 alle 12 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. In termini di impatti economici, l’installazione di tecnologie smart nello scenario di fattibilità abiliterebbe un potenziale risparmio complessivo di 17–19 miliardi di euro.

Gestire l’integrazione, un intervento necessario a costi sostenibili

Contare su smart building permetterebbe, quindi, migliorie su più fronti. Resta però la necessità di gestire l’integrazione di impianti e reti nella realizzazione di un edificio intelligente.

L'intervento Alessandro Nicali e Carlo Osnaghi al convegno “Smart building e reti integrate per l’indipendenza energetica”, organizzato da Prospecta Formazione – Infoweb.

Su questo punto sono intervenuti Alessandro Nicali e Carlo Osnaghi, direttori tecnici di Deerns Italia, che hanno spiegato innanzitutto che per gestire l’integrazione siano necessari soluzioni, tecnologie, componenti, protocolli, ma che – prima di tutto – occorra definire la situazione esistente, i sistemi installati, la possibilità di acquisire dati, e definire gli obiettivi, oltre a componenti e sistemi.

Inoltre, hanno messo in luce anche i costi necessari per gestire l’integrazione: a fronte di costi CAPEX (Installazione, configurazione, acquisizione dati) pari a 12-22 euro per metro quadro, è necessario prevedere spese OPEX (Cloud, manutenzione HW/SW) pari a 3-5 euro per metro quadro all’anno. Sono costi, quindi, pienamente sostenibili, a fronte dei consistenti vantaggi che offre l’intervento.

Sostenibilità e circolarità necessarie

Per lavorare alla realizzazione di smart building in Italia, occorre promuovere un contesto di edilizia sostenibile, in cui digitalizzazione e decarbonizzazione siano elementi integranti, insieme alla ricerca della circolarità. Lo ha evidenziato Marco Caffi, direttore di Green Building Council Italia, portando a esempio illustre l’edificio Circl in Amsterdam, in cui la circolarità è stata pianificata a 360 gradi. Caffi ha ricordato anche la necessità di operare sull’edificio in ottica digitale, promuovendo il digital twin, ma anche la necessità di un’edilizia industrializzata (sul modello off-site), proponendo come modello l’Hotel Moxi a Linate (Milano). È necessario operare, contando sull’impiego di protocolli di sostenibilità dell’ambiente costruito, su piattaforme digitali di gestione del processo, di monitoraggio dei dati, contando sulla necessità di arrivare al passaporto dei materiali e del fascicolo digitale dell’edificio. Le leve per arrivare a evolvere l’edilizia ci sono: a tale proposito, ha ricordato il nuovo Codice dei Contratti e gli Appalti Digitali.

Come riferimento per progettisti e pianificatori, pubblici e privati, è più che mai valido il position paper “lo Smart Building: la digitalizzazione per il Net Zero”, realizzato dalla stessa GBC Italia, con la collaborazione di un ampio ventaglio di esperti.

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