Residenze per il parco scientifico e tecnologico della Sardegna a Pula. Il contesto del progetto

L’oggetto della tesi è il progetto delle residenze per il parco scientifico e tecnologico della Sardegna a Pula, in provincia di Cagliari.
Il comune di Pula è situato sul lato occidentale del golfo di Cagliari, a circa trenta chilometri dal capoluogo. Con i suoi cinquemila abitanti è uno dei centri più importanti del basso Sulcis: il suo territorio comprende una notevole porzione di costa, la stretta pianura retrostante e un vasto entroterra montuoso. La località scelta per la realizzazione del parco è denominata Pixinamanna e corrisponde alla bassa valle del rio Palaceris, che qui si apre verso Est sulla piana di Pula, traguardando il capo di Nora. Il piano particolareggiato del parco, redatto dallo studio Gregotti Associati di Milano nel 1994, prevede la realizzazione di sessanta unità residenziali (bilocali) di 45 mq ciascuna. Il sito di progetto è un’area di notevole valore paesistico; essa apparteneva alla perimetrazione del parco naturalistico del Sulcis, dalla quale è stata esclusa per consentire la realizzazione del parco scientifico e tecnologico. L’antropizzazione di questo territorio è plurimillenaria, numerose civiltà vi si sono succedute sin dal neolitico. Qui è sorta la prima città della Sardegna: Nora, nel IX secolo a.C., ad opera di coloni fenici. Ma la civiltà che più ha segnato la storia e la cultura materiale locale è la civiltà nuragica, che nel territorio di Pula e nel Sulcis in generale, ha lasciato numerosi monumenti nel paesaggio. Questa regione è stata sin dall’antichità un luogo d’incontro e di scambio culturale tra popolazioni indigene e genti straniere. Questa tradizionale vocazione è interpretata oggi dal progetto del parco scientifico e tecnologico, che si configura come un sistema per la valorizzazione della cultura e dell’economia locale attraverso l’incentivazione dell’innovazione tecnologica e l’instaurazione di relazioni tra il sistema della ricerca scientifica locale e il mondo esterno. La particolarità del contesto, le sue qualità ambientali, storiche e culturali, sono oggetto, in questa tesi, di uno studio approfondito, nella convinzione che la legittimità culturale del progetto di architettura risieda nel rapporto che questo instaura con le condizioni al contorno. La legittimità culturale è qui intesa nel senso di autenticità, cioè come coerenza con un determinato orizzonte storico e culturale, il contesto appunto. Questo, a sua volta, è inteso come l’insieme delle condizioni spaziali, culturali e temporali, che stanno al contorno dell’attività progettuale e che sono indipendenti dalla volontà del progettista.
L’ipotesi fondamentale della tesi è dunque che solo da un’approfondita conoscenza del contesto si possano trarre quegli elementi capaci di legittimare culturalmente il progetto, cioè quei “paradigmi progettuali” che costituiscono il sistema metanormativo nel quale si inscrive il progetto. Gli obiettivi del progetto di tesi si possono sintetizzare come segue:
– 1) coerenza con il contesto inteso come luogo;
– 2) coerenza con il contesto inteso come cultura;
– 3) coerenza con il contesto inteso come contemporaneità;
Il progetto infatti intende rispettare le emergenze del contesto: le sue qualità ambientali, la cultura materiale locale e la cultura scientifica e tecnologica espressa dai parchi scientifici e, allo stesso tempo, intende riferirsi allo scenario delle tecniche contemporanee dell’architettura.
I valori della tradizione costruttiva locale e il Genius loci vogliono essere reinterpretati alla luce della cultura tecnologica contemporanea delle costruzioni, attraverso tecniche e forme che, pur interpretando la cultura locale e rispettando il quadro ambientale, siano riconoscibili come appartenenti alla contemporaneità.

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