Indice degli argomenti Toggle Progetto di restauro di Palazzo Bagnesi a Firenze realizzato da GPA PartnersPerché è importante ristrutturare gli edifici storiciFederico Guidi Casa G e Casa MSostenibilità e recupero: un connubio imprescindibileCase history – La sfida degli interniLe tecnologie innovative al servizio del restauroChe cos’è il BIM (Building Information Modeling) e come si utilizza nel recupero di edifici storiciCome si utilizza il BIM per il recupero degli edifici storiciIl recupero come leva economicaVilla Croce a VarazzeLe opportunità di finanziamento e incentivazioneLa normativa per i restauratori di edifici storici: preservazione e valorizzazione del patrimonio culturaleIl quadro normativo generaleNormative europee e linee guida internazionaliL’importanza di una valutazione preliminareCategorie di interventoLa pianificazione e il progetto di restauroIl ruolo delle soprintendenze e degli enti localiNicola Preti: il recupero di un palazzo storico a Verona Il recupero degli edifici storici sta diventando una delle principali aree di interesse nel campo in edilizia, architettura e, non ultimo in urbanistica. Con l’aumento della consapevolezza riguardo alla sostenibilità e al valore culturale del patrimonio costruito, sempre più città e paesi si concentrano sul restauro e la valorizzazione degli edifici di valore storico. Questo fenomeno non solo risponde a esigenze estetiche e culturali, ma rappresenta anche un’opportunità di sviluppo economico e sociale. Nel nostro Paese il costruito con carattere storico rappresenta circa il 25% del patrimonio edilizio complessivo (circa 3 milioni di edifici storici realizzati prima del 1945), con circa 3.500 imprese operanti nel settore delle attività di conservazione e restauro di opere d’arte e, secondo un’analisi di qualche anno fa, il mercato delle ristrutturazioni storiche arriva a quasi 640 milioni di euro all’anno. Basta dare un’occhiata al rapporto della Fondazione Symbola “100 Italian Architectural and Conservation Stories” per avere un’idea dell’entità e dell’importanza di questa filiera. Il restauro degli edifici storici in Italia rappresenta un settore vitale, con un impatto significativo sull’economia e sulla cultura del Paese, caratterizzato da un elevato numero di imprese specializzate e da un mercato in crescita sostenuta. Tra le modalità molto utilizzate nel recupero di edifici storici ci sono i sistemi caratterizzati dal criterio della reversibilità, ovvero, interventi con strutture e materiali che possano facilmente essere rimossi senza lasciare traccia. Progetto di restauro di Palazzo Bagnesi a Firenze realizzato da GPA Partners La facciata di Palazzo Bagnesi a Firenze “L’intervento riguarda il restauro di Palazzo Bagnesi, edificio rinascimentale nel centro storico di Firenze, per la realizzazione del campus universitario americano Florida State University”, spiegano i progettisti di GPA Partners. “Il progetto è stato sviluppato minimizzando gli interventi sull’articolazione planimetrica degli spazi al fine di rispettare e preservare la struttura originaria; gli ambienti di pregio architettonico non sono stati interessati da modifiche sostanziali, ad eccezione del grande lucernario della biblioteca, riportato alla luce secondo il progetto originario dell’ingegnere Giovanozzi del 1935-1938. Il progetto di restauro del rinascimentale Palazzo Bagnesia a Firenze, ad opera di GPA S.r.l. In generale la progettazione, pur rispettando l’impianto planimetrico esistente, ha previsto la totale riorganizzazione dell’edificio che è stato, quindi, adeguato alle normative vigenti e, tramite interventi strutturali di tipo locale, portato a livelli di sicurezza propri di un intervento miglioramento sismico. L’approfondita fase di conoscenza è stata propedeutica allo sviluppo del progetto definitivo di Palazzo Bagnesi il quale, nel rispetto del Cap. 8 delle NTC 2018, oltre a caratteristiche meramente prescrittive, ha fornito precise indicazioni di natura prestazionale. Uno degli obiettivi della progettazione è stato quello di realizzare tutte le modifiche, anche quelle dettate da prescrizioni normative, con sistemi improntati al criterio della reversibilità (es. utilizzo di sistemi a secco quali cartongessi), della tutela del bene soggetto a vincolo architettonico e della realizzazione tramite sistemi che consentano la riduzione dell’impatto ambientale ed il miglioramento delle performance energetiche e di riduzione dei costi di gestione, il tutto inquadrando l’intervento nell’ambito di un bene storico da tutelare. Una grande attenzione è stata inoltre posta al tema del comfort ambientale interno, elemento centrale per un ambiente destinato ad edilizia scolastica. In alcuni casi si sono anche effettuate modifiche ai prospetti esterni per l’adeguamento dei rapporti aero-illuminanti in precedenza insufficienti. Tra gli interventi più rilevanti è sicuramente da porre in evidenza l’intervento di inserimento, nel grande salone di un’ampia biblioteca dove è stato riproposto il lucernario presente nel progetto di Giovanozzi, lucernario che fu successivamente tamponato con pannelli di gesso. Particolare attenzione è stata prestata al recupero dei materiali (es. scalini della vecchia scala da demolire) che sono stati reimpiegati, dove possibile, trattando e ripulendo le parti lapidee in modo da essere protette. Tutti i prospetti sono stati restaurati rimuovendo le porzioni ammalorate di intonaco, ripristinando con intonaco a calce e tinteggiatura ai silossani, restaurando le cornici, i davanzali e le modanature lapidee mediante pulitura, integrazione, consolidamento e trattamento protettivo finale traspirante”. Perché è importante ristrutturare gli edifici storici Il recupero di edifici storici è un processo che va oltre la semplice ristrutturazione. Non si tratta solo di preservare la facciata o gli elementi architettonici significativi, ma di restituire alla città o alla comunità un pezzo di storia e identità. Gli edifici storici, che siano castelli, palazzi, chiese o vecchie fabbriche, sono testimoni di epoche passate, e il loro recupero offre l’opportunità di riscoprire e reinterpretare la cultura e le tradizioni locali. Il recupero non implica necessariamente una conservazione statica, ma spesso prevede un delicato equilibrio tra la preservazione dell’integrità storica e l’adattamento a nuove funzioni. L’approccio moderno al recupero mira a mantenere il carattere distintivo dell’edificio, integrando però tecnologie e soluzioni contemporanee in grado di migliorarne l’efficienza energetica e la sicurezza. Federico Guidi Casa G e Casa M Casa G Progetto di restauro Casa G by Federico Guidi Casa G è il risultato di un progetto di restauro attento all’identità originale del complesso edilizio a cui la proprietà è risultata particolarmente sensibile. Le lavorazioni hanno incluso il consolidamento delle strutture limitando la sostituzione degli elementi originari alle sole parti ormai irrecuperabili. La conservazione dei caratteri architettonici e stilistici ha assecondato le volontà della proprietà che intende mantenere la memoria della quotidianità familiare. Le dotazioni impiantistiche risultano progettate ed eseguita integrandosi con il contesto atemporale ricercando l’armonia del contesto assumendo un valore aggiunto e decorativo. Casa M Progetto di restauro di Casa M by Federico Guidi Casa M rappresenta il risultato di un progetto di restauro di una villa tardo rinascimentale che comprende una cappella privata ormai non più consacrata. Il progetto ha riguardato la conservazione di dipinti parietali ed il restauro di un altare, l’adeguamento di ampi volumi alle esigenze contemporanee utile all’ottimizzazione degli spazi interni. Al termine delle opere prettamente edili si è provveduto allo studio e realizzazione delle decorazioni interne mediante la realizzazione di pitturazioni e balse volte alla nobilitazione degli ambienti. Sostenibilità e recupero: un connubio imprescindibile Il recupero degli edifici storici rappresenta anche una pratica virtuosa dal punto di vista ambientale. Anziché demolire e ricostruire, il recupero consente di ridurre i consumi energetici e le emissioni di CO2, grazie al riutilizzo del suolo innanzi tutto, dei materiali esistenti e all’impiego di soluzioni sostenibili. In un’epoca in cui l’eco-sostenibilità è un valore fondamentale, il restauro diventa un atto che coniuga la preservazione del patrimonio culturale con la tutela dell’ambiente. Case history – La sfida degli interni La sfida più grande del restauro di edifici storici è ottenere interni funzionali e sostenibili, che non impattino con il progetto originale. L’architetto di Bologna Elisa Manelli ha realizzato diversi lavori confrontandosi con strutture antiche di importanza storica, come Casa EM e Casa OT. Elisa Manelli Studio Casa EM Elisa Manelli Interni Casa EM L’appartamento si trova in una palazzina settecentesca del centro di Bologna, è stato recuperato attraverso un intervento che offre una nuova distribuzione agli ambienti, insieme alla possibilità di avere una seconda camera. Nella zona living si predispone il blocco cucina composto da due volumi di diverse altezze. Il blocco cucina funge anche da libreria ed elemento contenitivo. Il carattere originale della casa emerge nella parete di fondo del living dove sono riprese le vecchie tinte del muro e i decori a stencil originari. Elisa Manelli Studio Casa OT Interno Casa OT Questa abitazione è ricavata all’interno di un palazzo settecentesco in un borgo dell’Appennino tosco-romagnolo. Nel corso degli anni la struttura ha avuto diverse funzioni (locanda, ufficio postale, trattoria. Per restituire all’edificio il suo aspetto originario sono state eliminate le partizioni interne. Insieme alla distribuzione interna, un altro elemento chiave della ristrutturazione è stato il colore: le pareti originarie hanno restituito le colorazioni stratificate nel tempo. La scelta dei colori nuovi, per i vari ambienti, la tipologia di tinta, il disegno con cui incorniciare le porte e le finestre e la definizione di altri dettagli sono stati fatti di concerto con il restauratore. Le pareti sono finite a calce naturale. Le tecnologie innovative al servizio del restauro Una delle sfide principali nel recupero degli edifici storici è legata alle difficoltà tecniche di intervento. Tuttavia, negli ultimi anni sono emersi strumenti e tecniche che hanno reso il restauro più efficiente e meno invasivo. L’utilizzo di tecnologie avanzate come il BIM (Building Information Modeling), la fotogrammetria 3D e la scansione laser permette di creare modelli digitali estremamente dettagliati degli edifici, facilitando la progettazione e la gestione dei lavori di restauro. Inoltre, la chimica dei materiali ha fatto enormi passi avanti, con il miglioramento dei materiali da costruzione che offrono alte performance senza compromettere l’aspetto storico. Il consolidamento strutturale, ad esempio, è oggi più efficace grazie all’utilizzo di resine speciali, fibre di carbonio e malte in grado di rispettare la natura dei materiali originali. Che cos’è il BIM (Building Information Modeling) e come si utilizza nel recupero di edifici storici Il BIM (Building Information Modeling) è una metodologia di progettazione e gestione delle informazioni che utilizza modelli digitali tridimensionali per rappresentare tutti gli aspetti di un edificio, dal suo progetto iniziale fino alla sua gestione e manutenzione. A differenza delle tradizionali tecniche di progettazione, che si basano principalmente su disegni bidimensionali, il BIM integra dati e informazioni su materiali, strutture, impianti, costi e tempistiche in un unico modello, rendendo l’intero ciclo di vita di un edificio più trasparente, efficiente e collaborativo. Come si utilizza il BIM per il recupero degli edifici storici Il BIM, grazie alla sua capacità di integrare e gestire informazioni complesse, rappresenta un’opportunità fondamentale per il recupero e la valorizzazione degli edifici storici. L’approccio digitale consente di prendere decisioni più informate, ridurre i rischi e migliorare l’efficienza nelle operazioni di restauro, contribuendo a garantire la conservazione del patrimonio culturale in modo sostenibile e rispettoso. Il BIM può essere utilizzato in vari modi: Rilievo e modellazione digitale: prima di intraprendere qualsiasi intervento, è necessario creare una rappresentazione digitale dell’edificio esistente. Utilizzando tecniche come la fotogrammetria o il laser scanning 3D, è possibile ottenere modelli digitali dettagliati e precisi che rappresentano la struttura esistente, comprese le eventuali deformazioni o danni. Questo modello serve come base per qualsiasi intervento. Documentazione e analisi storica: il BIM consente di integrare e gestire facilmente informazioni storiche sull’edificio, come la sua costruzione, le modifiche nel tempo, i materiali originali e le tecniche costruttive impiegate. Questo permette agli architetti e ingegneri di comprendere meglio le caratteristiche originali dell’edificio e di fare scelte più informate quando si interviene sulla struttura. Simulazioni e analisi: una delle potenzialità del BIM è la possibilità di simulare il comportamento dell’edificio in relazione a diversi fattori, come il carico strutturale, la resistenza al fuoco o l’efficienza energetica. Questo è particolarmente utile nel caso degli edifici storici, dove bisogna bilanciare la conservazione del patrimonio con la sicurezza e la funzionalità dell’edificio. Le simulazioni permettono di valutare l’impatto di interventi di restauro senza danneggiare la struttura originale. Gestione delle modifiche: durante il recupero di un edificio storico, può essere necessario effettuare modifiche alla struttura o agli impianti. Il BIM consente di documentare e tracciare ogni modifica apportata, mantenendo una registrazione precisa delle operazioni effettuate e delle modifiche rispetto alla struttura originale. Questo è fondamentale per la gestione e la conservazione a lungo termine dell’edificio. Collaborazione multidisciplinare: il recupero di edifici storici spesso coinvolge una squadra di professionisti provenienti da diversi ambiti, come architetti, ingegneri strutturali, storici dell’arte e restauratori. Grazie al BIM, tutti i membri del team possono collaborare in modo più efficiente, condividendo informazioni in tempo reale, visualizzando le stesse modifiche e evitando errori o conflitti tra le varie discipline. Conservazione della documentazione: un altro vantaggio significativo del BIM è la sua capacità di conservare la documentazione digitale dell’edificio. Questo può essere utile non solo per future manutenzioni, ma anche per la protezione del patrimonio culturale, in quanto consente di avere una registrazione accurata della situazione dell’edificio prima e dopo il restauro. In caso di danni, il modello BIM potrebbe servire come riferimento per il recupero di parti originali. Il recupero come leva economica Oltre al valore culturale e identitario, il recupero degli edifici storici rappresenta anche un’opportunità economica. La valorizzazione del patrimonio storico può diventare una risorsa per il rilancio di quartieri degradati o abbandonati, migliorando la qualità della vita urbana e attirando nuovi investimenti. Negli ultimi anni, molte città europee hanno adottato il restauro come strumento di rigenerazione urbana, con progetti che prevedono la riconversione di vecchi edifici in appartamenti residenziali, uffici, musei, alberghi e spazi commerciali. Inoltre, la crescente domanda di turismo culturale ha spinto molte destinazioni a investire nel recupero dei propri edifici storici. Alberghi di lusso, spazi per eventi e musei all’interno di palazzi storici sono diventati attrazioni principali, generando un importante flusso economico e incentivando l’economia locale. Villa Croce a Varazze Villa Croce Villa Croce, a Varazze, è un esempio di immobile storico recuperato secondo un’analisi filologica ma in ottica funzionale e destinato al mercato ricettivo (è gestito da La Ducale Spa, società di sviluppo immobiliare del Gruppo Tecnocasa) e presenta otto appartamenti, di diverso taglio. I trompe-l’oeil all’esterno, la loggia al piano nobile, l’uso dell’arco a tutto sesto (di ispirazione rinascimentale), testimoniano il passato glorioso di questo immobile. Le opportunità di finanziamento e incentivazione Per stimolare il recupero del patrimonio, numerosi governi e istituzioni offrono incentivi e finanziamenti a fondo perduto o agevolazioni fiscali. In Italia, ad esempio, il Superbonus 110% ha rappresentato una spinta significativa per interventi di ristrutturazione e miglioramento energetico, anche su edifici storici, pur rispettando la necessità di salvaguardare il valore architettonico. Esistono inoltre fondi europei e nazionali destinati specificamente alla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, che consentono alle imprese e alle amministrazioni locali di realizzare interventi di restauro e recupero. Questo tipo di finanziamenti, combinato con la crescente attenzione verso il patrimonio, ha reso il recupero degli edifici storici un settore sempre più attraente. La normativa per i restauratori di edifici storici: preservazione e valorizzazione del patrimonio culturale Il restauro di edifici storici è una delle pratiche più delicate nel panorama delle costruzioni e dei lavori edili, in quanto si deve conciliare il rispetto per il valore culturale e storico dell’edificio con l’esigenza di garantirne la sicurezza e la funzionalità nel tempo. La normativa che regolamenta questi interventi è complessa, poiché coinvolge non solo le disposizioni nazionali, ma anche le direttive europee e le leggi locali che riflettono le specificità dei vari territori. Il quadro normativo generale In Italia, il restauro di edifici storici è regolato principalmente dalla Legge 1089/1939, che stabilisce i principi fondamentali per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale. La legge impone che qualsiasi intervento su beni architettonici, archeologici o artistici sottoposti a vincolo debba essere autorizzato dal Ministero della Cultura (MiC) o dalle soprintendenze locali, che ne valutano l’impatto e l’intervento da realizzare. Inoltre, la normativa è integrata dalla Legge 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio), che regola nello specifico la tutela del patrimonio culturale e paesaggistico. Normative europee e linee guida internazionali A livello europeo, esistono normative e direttive che influenzano la gestione del patrimonio culturale. La Convenzione di Granada (1985), il Charter di Venezia (1964) e la Carta di Riga (2000) sono tra le principali linee guida che definiscono il trattamento dei beni culturali. Queste convenzioni propongono una visione del restauro come intervento delicato, che deve essere improntato al principio di minima intrusione. L’importanza di una valutazione preliminare Prima di intraprendere qualsiasi intervento su un edificio storico, è obbligatorio effettuare un studio storico e tecnico che valuti lo stato di conservazione dell’edificio, il suo valore artistico e architettonico, e l’impatto dell’intervento sul contesto circostante. Questo studio, chiamato relazione tecnica, è fondamentale per ottenere il permesso da parte delle autorità competenti. Le linee guida stabiliscono che ogni modifica strutturale debba essere progettata per rispettare l’integrità storica dell’edificio, preferendo interventi reversibili che non compromettano la leggibilità storica del bene. Categorie di intervento Gli interventi di restauro si suddividono in diverse categorie, che dipendono dalla tipologia di lavoro richiesto: restauro conservativo, mira a preservare e mantenere l’edificio, intervenendo sui materiali degradati e sull’armatura strutturale senza alterarne l’aspetto estetico originario; restauro funzionale, si concentra sul miglioramento delle prestazioni dell’edificio (sistema impiantistico, resistenza sismica, accessibilità), sempre rispettando il valore storico; risanamento, nel quale si interviene per eliminare i fattori di degrado come umidità, infiltrazioni d’acqua o attacchi biologici, sempre rispettando le caratteristiche storiche. La pianificazione e il progetto di restauro Il progetto di restauro deve essere redatto da professionisti abilitati, che devono seguire le linee guida dell’Associazione Nazionale degli Architetti Restauratori (ANAR), che stabilisce criteri metodologici e tecnici per l’esecuzione degli interventi. È importante che il progetto rispetti le seguenti indicazioni: utilizzo di materiali compatibili con quelli storici; impiego di tecniche di restauro non invasive e reversibili; attenzione alla documentazione fotografica e grafica delle fasi precedenti e durante l’intervento. Un altro aspetto fondamentale del progetto riguarda la compatibilità estetica: ogni intervento deve essere in grado di fondersi con l’aspetto originale dell’edificio, evitando elementi estranei che possano alterarne l’armonia. Il ruolo delle soprintendenze e degli enti locali Le soprintendenze, in Italia, sono il primo punto di riferimento per i restauratori, in quanto sono le autorità che forniscono l’autorizzazione per gli interventi su edifici vincolati. Il loro compito è quello di verificare che il restauro rispetti non solo gli aspetti tecnici, ma anche quelli estetici e storici. Anche i comuni e le regioni giocano un ruolo importante, regolando le normative relative alla tutela del paesaggio e al rispetto delle caratteristiche del contesto urbano. Nicola Preti: il recupero di un palazzo storico a Verona Nicola Preti – recupero di un palazzo storico a Verona L’architetto Nicola Preti, spiega come ha strutturato il recupero di un palazzo storico a Verona. “L’obiettivo primario era restituire splendore e funzionalità alle facciate del palazzo, gravemente degradate dal tempo. Tuttavia, era fondamentale farlo nel pieno rispetto della sua storia costruttiva e dell’anima originale dell’edificio. La sfida principale risiedeva nel trovare un equilibrio tra il risanamento delle patologie edilizie e la conservazione dell’aspetto storico. Abbiamo dovuto selezionare materiali e tecniche che garantissero sia la durabilità dell’intervento che l’armonia con il contesto esistente. Abbiamo optato per l’utilizzo di malte storiche di calce, una soluzione innovativa che ci ha permesso di dare colore alle facciate in modo naturale e traspirante, evitando le tradizionali tinteggiature. Oltre al fondo e alla rasatura in calce, abbiamo applicato un protettivo silano/silossanico non filmogeno per garantire la massima protezione dagli agenti atmosferici. L’utilizzo di materiali storici non solo riduce l’impatto ambientale, ma conferisce all’edificio un’autenticità unica. La calce, a differenza del cemento, offre una traspirabilità superiore, garantendo la salute delle murature e un’estetica più armoniosa con il contesto storico. Siamo riusciti a restituire al palazzo il suo antico splendore, integrando le nuove facciate armoniosamente con il contesto esistente. L’intervento è quasi invisibile, e questo per noi è il più grande successo: aver migliorato la funzionalità e l’estetica dell’edificio senza averne alterato l’identità storica”. Le sfide del restauro contemporaneo Oggi il restauro di edifici storici si trova a dover affrontare sfide legate alla sostenibilità e all’innovazione. Le nuove tecnologie, come l’uso di materiali ecocompatibili, l’adozione di sistemi energetici efficienti e il miglioramento della resistenza sismica, sono strumenti che consentono di ottimizzare gli interventi senza compromettere il valore storico e architettonico dell’edificio. Tuttavia, la sfida più grande rimane quella di bilanciare la conservazione del patrimonio con le necessità moderne. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento