La nuova Centrale Idroelettrica S.E.V.A. srl di Pontoglio

Un importante intervento di riqualificazione ambientale che ha dato vita al nuovo impianto idroelettrico e a un piccolo padiglione che ospiterà un museo dedicato alla storia dell’energia idroelettrica, nel rispetto della natura e della qualità architettonica

di Filippo Chiesa Ricotti1

LA NUOVA CENTRALE IDROELETTRICA S.E.V.A. srl DI PONTOGLIO

Un percorso didattico-museale

Da poco inaugurata, la nuova centrale idroelettrica Seva srl di Pontoglio, si contraddistingue per la forte cura nell’ambientazione, in un contesto caratterizzato da preesistenze di archeologia industriale e di alta qualità naturalistica.

La nuova centrale idroelettrica Seva srl di Pontoglio

Proprio le peculiarità del sito hanno guidato la progettazione del sistema nel suo insieme, dalle opere di presa sul fiume, sino al corpo principale entro cui è ospitata la turbina di generazione della corrente elettrica.
Studiato direttamente da Seva srl, società attiva nel campo delle energie rinnovabili, con l’ausilio del team di architetti milanese Archpiùditre +di3, l’intervento ha inteso realizzare un complesso che andasse oltre la specifica funzione tecnica, proponendosi quale percorso didattico-ambientale sul tema della risorsa acqua e del suo uso sostenibile.

Elementi centrali di questa “narrazione”, oltre all’alzaia trasformata in pista ciclopedonale piantumata con essenze autoctone, che accompagnano il canale di derivazione lungo il suo intero sviluppo, sono la centrale idroelettrica vera e propria e un piccolo padiglione (ospitato in un manufatto storico oggetto di restauro conservativo), entro cui sarà collocato un polo museale sulla storia dell’energia idroelettrica e sulla sua fondamentale importanza per le Comunità affacciate sul fiume Oglio.

Il piccolo padiglione museale nella Centrale Idroelettrica Seva srl di Pontoglio

Una grande attenzione alla qualità architettonica

Corollario di questa tensione, alla realizzazione di un progetto capace di valorizzare l’identità del genius loci, è stata la grande attenzione posta dall’intervento sulla qualità dei manufatti: dai getti di calcestruzzo di definizione delle sponde del canale e delle opere di presa e di restituzione; alla conservazione della memoria materiale dell’edificio destinato a ospitare il piccolo museo; all’involucro traslucido della centrale.

La Centrale Idroelettrica Seva srl di Pontoglio realizzata nel rispetto del paesaggio
Il prospetto est del complesso, caratterizzato dal dialogo serrato con le antiche ciminiere ancora presenti.

Per quest’ultimo, il registro assunto è stato quello di un linguaggio assolutamente contemporaneo, ancorché calibrato sulla ricerca di un’armonica proporzione con le preesistenze e in grado di inserirsi con grande discrezione nelle vedute di paesaggio: da e verso il Paese.

La scelta, in particolare, di ricorrere a un involucro permeabile alla luce per i lati lunghi del fabbricato (la cui vista frontale, dal piano di campagna, impone l’inevitabile sovrapposizione con la vecchia manifattura retrostante), ha mediato tra due distinti e per certi versi contrapposti obiettivi: mantenere la profondità di campo della veduta, al di là del diaframma rappresentato dal nuovo edificio, e offrire la suggestione di un effetto “lanterna” notturna (concreto richiamo alla funzione della centrale) al calar della luce; evitare che la piena trasparenza della cortina rendesse protagonista dell’intervento il cuore high-tech dei macchinari di produzione dell’energia elettrica, laddove si è al contrario voluto intessere un dialogo non prevaricante e di delicati reciproci rimandi con l’intorno.

Illuminazione notturna della centrale idroelettrica Seva srl di Pontoglio

Una prima ipotesi di soluzione con schermature vetrate, campionata in opera, ha evidenziato una non ottimale resa della cortina rispetto alle linee programmatiche sopra esposte, a causa dell’eccesso di riverbero generato dalla superficie vetrata, nonché di un livello di trasparenza – in regime serale e notturno – tale da iscrivere nei fatti chiaramente alla retorica high-tech la proposta. Ideale, piuttosto, è risultato il ricorso a pannelli in policarbonato alveolare, capaci di perfettamente interpretare lo spirito del progetto e la sua originaria cifra compositiva, in accordo anche alle esigenze a suo tempo giustamente espresse dagli enti di tutela che lo hanno preventivamente esaminato.

L’involucro della Centrale idroelettrica Seva srl di Pontoglio
L’involucro della Centrale è stato oggetto di una specifica analisi da parte dello studio Archpiùditre

La differenziazione dei lati corti, invece, ubbidisce alle singolari logiche di affaccio dei due prospetti rispetto alla cornice prossima del contesto: il primo, a est, segnato dai “tagli” verticali dell’involucro, a miglior raccordo con i volumi svettanti di due antiche ciminiere non più in uso (ma pur sempre signficativi landmark per il Paese); il secondo, a ovest, al contrario marcato orizzontalmente da una netta cesura cromatica, utile a riproporzionare percettivamente il corpo della centrale rispetto al contorno.

Una biografia professionale all’insegna della lettura poetica del paesaggio

Lo studio Archpiùditre +di3, con storia ormai più che ventennale, curatore del progetto per i profili di sensibilità paesaggistica dello stesso, ha proprio nella cifra dell’inserimento ambientale delle personali ipotesi architettoniche, il suo distintivo tratto autoriale. Erede della lezione dell’Architetto Fausto Colombo (già stretto collaboratore di Giancarlo De Carlo), la compagine dei +di3 (Architetti Sangiorgi, Casu, Dell’Adami de Tarczal,  Krebs e Porro) ha, infatti, all’attivo numerosi interventi in contesti di pregio naturalisitico o tesi alla riqualificazione in tal senso di comparti sino a quel momento risultanti anche di ben diversa caratterizzazione. Basti qui solo ricordare: il “Centro Parco Dogana Austroungarica” del Consorzio del Ticino Lombardo a Tornavento; la comunità ad alta protezione “La Casa di Nicola” sul lago d’Iseo; la menzione d’onore per il premio indetto dalla rivista Paysage in concomitanza con Expo 2015 (grazie a un delicatissimo progetto di parco otorfrutticolo urbano nell’ex scalo ferroviario di Porta Romana a Milano); la sede del Carrefour Europeo per l’Agricoltura a Magenta; le tante consulenze svolte nel campo, per progetti in Valle d’Aoasta, Emilia, Liguria, Toscana, Sardegna,…

1) Filippo Chiesa Ricotti – Architetto; è Assessore ai settori Cultura, Turismo, Agricoltura, Commercio, Innovazione Tecnologica e Comunicazione del Comune di Dorno.

img by Andrea Ceriani 2018

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