Illuminazione naturale: cosa sapere per una corretta progettazione

La permanenza delle persone in un edificio deve essere della miglior qualità possibile e il ruolo del progettista è determinante. L’illuminazione naturale influenza moltissimo il benessere psicofisico dell’individuo, migliora la percezione degli ambienti e una mancanza prolungata di esposizione alla luce naturale può avere anche conseguenze fisiologiche.luce

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Inoltre, sfruttare al meglio l’illuminazione naturale permette di ridurre i consumi energetici sia perché si riduce la quota di illuminazione artificiale negli ambienti,sia perché aumentano gli apporti solari nel periodo invernale. Una corretta progettazione prende in considerazione la variabilità delle condizioni atmosferiche, la posizione geografica, le stagioni, la forma dell’ambiente, le riflettanze interne e le caratteristiche delle finestre.

Normativa di riferimento

Benché non esista un testo normativo che tratti esclusivamente dell’illuminazione naturale, si trovano comunque riferimenti in diverse norme e leggi.

  • Per l’ambito residenziale fra tutti possiamo citare il M. 5 luglio 1975 con i requisiti igienico sanitari principali dei locali di abitazione e la Circ. Min. LL. PP. 3151 del 22 maggio 1967 sulla valutazione delle proprietà termiche, igrometriche, di ventilazione e di illuminazione nelle costruzioni edilizie.
  • Per il settore ospedaliero si fa riferimento alla Min. LL. PP. 13011 del 22 novembre 1974 che determina i requisiti fisico tecnici per le costruzioni edilizie ospedaliere.
  • In ambito scolastico vige, invece, il M. 18 dicembre 1975 che riporta gli indici minimi di funzionalità didattica, edilizia e urbanistica e la UNI 10840 che tratta nello specifico il tema della luce e dell’illuminazione dei locali scolastici.

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La luce naturale in architettura

Parametri utili e software per la progettazione dell’illuminazione naturale

Oltre ai noti valori dei rapporti aeroilluminanti, specificati in ogni regolamento edilizio, c’è il fattore di luce diurna (FLD) che esprime il rapporto tra l’illuminamento di un punto su una superficie orizzontale in certe condizioni in un ambiente chiuso e l’illuminamento che si avrebbe in quel medesimo punto a pari condizioni, ma all’esterno.

Per il calcolo si fa riferimento al fattore di luce diurna medio (FLDm) che esprimere una valutazione dell’illuminazione naturale in un ambiente chiuso. Concorrono alla sua determinazione la luce naturale che entra dalle superfici trasparenti (CC, componente cielo), la luce riflessa da oggetti esterni (CRE, componente riflessa esterna) e quella riflessa all’interno (CRI, componente riflessa interna).

Fanno la differenza la posizione e la dimensione delle finestre, le caratteristiche del vetro, i colori degli oggetti riflettenti esterni e di quelli interni. Le normative offrono dei valori minimi consigliati per ogni ambiente espressi in percentuale (in nessun ambiente è inferiore al 2%), ma attenzione a non sovradimensionare le finestre dato che il calcolo fa sempre riferimento a cielo coperto. Questo valore può essere calcolato anche grazie ad appositi software che valutano l’illuminazione naturale in un ambiente, grazie ai quali si hanno basi più approfondite per una corretta progettazione.

Questi strumenti calcolano anche parametri quali la Daylight Autonomy (DA), un indicatore che esprime la percentuale di tempo in un anno per cui in un punto è sufficiente la sola luce naturale. La DA è più realistica, considera le abitudini degli occupanti, le ore di utilizzo di quel luogo, le diverse condizioni possibili di cielo e l’orientamento dell’ambiente in esame.

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Software per la progettazione dell’illuminazione negli edifici – Fonte: DIAL

Le finestre e l’illuminazione naturale

Quando si progetta, soddisfare i requisiti igienico-sanitari non è sufficiente. Ad esempio, per migliorare l’uniformità dell’illuminazione naturale in una stanza è utile prevedere delle aperture su diversi lati, riducendo il contrasto nei diversi punti dell’ambiente.

Non tutti gli orientamenti delle finestre sono uguali, nfatti le finestre esposte a Nord garantiscono un’illuminazione uniforme durante tutta la giornata e non presentano problemi di abbagliamento come accade con quelle ad Est e Ovest. Le finestre a Sud sono quelle che garantiscono maggior illuminamento, ma sono da schermare.

In merito alla forma delle finestre è da ricordare che quelle strette e verticali risultano abbaglianti e quanto più la finestra si avvicina al soffitto, tanto più la luce naturale riesce a penetrare in profondità nell’ambiente. Ma attenzione a non porle a un’altezza superiore ai 120 cm, per garantire anche il contatto visivo con l’esterno.

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Luce naturale e finestre

L’illuminazione dall’alto

Illuminare dall’altro permette di avere un risultato più uniforme, di poter gestire spazi più ampi e ottenere livelli di illuminamento anche molto elevati. I lucernari, che non permettono mai il contatto visivo con l’esterno, possono avere forme diverse e sono da progettare in base all’altezza del locale e alla presenza di eventuali finestre. Attenzione particolare va posta alla predisposizione di una schermatura, meglio se esterna, per evitare fenomeni di surriscaldamento nel periodo estivo.

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Illuminazione dall’alto

Alcuni sistemi per favorire la diffusione della luce naturale

Un primo stratagemma consiste nell’inclinare il controsoffitto in opportuni modi per consentire una maggior diffusione in diversi punti della luce nell’ambiente. Un’altra soluzione classica è la “mensola di luce” – o “light shelf” – un elemento orizzontale che può essere posto sia all’interno che all’esterno dell’ambiente e permette una maggior diffusione di luce, evitando il fenomeno dell’abbagliamento. La luce diretta viene riflessa sul soffitto e quindi diffusa nell’ambiente. Se posto all’esterno, funge anche da ombreggiamento ma in ogni caso le sue dimensioni e caratteristiche sono da studiare in base all’orientamento e al clima.

Nel caso siano previsti ombreggiamenti con lamelle orientabili, è da tenere presente che se si sceglie un materiale riflettente bloccheranno la luce solare diretta nell’ambiente, ma allo stesso tempo saranno in grado di rifletterla e dirigerla nell’ambiente in modo diffuso.

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Le “mensole di luce”, le lamelle orientabili riflettenti e i tubi solari permettono di migliorare le condizioni di illuminazione naturale negli ambienti chiusi

Ultimo sistema possibile consiste nel trasportare la luce naturale dove ci è utile che ci sia, di cui un esempio sono i tubi di luce. Questi tubi permettono di illuminare parti dell’edificio lontane dalle finestre e sono internamente rivestiti da materiale altamente riflettente.

La luce penetra da un’apertura in cima al tubo e rimbalza lungo di esso fino a un elemento diffusore finale. La loro efficacia diminuisce con il crescere della lunghezza del percorso che deve compiere la luce.

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