L’architettura in ambito sanitario: come ospedali ed edifici sanitari sono progettati per favorire la guarigione

L’architettura ospedaliera può influenzare direttamente la guarigione e il benessere dei pazienti. Tecniche come l’uso intelligente della luce naturale, la presenza di spazi verdi e l’integrazione di tecnologie avanzate sono solo alcune delle caratteristiche che contribuiscono a creare ambienti sanitari favorevoli alla guarigione.

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L'architettura in ambito sanitario: come ospedali ed edifici sanitari sono progettati per favorire la guarigione
Il nuovo ospedale oncologico di Trani firmato Progetto CMR

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L‘architettura in ambito sanitario è un elemento cruciale nella creazione di ambienti che promuovono la guarigione e migliorano l’esperienza complessiva dei pazienti e del personale medico. Gli ospedali e le strutture sanitarie sono progettati con attenzione per fornire non solo un ambiente funzionale, ma anche uno che favorisca il benessere fisico e psicologico di chi vi entra. Questo articolo esplorerà il ruolo chiave della progettazione architettonica nel plasmare gli ambienti sanitari, evidenziando come tali strutture siano concepite per contribuire al processo di guarigione.

La storia dell’architettura per la sanità

Dopo una prima fase in cui la medicina era praticata in ambito domestico o in piccole botteghe organizzate come semplici ambulatori, sono nate le prime strutture più organizzate in epoca romana.

Il termine “ospedale” deriva da “hospes” (ospite) in quanto i primi ospedali erano più improntati sull’accoglienza caritatevole, che sull’aspetto sanitario. Per questo gli ospedali si diffusero con il cristianesimo, con strutture ibride con luoghi di culto.

Tra i primi e più noti ospedali di questo tipo si ricordano l’Hotel de Dieu a Lione (del VI secolo d.C.), l’Hotel de Dieu di Parigi (700) e la struttura S.Spirito di Roma (715).

Il primo ospedale concepito in chiave moderna fu l’Ospedale Maggiore di Milano (noto anche come Cà Granda) progettato dal Filarete e realizzato nel 1456.

L’ospedale era a pianta rettangolare, sviluppato lungo un asse centrale e con strutture porticate che ospitavano le degenze. Le infermerie contavano al massimo 40 posti, erano assicurati ricambio d’aria e illuminazione e i malati avevano accesso a dei corridoi perimetrali usati come latrine e costantemente lavati.

La pianta dell'Ospedale Maggiore di Milano
Ospedale Maggiore di Milano

Per andare incontro alle nuove esigenze e alla maggior attenzione alla salute delle persone, nel ‘700 in Europa si diffusero gli ospedali a padiglione, composti di più edifici (generalmente immersi nel verde) in cui organizzare le degenze anche sulla base delle patologie dei pazienti.

Ogni edificio, in sostanza, aveva una sua funzione, così da aumentare anche gli spazi di servizio e ridurre il problema del contagio.

Proprio alla fine del secolo venne ricostruito anche l’Hotel de Dieu di Parigi dopo un incendio e ogni scelta architettonica venne presa sulla base di esigenze igienico-sanitarie.

In Italia l’ospedale a padiglione, ovvero con una configurazione diffusa, arrivò il secolo successivo, con l’introduzione di corridoi su cui si affacciavano camere più piccole per ospitare un minor numero di ospiti contemporaneamente.

Con la riduzione del problema del contagio, si studiarono nuove soluzioni che risolvevano alcune problematiche degli ospedali a padiglione, come le lunghe distanze da percorrere.

Nacquero così gli ospedali monoblocco o poliblocco, ovvero edifici più compatti che si sviluppano in verticale.

Un’alternativa proposta negli anni ’50 del secolo scorso fu l’ospedale piastra-torre ovvero un edificio con una base più ampia in cui si collocavano servizi e ambulatori di vario tipo accessibili anche dall’esterno e tutte le degenze nella parte a torre dell’ospedale.

Come sono cambiati gli ospedali negli anni

Prima di spiegare come l’architettura di un ospedale può guarire un paziente, è opportuno spiegare come gli edifici sanitari sono cambiati nel corso dei secoli.

Dalla fine del Settecento, questi sono stati riconosciuti come elementi terapeutici in un’epoca moderna che confidava nel progresso. Nei primi decenni del XX secolo, il movimento moderno ha enfatizzato la necessità di creare ambienti igienici attraverso l’utilizzo di forme pure, pareti bianche e superfici asettiche che sperimentavano nuovi materiali. In questo contesto, la disciplina architettonica ha assunto un ruolo attivo nel processo di guarigione delle malattie.

Architettura per la sanità, come sono cambiati gli ospedali negli anni

Con l’istituzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 1948, gli architetti degli ospedali hanno iniziato ad umanizzare gli spazi, prestando attenzione a elementi come colori, illuminazione e riscaldamento. Ricerche recenti hanno approfondito i molteplici aspetti, tecnologici, fisici e psicologici, che influenzano la progettazione di strutture sanitarie e si è scoperto un collegamento importante tra salute e ambiente.

Gli ospedali oggi: i criteri che devono seguire

La progettazione di un ospedale rappresenta un processo estremamente intricato, richiedendo una pianificazione accurata che abbraccia ogni aspetto, dal dimensionamento degli spazi fino ai dettagli costruttivi. Deve prima di tutto rispettare rigorosi criteri di efficienza energetica, tipico ormai delle opere pubbliche.

Iceberg, il nuovo polo chirurgico e delle urgenze del San Raffaele di Milano, a firma di MC A
Iceberg, il nuovo polo chirurgico e delle urgenze del San Raffaele di Milano, a firma di MC A

In aggiunta, gli ospedali devono soddisfare requisiti di accessibilità e anti-sismicità, rendendo gli standard di costruzione particolarmente stringenti per questa categoria edilizia. La flessibilità è un altro aspetto chiave, poiché la realizzazione di un ospedale si estende per diversi anni, durante i quali si possono verificare evoluzioni tecnologiche nel settore della cura delle persone.

Come ambiente e luce aiutano il paziente

Uno degli aspetti cruciali nella progettazione degli ospedali è il focus sul paziente. Gli ambienti devono essere accoglienti, confortevoli e rassicuranti per ridurre lo stress delle persone. Sale d’attesa luminose e spaziose, arredate con elementi rilassanti come piante e opere d’arte, creano un’atmosfera positiva che può contribuire a ridurre l’ansia. Inoltre, la disposizione degli spazi deve essere intuitiva e accessibile, facilitando la navigazione sia per i pazienti che per il personale.

L'ospedale neuropsichiatrico infantile della Fondazione Stella Maris a Pisa progettato da Heliopolis 21
L’ospedale neuropsichiatrico infantile della Fondazione Stella Maris a Pisa progettato da Heliopolis 21

La presenza di luce naturale all’interno degli ospedali ha un impatto significativo sulla salute e sul benessere. Numerosi studi hanno dimostrato che l’esposizione alla luce naturale può accelerare il processo di guarigione e migliorare il sonno dei pazienti. Pertanto, la progettazione architettonica mira a massimizzare l’ingresso di luce naturale, attraverso l’uso di ampie finestre e atrii, contribuendo così a creare un ambiente più positivo e confortevole.

L’importanza del verde: la nascita dei giardini terapeutici

Integrare spazi aperti e aree verdi all’interno degli ospedali è una pratica sempre più diffusa. Questi luoghi offrono agli utenti un rifugio tranquillo, favorendo il recupero fisico e psicologico. Giardini terapeutici e cortili interni non solo forniscono un ambiente piacevole, ma possono anche essere utilizzati per terapie ricreative e riabilitative. La connessione con la natura all’interno di un ambiente sanitario può ridurre lo stress e migliorare il benessere generale dei pazienti.

Taikang Nanjing International Medical Center
Taikang Nanjing International Medical Center

Un esempio recente è il Taikang Nanjing International Medical Center, un ospedale in costruzione nella provincia cinese di Jiangsu, ed è stato disegnato con forme fluide che si adattano al profilo della collina inserendosi armoniosamente nel contesto, ricco di vegetazione e specchi d’acqua. Un luogo perfetto per i pazienti, che potranno approfittare del potere curativo dell’ambiente naturale in cui sarà immersa la nuova struttura.

La tecnologia al centro degli ospedali del futuro

Gli ospedali del futuro possono fare a meno della tecnologia? Ovviamente no, e infatti questa sta trasformando profondamente il settore sanitario e gli ospedali del futuro, che stanno diventando sempre più centri all’avanguardia capaci di offrire cure ancora più efficaci, personalizzate e accessibili. Grazie all’adozione di nuove tecnologie, all’automazione dei processi e ad una progettazione innovativa, gli ospedali del futuro promettono di rivoluzionare il modo in cui vengono fornite le cure e il benessere ai pazienti.

Il nuovo Galeazzi firmato Binini Partners
Il nuovo Galeazzi firmato Binini Partners. Con la tecnologia Siemens l’IRCCS Ospedale controlla i consumi energetici e diventa più sostenibile

I sistemi di raccolta e analisi dati forniranno una panoramica esaustiva della salute dei pazienti, agevolando diagnosi più precise e personalizzazione delle cure. Grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale, l’analisi dei dati avverrà in tempo reale, permettendo l’identificazione tempestiva di anomalie o rischi e facilitando interventi preventivi.

Come la pandemia ha cambiato gli ospedali

L’emergenza sanitaria COVID 19 ci ha posti di fronte alla necessità di realizzare nuove strutture, temporanee o fisse, in grado di rispondere efficacemente alla gestione delle situazioni più critiche senza limitare i reparti non coinvolti dal Coronavirus. Sono diversi gli architetti che hanno presentato progetti per la realizzazione di ospedali di emergenza (tra cui il progetto CURA e l’Emergency Hospital 19 realizzato in soli tre mesi accanto al pronto soccorso dell’Humanitas di Rozzano o i 2 ospedali realizzati a marzo a Wuhan in sole due settimane.

La pandemia ha dunque ulteriormente rivoluzionato le strutture sanitarie, introducendo nuove esigenze. Dalla necessità di spazi esterni per ospitare gli accompagnatori fino all’eliminazione degli impianti a ricircolo a favore di quelli ad aria primaria, e la necessità di distanziare maggiormente i posti letto, un padiglione Covid richiede numerosi adattamenti rispetto a uno tradizionale.

In questo contesto, l’attenzione alle esigenze tecniche non deve far dimenticare che gli ospedali, così come i poliambulatori, gli studi medici e le case di riposo, sono anche opere di architettura. La sfida progettuale consiste nel coniugare estetica, funzionalità e rispetto delle normative, amplificata dalla natura delicata e complessa delle attività svolte in questi spazi dedicati alla salute. La progettazione di tali strutture richiede quindi una visione integrata che armonizzi l’efficienza tecnologica con la qualità architettonica, assicurando un ambiente favorevole alla guarigione e al benessere dei pazienti.
 


20/10/2020

Edilizia e sanità: storia degli ospedali, normativa, criteri progettuali

Gli ospedali e le strutture sanitarie sono cambiati nel tempo per rispondere alle diverse esigenze della comunità e all’evoluzione della tecnologia e della scienza. Dalla storia di questa tipologia edilizia, a cosa ci aspetta in futuro ecco cosa c’è da sapere sull’architettura della sanità.

Edilizia e sanità: storia degli ospedali, normativa, criteri progettuali

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L’architettura è uno strumento fondamentale per creare spazi e ambienti adeguati alle necessità delle persone e, proprio per questo, è possibile individuare diversi filoni tipologici, tra cui quello dell’architettura per la sanità. Anche se ci sono variazioni e sperimentazioni di diversa natura, esistono aspetti comuni e imprescindibili per la progettazione dei luoghi dedicati alla salute, come gli ospedali.

Normativa di riferimento

La costruzione di un ospedale e, in generale, di una struttura sanitaria richiede il rispetto di diversi riferimenti normativi.

L’edilizia e l’urbanistica in Italia sono regolate da diverse leggi e norme, spesso tra loro correlate. Nello specifico un edificio ospedaliero dovrà rispettare tutto quanto prescritto in materia di antincendio, per la quale c’è anche una Regola tecnica specifica per le strutture sanitarie pubbliche e private (DM 18/09/2002).

Edilizia sanitaria, normativa di riferimento

Come per altre costruzioni, anche gli ospedali dovranno rispettare quanto prescritto per l’eliminazione delle barriere architettoniche (DPR n.503 del 24 luglio 1996 e DPR n. 380 del 6 giugno 2001).

Altre normative da rispettare, seppur non specifiche del settore, sono quella in materia di Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (D.lgs 81/08) e in relazione ai requisiti igienico sanitari degli edifici, contenuti nel DM DM 5 luglio 1975.

Si aggiungono norme dedicate al settore sanitario come il DCG 20 luglio 1939 “Istruzioni per le costruzioni ospedaliere”, il D.L. n. 396/1993 “Disposizioni in materia di edilizia sanitaria” e il DPR 14 gennaio 1997 “Requisiti strutturarli, tecnologici ed organizzativi minimi per l’esercizio delle attività sanitarie”.

Requisiti da rispettare e input progettuali

I requisiti da rispettare quando si progetta un ospedale, sostanzialmente, possono essere ricondotti alle norme vigenti in materia e all’ottenimento di un’adeguata qualità progettuale.

Innanzitutto è necessario verificare che il progetto soddisfi tutti i criteri urbanistici definiti dal piano regolatore di riferimento, con rispetto di parametri come la densità edilizia, le altezze degli edifici, la distanza tra fabbricati e le destinazioni d’uso.

Ogni progetto, inoltre, dovrà prendere in considerazione aspetti come il risparmio energetico e la sicurezza sismica, per i quali si sono fissati precisi obiettivi per le nuove costruzioni.

Si sceglieranno di conseguenza la struttura e la tecnologia più idonee alla realizzazione della struttura, anche in relazione alla caratteristiche climatiche locali, all’orientamento dell’edificio e alle caratteristiche dell’area.

I materiali devono essere anche resistenti all’usura, facilmente pulibili e igienizzabili, oltre a richiedere una ridotta manutenzione.

In un ospedale si deve prestare particolare attenzione al tema del comfort ambientale, progettando in modo preciso l’illuminazione, l’acustica e definendo colori e materiali a seconda delle aree e delle funzioni.

Progettazione ospedali: Requisiti da rispettare e input progettuali

Altre caratteristiche ambientali importanti da valutare sono la temperatura e l’umidità, regolabili con appositi impianti.

In un ospedale rivestono un ruolo fondamentale gli impianti per la climatizzazione, per la ventilazione, per l’illuminazione, per la produzione di acqua calda sanitaria, ma anche per lo smaltimento dei rifiuti solidi e liquidi, per il funzionamento continuo di molti apparecchi e dispositivi medicali elettrici e per la gestione delle emergenze.

Organizzare lo spazio nelle strutture ospedaliere e sanitarie

La distribuzione degli spazi e delle funzioni deve essere attentamente progettata, ragionando sugli spostamenti e sulla gestione dei flussi interni, considerando che in ospedale si trovano contemporaneamente figure sanitarie, come medici o infermieri, tecnici di vario tipo, degenti e visitatori.

Per questo lo sviluppo dei volumi e dei collegamenti (sia verticali che orizzontali) deriva proprio dalla necessità di distribuire in modo efficace spazi per la degenza, la diagnostica, le terapie, gli ambulatori e le sale operatorie.

Nella progettazione degli spazi, però, non sono da sottovalutare anche luoghi apparentemente meno importanti, come quelli destinati all’attesa.

Organizzare lo spazio nelle strutture ospedaliere e sanitarie

Questi luoghi devono essere confortevoli e presentare i servizi necessari agli utenti. Non devono quindi mancare punti per richiedere informazioni, per svolgere le procedure di accettazione, dei servizi igienici, aree per il ristoro e altre dedicate esplicitamente all’attesa. In questi ambienti anche gli arredi devono essere attentamente studiati, così come la segnaletica e la cartellonistica. Ad esempio, una pratica comune per rendere più piacevoli questi spazi è quella di inserire del verde negli atri, nei corridoi e nelle sale d’attesa.

Gli ospedali di oggi e cosa ci aspetta in futuro

Oggi si cerca spesso di intervenire sugli edifici ospedalieri esistenti per rinnovare gli impianti, gli spazi tecnici e rivedere l’organizzazione spaziale dell’edificio.

Però, in Italia, molti ospedali sono situati in edifici e strutture datati e spesso integrati nel tessuto storico della città, aumentando la difficoltà del recupero e del potenziamento degli ospedali esistenti. Le condizioni degli ospedali italiani, inoltre, possono variare molto tra differenti regioni, anche sulla base dei fondi stanziati negli anni per lo sviluppo del settore.

Ma non è in dubbio che gli ospedali, con il passare degli anni avranno sempre più bisogno di rinnovamenti e potenziamenti, sia in ambito architettonico che tecnologico.

Come nella storia si è passati dagli ospizi caritatevoli agli ospedali a padiglione, a blocco e infine a dipartimenti, sicuramente anche in futuro saranno necessarie opportune evoluzioni tipologiche e strutturali.

Un recente Rapporto sul Coordinamento della Finanza pubblica elaborato dalla Corte dei Conti, mostra come gli investimenti per la sanità siano calati da quasi 8 miliardi nel 2008 a meno di 6 nel 2017. A ciò si aggiunge che parte dei fondi stanziati vengono poi erogati in ritardo o solo in parte dalle varie Regioni, in parte anche a causa di carenze progettuali da parte delle amministrazioni. Però è fondamentale attuare un cambiamento, soprattutto considerando che nel Rapporto si stimano anche 32 miliardi necessari per intervenire sulle infrastrutture sanitarie dell’intero paese.


Articolo aggiornato – Prima pubblicazione 2020

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