Il calcestruzzo nell’economia e nelle costruzioni

Un convegno a Milano organizzato da Federbeton e Assimpredil Ance per affermare la centralità del calcestruzzo e del cemento nell’economia italiana, nell’ingegneria e nell’architettura moderna. Chiesti investimenti certi per ridare fiato all’industria nazionale delle costruzioni.  Il risultato porterebbe il Pil nazionale a crescere dell’1% all’anno. E Milano si conferma la città guida per il comparto edilizio

Calcestruzzo: convegno a Milano organizzato da Federbeton e Assimpredil Ance

Indice degli argomenti:

Un convegno per affermare i valori e i punti di forza del calcestruzzo, un materiale che ha accompagnato lo sviluppo economico e tecnologico del nostro Paese, dal Dopoguerra ai giorni nostri, e che dopo il crollo del ponte Morandi è stato messo sotto accusa da più parti.

È stato questo il senso dell’incontro che Federbeton e Assimpredil Ance hanno organizzato nella giornata di giovedì 25 luglio nei locali della sede dei costruttori milanesi di via San Maurilio.

Investimenti nelle infrastrutture

“Il futuro delle costruzioni è qui – hanno detto i costruttori e i produttori di cemento e calcestruzzo – ma per superare le difficoltà odierne del settore occorre rilanciare gli investimenti nelle infrastrutture: avremmo una crescita del 1% all’anno del Pil”.

Sui dati si è concentrata l’attenzione del centro studi di Federbeton che ha chiarito il legame dell’investimento in infrastrutture alla crescita del prodotto interno lordo nazionale. Secondo i ricercatori della federazione, infatti, la spesa corrente assorbe oggi il 96% delle uscite dello Stato, mentre gli investimenti fissi lordi sono scesi al 4% circa. Un dato che evidenzia il gap dell’Italia rispetto alla media dei paesi europei, collocata intorno al 6%.

Per la federazione dei produttori di cemento e calcestruzzo serve riportare ai livelli europei gli investimenti in infrastrutture, incrementandoli del 2%: ciò permetterebbe di liberare 16 miliardi di euro, da destinare alle grandi opere. Secondo Sace, società della Cassa depositi e prestiti, il divario infrastrutturale tra il nostro e gli altri paesi europei costa 70 miliardi di euro all’anno, mentre lo sviluppo infrastrutturale in Italia conta su risorse in parte stanziate, e mai utilizzate, e in parte solo programmate. Nel decennio, la stima Ance parla di 10 miliardi di euro per le infrastrutture, di 4,4 miliardi per la logistica portuale (il dato deriva dal Piano nazionale della portualità; nda) e di 6,5 miliardi per la banda larga (dato Openfiber e Cassa depositi e prestiti).

“Se l’insieme di queste risorse venisse investito, nell’arco di 10 anni – dicono Federbeton e Assimpredil Ance – il ritorno in termini di Pil sarebbe pari a un punto di prodotto interno lordo aggiuntivo ogni anno”.

A Milano si è anche parlato di Stati Uniti e del piano di Obama di qualche anno fa per il rilancio delle infrastrutture negli Usa, dopo la grande crisi del 2008. Lo ha fatto Gustavo Piga, dell’università di Roma Tor Vergata, che ha ricordato come il piano di politica economica espansiva dell’ex presidente degli Usa “abbia prodotto crescita e occupazione: +3% di occupati dal 2011. Al contrario, l’Italia, nello stesso periodo, ha registrato un rallentamento della crescita e il conseguente aumento del tasso di disoccupazione: +2.5%. Un risultato frutto – ha sostenuto il docente di Roma – delle politiche finanziarie restrittive del fiscal compact varato dall’Europa negli anni della crisi, che ha penalizzato i Paesi più in difficoltà come il nostro, a partire dagli stanziamenti in investimenti pubblici. Un settore non ritenuto strategico, a differenza di quanto fatto negli Usa”.

Milano città guida dell’edilizia in Italia

Si è parlato anche di Milano, del ruolo nazionale che il capoluogo lombardo è venuto ad assumere e del suo sviluppo urbanistico e immobiliare futuro.

“Milano e il suo territorio – ha dichiarato Marco Martini, del consiglio generale di Assimpredil Ance – grazie al grande interesse dei fondi internazionali e alle prossime Olimpiadi Invernali, stanno vivendo e vivranno un nuovo Rinascimento. La collaborazione e il confronto tra imprese di costruzione e quelle della filiera del cemento e del calcestruzzo è fondamentale per vincere, insieme, le sfide dell’innovazione.

Penso al tema delle prestazioni dei materiali, del loro riuso, della sostenibilità degli edifici, della capacità di realizzare opere civili e infrastrutture che siano in grado di generare sicurezza e qualità del territorio, dell’ambiente e, più in generale, della vita delle persone.  Ma penso anche a modelli di mercato più collaborativi, che innovino nelle relazioni contrattuali: i pagamenti delle forniture, gli open book, i project partnering e la trasparenza dei rapporti commerciali sono alla base della crescita di tutte le filiere che ruotano intorno al settore delle costruzioni.”

I pregi del calcestruzzo, le sue prestazioni, i suoi record

“I continui investimenti delle aziende in ricerca e innovazione – è stato ricordato dai vari relatori – rendono oggi disponibili materiali unici in termini di performance e capacità di resa in contesti ostili, come gli ambienti marini o i grattacieli.

Per i viadotti, ad esempio, per costruire ciascuna delle torri su cui poggerà il ponte Shanghai-Nantong sul fiume Yangtse in Cina, sono già stati utilizzati 73.000 metri cubi di cemento. Sarà il ponte a stralli più grande al mondo per traffico su gomma e ferro e l’unico al mondo con campate di oltre mille metri. E questo grazie ai cosiddetti calcestruzzi speciali, non sostituibili con nessun altro materiale.

Ponte Shanghai-Nantong sul fiume Yangtse in Cina
Per la cassaforma per i piloni del ponte Shanghai-Nantong sul fiume Yangtse in Cina viene impiegato il sistema di casseforme autorampanti Doka SKE100 plus in combinazione con la cassaforma a travi Top 50. credit img doka.com

Lo skyline delle principali metropoli mondiali si compone di edifici realizzati in calcestruzzo, materiale che ha progressivamente rimpiazzato ogni altra soluzione. La ragione risiede nell’innovazione del materiale, oggi ancora più versatile e in grado di dare forma alle idee architettoniche più ambiziose, e nell’evoluzione tecnologica che consente oggi di pompare il calcestruzzo fino a mille metri.

I nuovi calcestruzzi sono anche in grado di assicurare livelli di resistenza e durabilità eccezionali anche in ambienti complessi, come i litorali e i fondali marini. Non a caso, proprio il calcestruzzo è il materiale scelto dall’amministrazione norvegese per la realizzazione di una complessa infrastruttura interamente sottomarina, che permetterà di collegare i fiordi, abbattendo i tempi di percorrenza e le emissioni da fonti fossili dovute al traffico veicolare. Sarà la struttura galleggiante più profonda e più lunga del mondo, con 27 chilometri a 392 metri di profondità.

Il calcestruzzo è la scelta fatta anche per realizzare i ponti prossimi al mare, come ad esempio il ponte Hong Kong-Zhuhai-Macao in Cina, il ponte sul mare più lungo del mondo, o il nuovo ponte di Genova le cui pile sono in calcestruzzo. Opere che vengono realizzate utilizzando i calcestruzzi speciali, proprio in considerazione della capacità di proteggere le armature dalla corrosione e più in generale della resistenza agli agenti atmosferici”.

Il ponte Hong Kong-Zhuhai-Macao in Cina
Il ponte Hong Kong-Zhuhai-Macao in Cina

Nel corso del convegno organizzato da Federbeton, a riprova del ruolo del calcestruzzo, sono stati ricordati alcuni dati relativi ai cento edifici più alti al mondo. Il 30% del totale di quelli costruiti nel 2018 è rappresentato da costruzioni realizzate interamente in calcestruzzo; il 57% è rappresentato da edifici a costruzione mista, con calcestruzzo e acciaio utilizzati per l’intera altezza; il 9% rappresentato da costruzioni realizzate interamente in acciaio; il 4% è rappresentato da edifici a costruzione mista, con acciaio e calcestruzzo utilizzati solo fino ad una certa altezza.

“La filiera italiana del cemento e del calcestruzzo – hanno sostenuto gli esponenti di Federbeton – è parte della grande avventura di questi materiali, che nel mondo stanno esprimendo strutture eccezionali. Ed è pronta a fare la propria parte, per l’ormai urgente rilancio delle infrastrutture nel nostro Paese”.

Calcestruzzo, le eccellenze costruttive

A margine del convegno di Federbeton e Assimpredil Ance è stato ricostruito un breve quadro delle eccellenze ingegneristiche e architettoniche odierne e future, realizzate in varie parti del mondo, grazie all’impiego del calcestruzzo.

Jeddah, Arabia Saudita

La costruzione più alta del mondo sarà in calcestruzzo. Si tratta della Jeddah Tower, in Arabia Saudita, che sarà inaugurata nel 2021. Si tratta di un grattacielo che con i suoi 167 piani realizzati interamente in calcestruzzo sarà alto mille metri.

Jeddah Tower, in Arabia Saudita, grattacielo in calcestruzzo

Il completamento delle fondazioni è già avvenuto. La torre al suo interno ospiterà alberghi, residenze e ristoranti con balconi girevoli sulla facciata esterna. In cima alla torre, ci saranno ponti di osservazione con giardini pensili. La forma della torre presenta un gambo , che nella parte superiore termina in una struttura allungata di forma ovale, con un diametro maggiore rispetto alla parte inferiore.

Torre Libeskind, Milano

Il nuovo skyline di Milano è in calcestruzzo. Il progetto di CityLife sta giungendo a compimento con la realizzazione della Torre Libeskind. La torre raggiungerà un’altezza di 175 metri e avrà una forma curva: il nucleo di distribuzione verticale prismatico fuoriesce in parte dalla sagoma. La complessità architettonica del progetto ha richiesto l’impiego di circa 80.000 metri cubi di calcestruzzi speciali, in quanto pompabili ad alta quota, capaci di scorrere nelle pompe fino a 200 metri di altezza, ad altissima resistenza e con particolari caratteristiche estetiche (i pilastri sono a vista).

Torre Libeskind, progetto CityLife, Milano

Il solo getto delle fondazioni ha richiesto 6.000 metri cubi di calcestruzzo in continuo, tre pompe con braccio da 50 metri, 45 betoniere, 18 mezzi per il trasporto di aggregati, nove mezzi per il trasporto del cemento per turno e oltre 100 persone coinvolte nell’arco di 30 ore.

Ponte di Archimede, Norvegia

La struttura galleggiante più profonda al mondo è in calcestruzzo. Si tratta de Il Ponte di Archimede in Norvegia. L’amministrazione norvegese sta finanziando la realizzazione di una complessa infrastruttura interamente sottomarina, che permetterà di collegare i fiordi abbattendo i tempi di percorrenza e le emissioni da fonti fossili. Sarà la struttura galleggiante più profonda e più lunga al mondo: 27 chilometri a 392 metri di profondità. Verrà realizzata utilizzando calcestruzzi di ultima generazione, in grado di assicurare resistenza e durabilità all’opera, anche a 30 metri sotto la superficie dell’acqua e in assenza di appoggio.

Shanghai-Nantong Yangtze River, Cina

Il ponte strallato più grande al mondo sarà in calcestruzzo. Il futuro ponte sul fiume Yangtse sarà il più grande ponte a stralli al mondo per traffico su gomma e ferro. Sarà lungo 11.072 metri e collegherà le città di Nantong e Suzhou. L’opera prevede una campata principale di 1.092 metri, la cui ampiezza garantirà la navigazione sul corso d’acqua più trafficato della Cina. Ciascuna torre – alta quanto un grattacielo di 110 piani – ha richiesto 73mila metri cubi di calcestruzzo, che contribuisce a rendere l’opera resistente a tifoni, terremoti di magnitudo otto e impatti derivanti dalla collisione con navi da 100mila tonnellate.

Hong Kong-Zhuhai-Macao in Cina

Il ponte sul mare più lungo del mondo è in calcestruzzo. È il ponte Hong Kong-Zhuhai-Macao. Realizzato con 1,08 milioni di metri cubi di calcestruzzo, è un sistema di ponti-tunnel-isole artificiali che si dispiega su una lunghezza complessiva di 55 chilometri. La sezione principale del ponte ha una lunghezza di circa 30 chilometri e comprende una galleria sottomarina di 6,7 chilometri, affiancata da due isole artificiali con una lunghezza di 625 metri ciascuna.

Le due isole sono funzionali ad accogliere la transizione tra la parte sommersa e la parte in elevazione verso Hong Kong e Macao-Zhuhai. La costruzione del ponte, iniziata nel 2009 e conclusa nel 2018, ha richiesto un investimento di circa 10 miliardi di dollari. La sezione occidentale comprende campate variabili tra 75 e 180 metri, anche strallate, per consentire il passaggio sopra i principali canali di navigazione, con un franco di 41 metri. Il ponte ospiterà due carreggiate a tre corsie con una velocità di progetto di 100 chilometri all’ora. L’opera è stata progettata per una vita di 120 anni. Per accogliere il passaggio di navi da 300mila tonnellate, il tunnel sarà approssimativamente a 40 metri sotto il fondale marino.

 

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