Bonus in edilizia per il 2023, serve chiarezza

Il convegno “Bonus ed incentivi in edilizia per il 2023“, organizzato da Prospecta Formazione in collaborazione con il Gruppo 24Ore, ha offerto l’occasione per fare il punto con tutti gli attori della filiera su presente e futuro del mondo dell’edilizia e sul ruolo che avranno gli edifici nel percorso di decarbonizzazione, al di là degli incentivi e del Superbonus 110%

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I bonus confermati per il 2023. Il convegno di Prospecta formazione

Si è svolto ieri il convegno online “Bonus ed incentivi in edilizia per il 2023” organizzato da Prospecta Formazione – società del gruppo Infoweb – in collaborazione con il Gruppo 24Ore, che ha coinvolto circa 3000 professionisti in un’intensa mattinata caratterizzata da una platea di relatori molto importante, rappresentativi  delle tante voci che animano il mondo delle costruzioni, imprese, associazioni, professionisti e tecnici. Tutti concordi nel dire che il settore ha bisogno di certezze nel medio e lungo termine e che la collaborazione tra tutti gli attori della filiera è un requisito indispensabile per garantire la crescita sostenibile del mercato e il rispetto degli obiettivi di riqualificazione, anche in vista della nuova direttiva EPBD.

Dopo i saluti di Alessandro Bertocchi, direttore commerciale di Infoweb e Prospecta Formazione, ha introdotto e coordinato i lavori Maria Chiara Voci, giornalista e autore de Il Sole 24Ore, che ha guidato i vari interventi a partire proprio dalla necessità che professionisti e imprese sappiano collaborare per affrontare le nuove sfide ambientali e dell’edilizia.

La congiuntura del settore e le previsioni per il 2023. Opportunità e criticità

Francesco Manni, Responsabile della finanza Direzione affari economici e Centro studi Ance, ha tracciato un quadro del settore delle costruzioni che, dopo anni di grande crisi terminata nel 2016, ha vissuto un’importante accelerazione nel 2021-2022, post pandemia, trainata dagli interventi di manutenzione ordinaria.

Investimenti nelle costruzioni in crescita nel biennio 2021-2022

Qual è stato in questo scenario l’impatto del superbonus nell’economia italiana e quali le prospettive nel futuro?

Il Centro Sudi Ance ha realizzato una stima da cui emerge che nel nostro paese nel 2022 il contributo delle costruzioni al PIL è stato di quasi il 30% del totale degli investimenti e naturalmente il Superbonus 110% ha avuto un ruolo fondamentale. Per quanto riguarda gli importi, siamo arrivati a oltre 60 miliardi solo con il 110%, considerando anche gli altri incentivi le stime sono tra i 90 e i 100 miliardi. 

Le problematiche aperte, ha spiegato Francesco Manni sono ancora tante. Prima di tutto le nuove regole contabili di Eurostat, che dovranno ora essere recepite dagli stati membri, e rischiano di impattare sul mercato dei crediti fiscali rendendo più difficile il quadro della cessione del credito. L’Eurostat ha infatti aggiornato la classificazione dei crediti fiscali prevedendo che, nel caso la somma possa essere ceduta a terzi,  l’importo sia considerato come pagabile richiedendo un impegno da parte dello Stato a rifondare al contribuente la somma eccedente la capienza. Fino ad ora “i bonus edilizi, come evidenziato da Eurostat nel maggio 2021, sono stati considerati come crediti non pagabili, e il contribuente ne poteva usufruire fino al proprio tetto di deficit. Nel caso dei crediti pagabili è diverso, lo Stato si impegna a rifondare la somma oltre il tetto. Eurostat ha deciso che se c’è la ragionevole certezza da parte del beneficiario di poter usufruire del bonus fiscale, il credito da non pagabile diventerebbe pagabile. Nel caso dei bonus fiscali la ragionevole certezza è data dalla possibilità di avvalersi della cessione multipla. Ma questa, secondo l’Ance, non dà la certezza di poter usufruire del bonus e dunque il bonus fiscale dovrebbe rimanere nella sezione non pagabile”.

Il 2° problema è quello della cessione dei crediti: il mercato è cresciuto a un tale ritmo che la sua dimensione è maggiore rispetto al potenziale di acquisto da parte delle Banche. La conseguenza è che tante imprese e famiglie sono rimaste escluse. L’Ance ha fatto una proposta per aumentare la capacità di acquisto delle Banche, che prevede di fare una compensazione automatica in F24.

L’Associazione dei costruttori inoltre sta affiancando le associazioni territoriali per permettere alle Regioni di entrare nel mercato dell’acquisto dei crediti fiscali. Degli enti locali ci sono mossi, dalla provincia di Treviso che ha già acquistato oltre 14 milioni di euro di crediti fiscali, alla Sardegna che ha inserito questa possibilità nella propria legge di bilancio regionale, al Piemonte che ha deliberato l’acquisto di 50 milioni di crediti fiscali, fino ad Abruzzo e Reggio Calabria.

Un altro problema è legato alle sentenze della Corte di cassazione relative ai sequestri di alcuni crediti fiscali da parte di istituti di credito. Anche in questo caso Ance ha fatto una proposta che ha l’obiettivo di eliminare questo rischio “se l’acquisto è fatto in buona fede”. Questo meccanismo darebbe un’accelerazione al mercato secondario dei crediti fiscali, alleggerendo le banche che sono sature.

Interventi di riqualificazione edilizia da realizzare nei prossimi anni per rispettare i target europei
Per rispettare gli obiettivi posti dall’Europa da qui al 2050 in Italia dovremmo realizzare interventi di riqualificazione su 180.000 edifici l’anno.

Quello della cessione del credito è un nodo fondamentale anche per garantire il rispetto degli obblighi UE sulle prestazioni energetiche: secondo alcune stime fatte dall’Ance, per rispettare questi target, da qui al 2050 si dovrebbero compiere in Italia lo stesso numero di interventi effettuati nell’ultimo biennio e senza la possibilità di cessione è molto difficile, con il rischio di gravi impatti a livello economico e possibili fallimenti di imprese e aumento di disoccupazione. 

Le detrazioni fiscali per l’edilizia confermate nel 2023

L’Arch. Concetta Sulpizio, Direttore operativo C2R Consulting, ha tracciato un quadro molto esaustivo delle detrazioni fiscali confermate in ambito edilizio nel 2023.

Superbonus e detrazioni nel 2023

Per quanto riguarda il Superbonus, il decreto Aiuti Quater ha stabilito il passaggio dell’aliquota dal 110% al 90% tranne in alcuni casi in cui anche per il 2023 la detrazione resta al 110%:

  • interventi realizzati in condominio nei quali la delibera assembleare abbia approvato l’esecuzione dei lavori in data antecedente al 18 novembre 2022, purché al 31 dicembre 2022, risulti presentata la CILA;
  • interventi realizzati dai condomini per cui la delibera assembleare abbia approvato e certificato l’esecuzione dei lavori risulta in una data compresa tra il 19 e il 24 novembre 2022, purché alla data del 25 novembre 2022, sia stata presentata la CILA;
  • Per le zone colpite da sisma dopo il 2009, resta l’aliquota al 110 fino al 31/12/25

L’aliquota scenderà al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025.

In tutti i casi di nuovi interventi in condominio e nel caso in cui il titolo edilizio sia stato presentato dopo il 25/11 la detrazione nel 2023 scende al 90%.

Per quanto riguarda le villette unifamiliari o funzionalmente indipendenti, le spese sostenute fino al 30 giugno 2022 avranno l’aliquota al 110, mentre per le spese sostenute fino al 31 marzo 2023 l’aliquota sarà al 110% purché sia stato raggiunto il primo SAL del 30% dei lavori incentivabili al 30/9/22. In tutti gli altri casi scenderà al 90% ma cambiano le condizioni: il bonus sarà riconosciuto solo “per chi sia titolare del diritto di proprietà o di godimento dell’immobile, l’unità adibita deve essere adibita ad abitazione e il reddito deve essere inferiore a 15.0000 euro”.

I proprietari unici di edifici fino a 4 unità immobiliari, nel caso di titoli edilizi presentati entro il 25/11/22, avranno diritto al 110% per le spese sostenute nel 2023, senza necessità di delibera. Per i caso in cui la Cilas sia stata presentata dopo il 25/11/22 l’aliquota scende al 90%.

Per IACP e Cooperative il 110 resta valido per le spese sostenute al 30/6/23 con estensione al 31 dicembre solo se al 30 giugno sarà raggiunto il Sal al 60%. 

Onlus e associazioni di volontariato sono molto simili ai condomini: nel caso di titoli presentati entro il 25/11/22 il Superbonus 110 vale per le spese sostenute a fine 2023. Nei casi in cui la Cila sia stata presentata dopo il 25 novembre 2022, l’aliquota scende al 90%, “ricordiamoci però che l’aliquota dedicata solo per categorie catastali B1, B2 B4”.

Infine per le associazioni sportive la detrazione per le spese sostenute nel 2023 è scesa al 90%.

Non solo Superbonus, gli altri bonus confermati 

I bonus ordinari in edilizia per il 2023

E’ stato confermato il bonus al 75% per l’eliminazione barriere architettoniche fino a dicembre 2025, sia per interventi in condominio che nelle monofamiliari, ripartito in 5 anni e con tetto di speso variabile.

Bonus barriere architettoniche al 75%

Recupero del patrimonio edilizio, con detrazione al 50%, sia in condominio che nelle singole unità immobiliari ed ecobonus con detrazioni dal 50 al 75% per interventi di efficientamento energetico sono stati confermati fino al 31 dicembre 2024.

E’ confermato anche il bonus al 50% per impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo per una spesa massima di 96.000 euro.

Stessa scadenza per il sismabonus, con aliquote dal 50 all’85%, a seconda dalla riduzione delle classi di rischio.

Confermati per il 2024 anche il bonus eco-sisma, con massimale unico 80-85%, per interventi volti alla riduzione del rischio sismico e alla riqualificazione energetica, il bonus mobili con una spesa massima di 8000 euro e il bonus verde.

Il bonus per i sistemi di filtraggio dell’acqua ha invece scadenza al 31 dicembre 2023.

Per tutte queste agevolazioni è stata confermata la possibilità di cessione del credito. La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto alcune modifiche: la prima cessione è sempre libera, le successive possono essere effettuate da banche e intermediari finanziari. 

cessione crediti e bonus edilizi

Un’importante novità introdotta dalle legge di Bilancio 2023 è la possibilità di correggere gli errori e le comunicazioni relative alla scelta di cessione del credito o sconto in fattura: è sufficiente inviare una comunicazione tramite PEC, sostitutiva della precedente, entro il 5° giorno del mese successivo a quello dell’invio della comunicazione all’Agenzia delle Entrate. Ci sono poi due possibili procedure a seconda che il cessionario abbia accettato o meno il credito e se si tratti di errori formali o sostanziali.

Rispetto ai bonus confermati, il Dott. Andrea Cartosio – Tributarista e collaboratore Il Sole 24Ore ha aggiunto che la problematica maggiore con il superbonus è stata la mancanza di chiarezza: nel 2021 ci sono stati 900 interpelli in materia immobiliare, scesi a 500 nel 2022 e a gennaio 2023 siamo già a più di 100.

La problematica della cessione del credito esiste e complica la possibilità di sfruttare il superbonus: “Il blocco del mercato globale attualmente in essere sta generando non poche preoccupazione anche per i lavori che devono partire”.

Per quanto riguarda i bonus, il Dott. Cartosio ha evidenziato che il Bonus barriere architettoniche è stato prorogato a fine 2025 ma le opzioni di sconto in fattura e cessione del credito termineranno al 31/12/2024. Dal 2025 l’unica detrazione che dovrebbe essere presente è il 36% per 48.000 euro max di spesa.

Anit: semplificare e stabilizzare le norme 

L’Ing. Rossella Esposti, Direttore Tecnico ANIT (Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico), ha evidenziato gli aspetti positivi e le criticità nell’applicazione del Superbonus.

La maxi detrazione ha certamente contribuito a sostenere il settore dell’edilizia dando un nuovo impulso a tutta la filiera. Ha inoltre sensibilizzato i cittadini sui temi dell’efficientamento energetico e dei consumi e i professionisti sull’importanza delle prestazioni dei materiali isolanti utilizzati negli interventi trainanti di isolamento termico nell’ambito del Superbonus, che devono rispettare i CAM, devono essere marcati CE e prevedere percentuali diverse di riciclato, “l’asseverazione per il superbonus comporta infatti una responsabilità molto importante”.  A questo proposito l’Enea ha pubblicato una  specifica nota sulla prestazione dei materiali isolanti che fa chiarezza sulle prestazioni relative al requisito di risparmio energetico e ritenzione del calore e sulla marcatura CE.

Ma naturalmente non sono mancati gli aspetti di criticità: a partire dalle tempistiche strette e dalle numerose richieste che in qualche modo hanno drogato il mercato, provocando aumento dei prezzi e carenze di materiali e ponteggi. Inoltre la fretta di realizzazione ha portato in qualche caso alla nascita di imprese improvvisate, interventi di minor qualità in cui sono stati utilizzati materiali non particolarmente performanti. Naturalmente la maggior criticità è dovuta all’instabilità delle norme: “Il decreto rilancio è stato modificato 20 volte creando incertezze soprattutto per condomini e cantieri più grandi”.

Quello che serve al settore sono incentivi stabili, con regole chiare e semplici, aliquote sostenibili nel lungo periodo e con una sempre maggiore attenzione alla qualità dei materiali e delle realizzazioni. In questo modo si aiuterà il mercato, anche considerando l’enorme lavoro che si dovrà fare, visto che la maggior parte degli edifici nel nostro paese è stata costruita tra il 1961 e il 1975, prima di qualsiasi legge  su efficientamento energetico e antisismica. Nel lungo termine “ci aspettiamo edifici di maggiore qualità grazie alla sensibilizzazione del mercato, che darà maggior valore al riqualificato”.

L’Ing. Esposti ha invitato la platea a riflettere su un tema molto interessante: gli interventi sull’involucro garantiscono un risparmio energetico importante, che a volte però non è pienamente valorizzato per via del sistema di classificazione degli edifici attualmente in vigore, che probabilmente andrebbe rivisto a livello normativo. Basti pensare che gli interventi realizzati solo sul solaio di copertura o sul cappotto, garantiscono un abbattimento dei consumi tra il 20 e il 30%, a cui però corrisponde un solo salto di classe e non i 2 richiesti. “Non ha senso produrre quantità enormi di energia, pur rinnovabile, se l’edificio fa acqua, è un’energia che si butta via. Prima si deve progettare bene l’involucro e poi dotare l’edificio di impianti efficienti e rinnovabili”

Il punto di vista delle imprese: l’EPBD è una grande opportunità

Schietta come sempre l’Arch. Cecilia Hugony – Amministratore Delegato Teicos Group, ha sottolineato che le imprese del settore delle costruzioni, dopo due anni di crescita, stanno vivendo un momento molto difficile visto che l’istituto della cessione del credito è chiuso. Questo significa che le persone che stanno pensando di fare un intervento di riqualificazione, non potendo più contare sulla cessione del credito, devono trovare finanziamenti alternativi per sostenere l’intervento, il che non permette di concludere i lavori nelle tempistiche previste.

Le imprese inoltre non possono tornare indietro e rescindere la parte del contratto che riguarda lo sconto in fattura, ma i cassetti fiscali sono chiusi. “Ad oggi siamo nel caos, il settore sta vivendo una crisi finanziaria importante, le imprese hanno i crediti che non riescono a cedere o li cedono con costi insostenibili, abbiamo una totale assenza di prospettiva su cosa succederà, ora stiamo tornando indietro di anni, i nuovi cantieri non iniziano”.

Quello che può sostenere il settore è il PNIEC che prevede un obiettivo di risparmio energetico di 9,3 Mtep, 3,3 dei quali del settore residenziale.

Anche l’Arch Hugony ha sottolineato l’importanza di una visione a medio a lungo termine, che l’Italia sembra non avere ma che per fortuna appartiene all’Unione europea che in questi anni ha definito una serie di norme: dal Green Deal, che chiede la diminuzione del 55% delle emissioni al 2030 per arrivare alla neutralità climatica al 2050, alla Renovation Wave e alla nuova direttiva EPBD, che prevede standard minimi di efficienza energetica che gli edifici devono raggiungere, e sta suscitando tante polemiche. E’ un peccato perché anche se da più parti si ripete che l’Italia non è in grado di accettare la sfida della riqualificazione edilizia e si guarda alla nuova EPBD come al nemico, in realtà si tratta di una grande opportunità per il settore edile e la riqualificazione energetica, considerando il nuovo ruolo che avranno gli edifici, che devono diventare attivi e produrre più energia di quanta ne abbiano bisogno.

Le strategie di decarbonizzazione dell'Europa

La direttiva dà delle indicazioni agli stati membri perché mettano in campo tutte le iniziative possibili per rispettare i livelli previsti, prevedendo inoltre delle risorse che fino ad ora abbiamo usato solo in piccola parte.

Nuova EPBD, l'Italia è pronta

L’Italia, ha ricordato l’Arch. Hugony, è uno dei paesi con il più alto tasso di ristrutturazione in Europa (3% annuo), siamo pronti.

Investire sulla sicurezza antincendio degli edifici

Superbonus e sismabonus hanno certamente creato un meccanismo virtuoso e un indotto importante, aumentando la consapevolezza dell’importanza degli interventi di efficientamento energetico e antisismici. Ma la sicurezza degli edifici passa anche dall’antincendio. L’Ing. Davide Luraschi – Presidente Ciam 1563 (Collegio degli Ingegneri e degli Architetti di Milano) – Docente Ingegneria Antincendio Politecnico Milano ha evidenziato che i bonus non considerano questa parte molto importante.

In Italia manca un bonus antincendio

In diversi paesi all’estero sono previste detassazioni per i lavori antincendio, mentre in Italia non si investe in questo settore. Eppure “il rischio incendi è qualcosa di concreto, negli ultimi anni c’è stato un incremento degli incendi che coinvolgono gli edifici e soprattutto le facciate”. Anche il bonus facciate, concluso a fine 2022, che agevolava i lavori realizzati per il rinnovamento e il consolidamento della facciata esterna non è stato sfruttato da questo punto di vista. “Sarebbe interessante fare una mappatura degli edifici che hanno usufruito dei bonus, per capire quanti abbiano utilizzato materiali potenzialmente pericolosi”.

Eppure dalla Grenfell Tower di Londra del 2017 a La Torre del Moro a Milano purtroppo gli esempi non mancano. L’Ing. Luraschi ha ricordato che dal 1990 ad oggi sono più che triplicati gli eventi che hanno interessato le facciate, semplicemente perché sono cambiati i materiali – che devono soddisfare prestazioni termiche, acustiche e di design – e le nuove morfologie complicano la problematica antincendio. Eppure nel nostro paese scegliere materiali per la realizzazione facciate che assicurano  protezione dal fuoco non garantisce alcun vantaggio assicurativo. Il rischio è che le imprese scelgano materiali meno performanti e più economici che non sempre garantiscono sicurezza. Le facciate rischiano di essere i nuovi punti deboli dell’edificio moderno, secondo l’Ing. Luraschi, bisognerebbe introdurre un’agevolazione per chi faccia scelte volontarie per la messa in sicurezza degli edifici e per gli interventi obbligatori sui minimi standard della legge che portino a scegliere materiali più sicuri. “Tutto ciò che viene investito in sicurezza non è una spesa ma un investimento che garantisce un guadagno nel tempo”. La buona notizia è che lo scorso giugno è stata pubblicata in GU la nuova Regola Tecnica Verticale sulle “Chiusure d’ambito degli edifici civili”, non è sufficiente ma è importante.

 “La maggior parte dei materiali brucia tra i 250° e i 500°, un incendio dopo pochissimi minuti supera i 500°, quindi qualsiasi elemento combustibile si metta in facciata prende fuoco immediatamente”. 

Come i bonus hanno influito sul lavoro delle software house?

L’Ing. Giovanni La Cagnina, Presidente AIST (Associazione Italiana Software Tecnico), nata con l’obiettivo avvicinare il mondo delle software house con i diversi attori dell’edilizia, ha posto l’attenzione su quanto le aziende che progettano software tecnici debbano essere preparate, conoscendo in maniera precisa il tema da trattare sia dal punto di vista tecnico che delle normative. 

Nel caso dei bonus per l’edilizia e in particolare del superbonus, l’instabilità dovuta ai continui cambiamenti in corso d’opera ha messo in difficoltà tutto il settore, con il rischio che, a causa di poca chiarezza, una stessa normativa fosse interpretata in modi diversi. Il Decreto Aiuti Quater, per esempio, ha cambiato le condizioni in essere del superbonus condomini, il che per le software house ha significato la necessità di aggiornare il prodotto molto velocemente – sostenendo costi significativi – in modo che fosse adeguato alla nuova normativa. 

Sembra banale dirlo ma servono norme univocamente interpretabili e dunque traducibili nei programmi di software, così da garantire anche informazioni corrette e tutelare gli utenti.

 

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