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La resilienza è la capacità di reagire ai cambiamenti e agli eventi esterni, tornando alle condizioni originali. Questa parola viene utilizzata in molti campi e, in quello dell’architettura e della progettazione urbana, si accosta ai temi della sostenibilità e del risparmio energetico: l’architettura resiliente e sostenibile, infatti, è quella del futuro. Indice degli argomenti: Resilienza, architettura e paesaggi urbani Progettare un edificio resiliente Alcuni esempi di materiali e progetti resilienti Il termine resilienza, che deriva dal latino re-silio, ovvero “risalire, tornare indietro”, viene utilizzato per indicare la capacità di resistere a traumi, rotture ed eventi, tornando poi allo stato originario. In sostanza, la resilienza è l’attitudine a reagire e adattarsi agli agenti esterni. In biologia, ad esempio, un oggetto o una sostanza resilienti, sono in grado di recuperare la propria forma dopo un trauma. Allo stesso modo, in ecologia si definisce un ecosistema resiliente quando è in grado di resistere ad eventuali perturbazioni, senza subire danni permanenti e con la capacità di ritornare rapidamente alle condizioni iniziali. Il concetto di resilienza, negli ultimi decenni, è stato introdotto anche in ambito urbano ed architettonico. Resilienza, architettura e paesaggi urbani La resilienza ha fatto il suo ingresso anche in ambito urbano e architettonico a causa dei cambiamenti climatici e delle recenti problematiche ambientali. Sempre più spesso, l’uomo deve affrontare catastrofi e situazioni di emergenza naturali. Nasce così l’esigenza di trovare una soluzione progettuale che renda l’ambiente urbano adeguato al contesto e alle condizioni climatiche del luogo. Questo significa approcciarsi al tema della progettazione, fin dalle prime fasi, accettando aspetti come incertezza e indeterminazione. L’architettura e la progettazione urbana resilienti, si fanno flessibili e adeguate a rispondere a eventuali cambiamenti del contesto, a superare eventi catastrofici o ad adattarsi a nuove condizioni. Nel fare ciò, è necessario che non venga compromessa né la vita delle persone, né le normali funzioni che si svolgono in questi luoghi. La resilienza, in sostanza, aggiunge una componente dinamica alla tradizionale progettazione, permettendo alle persone, agli spazi urbani e agli edifici, di convivere con i cambiamenti che stanno investendo l’intero pianeta. Progettare un edificio resiliente Progettare un edificio resiliente significa trovare una risposta ai cambiamenti climatici, ma anche dar vita ad un’architettura che si integri con il contesto e che riduca il proprio impatto sull’ambiente. Per questo motivo, progettare un edificio resiliente significa anche seguire i principi della bioclimatica, del risparmio energetico e della sostenibilità. Adattarsi al contesto, infatti, comporta anche rispondere a mutazioni quotidiane dell’ambiente esterno, come la differenza di temperatura, il decorrere delle stagioni e il susseguirsi degli agenti atmosferici. Questo tipo di risposte viene affidato proprio alla progettazione bioclimatica che, integrando l’uso di fonti energetiche rinnovabili, riduce anche il fabbisogno energetico. Per aumentare la resilienza dell’edificio, inoltre, si sono sviluppati appositi materiali, detti anche adattivi, che si adeguano ai mutamenti, imparano e si adattano a condizioni sempre nuove. Chiaramente, in fase progettuale, è opportuno ipotizzare i possibili scenari che potrebbero verificarsi, partendo proprio dalla ricerca di risposte a questi ultimi. Alcuni esempi di materiali e progetti resilienti La resilienza, proprio come la sostenibilità, può essere considerata una caratteristica propria di un materiale, così come di un progetto urbano. La ricerca si orienta sempre di più allo sviluppo di materiali adattivi e biodinamici, spesso definiti anche intelligenti. Un esempio sono i materiali con proprietà fotocatalitiche, in grado di catturare le particelle inquinanti presenti nell’aria e trasformarle in sostanze innocue. Una tipologia di cemento biodinamico è stata utilizzata per la realizzazione del Padiglione Italia ad Expo 2015. Un altro esempio è costituito dall’architettura biomimetica, alla quale si è ispirato un architetto e docente tedesco, che ha realizzato delle strutture in grado di modificarsi in base al tasso di umidità presente nell’ambiente. “Hygroskin” e “Hygroscope”, infatti, sono realizzate con involucri in legno, che modificano la propria forma a seconda delle condizioni esterne e regolano, di conseguenza, anche il tasso di umidità interno. Ad Abu Dhabi, invece, per le Al Bahar Towers si è deciso di realizzare una facciata intelligente, con dei pannelli di forma triangolare, in grado di muoversi e cambiare la propria angolazione, in base all’esposizione al sole. La facciata intelligente dell’Al Bahar Towers Sono materiali adattivi anche tutte le tipologie di vetri intelligenti, che possono modificare il proprio colore o la propria opacità a seconda della radiazione solare. Anche un quartiere o un’area urbana possono essere resilienti. Come? Ci sono diversi esempi, tra cui un parco urbano a Jinhua in Cina, che riesce ad adattarsi ai cambiamenti imposti dalla natura. Precisamente il parco asseconda le piene del fiume e può essere utilizzato, seppur in modo diverso, anche quando sale l’acqua grazie ad appositi ponti e percorsi sopraelevati, che rendono fruibile la zona anche durante le inondazioni. Fonti Articolo https://it.architetturaresiliente.com/ Adaptive Materials Research for Architectur Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento