Architettura di terra cruda

Il pensiero espresso dal geografo Baldacci è un po’ il motto che ricolloca la terra cruda tra le tecnologie costruttive riconosciute. L’utilizzo della terra cruda quale materiale da costruzione è legato a diversi preconcetti e prevenzioni che inducono a pensare ad un materiale “povero” e primitivo, pur risultando l’intera tecnica della terra cruda, dotata di tutti i caratteri propri di qualunque altra tecnica costruttiva. Una di queste tecniche, il mattone crudo, è riconoscibile in Sardegna nei molti esempi di case tradizionali: il mattone crudo è un impasto di piccole pietre, sabbia, limo e argilla, miste a paglia, inserito in piccole casseforme per lo più rettangolari, e quindi lasciato seccare ed asciugare al sole. Nella terminologia internazionale è conosciuto come “Adobe”, nome di derivazione araba, in seguito adottato anche nella penisola iberica. Già la derivazione del nome racchiude il grande impiego che si è fatto nel tempo e nello spazio di questo materiale. Materiale legato a diverse tecniche costruttive e a diverse regioni del mondo: dalla Danimarca, alla Francia, all’Africa, Cina, Stati Uniti, America Latina, etc.
Ma l’impiego delle tecniche di costruzione in terra era ampiamente diffuso in tutta Italia, e le testimonianze archeologiche e documentarie riportano indicazioni relative all’uso fattone nell’antichità classica dai Romani, o ancor prima dagli Etruschi. Conoscere le architetture di terra cruda vuol dire quindi conoscere una tecnologia molto antica, diffusa in tutto il mondo, affermata da una continuità storica, geografica e culturale che ha sviluppato una molteplicità di sistemi costruttivi a seconda delle culture dei diversi popoli. Basti dire che ancora oggi circa un terzo della popolazione mondiale vive in abitazioni di terra cruda. Purtroppo si tratta di un patrimonio dimenticato di cui bisogna recuperare la conoscenza sia architettonica che tecnologica che costituisce il supporto essenziale per una valorizzazione e riattualizzazione di un habitat che appartiene all’identità storica e culturale del nostro Paese.
In questo spazio cercheremo di approfondire la conoscenza del patrimonio architettonico e tecnologico in terra cruda, non solo per le sue valenze storiche o paesaggistiche, ma anche perché la terra cruda inizia ad essere riconosciuta anche per le sue caratteristiche biologiche, ecologiche, ambientali: utilizzo di risorse locali, basso consumo energetico, recupero e riciclaggio delle materie prime, alto potere di isolamento termico.

Alessandro Baldussi: architetto, specializzato in Architettura di Terra presso l’Ecole d’Architecture di Grenoble, vive e lavora in Sardegna. Ha collaborato al recupero di diversi edifici in terra cruda, e attualmente si occupa di commercio di prodotti per la bioedilizia ed il restauro come titolare dell’azienda Materia e Colore. Tra i fondatori dell’associazione Arch-Terra ha partecipato a diversi seminari e convegni internazionali sull’architettura di terra e svolto ricerche sull’argomento. Coordinatore del Comitato Tecnico BioediliziaItalia “Architettura e costruzioni in terra cruda”.
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