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Aumentano, anche se non di molto, da giugno, le imprese puntuali nei pagamenti (36,8%) e si ferma la crescita dei cattivi pagatori registrata negli ultimi anni. Ancora maglia nera al commercio al dettaglio, bene i servizi finanziari. In Veneto le imprese più virtuose, in coda quelle della Sicilia. Sondrio la provincia migliore, Caserta la peggiore. I risultati dello Studio Pagamenti di CRIBIS D&B aggiornato a settembre 2015 Risale leggermente la curva negativa che ha caratterizzato i tempi di pagamento delle imprese italiane negli ultimi mesi. Rispetto a giugno, record “nero” degli ultimi 5 anni, sono passate da 36,2% a 36,8% le imprese italiane che saldano i fornitori alla scadenza. In calo (dal 15,3% al 14,5% di oggi) anche la quota dei cattivissimi pagatori, oltre un mese dopo la scadenza (una percentuale cresciuta però del 163,6% rispetto a fine 2010), mentre non migliora a breve termine la performance di chi paga con 30 giorni di ritardo (48,7%). Se il paragone invece è con la fine del 2014, vediamo una sensibile flessione dei pagatori oltre i 30 giorni, che calano dell’11,6%, mentre aumenta, ma della metà (5,6%), chi salda entro il mese. Indicatori dunque che fanno ben sperare. Questo in estrema sintesi il nuovo scenario dei pagamenti commerciali che vede assestarsi i ritardi gravi – cresciuti molto negli scorsi anni – ma che parallelamente mette in mostra anche le difficoltà delle imprese italiane nel saldare puntualmente i fornitori. A diffondere i dati è lo Studio Pagamenti, aggiornato a fine settembre 2015, realizzato da CRIBIS D&B, la società del Gruppo CRIF specializzata nelle business information, che ha studiato i comportamenti di pagamento delle imprese italiane. Abitudini di pagamento Italia Q4 2010 – Q3 2015 Fonte: CRIBIS D&B Siamo di fronte a una nuova normalità, con un assestamento su valori medi negativi. “La crescita dei ritardi gravi che aveva caratterizzato gli scorsi anni si è fermata, ma non dobbiamo aspettarci che torni ai livelli pre-crisi”, commenta Marco Preti, amministratore delegato CRIBIS D&B. “Durante la crisi le aziende hanno vissuto un fortissimo cambiamento nella gestione dei pagamenti e del credito commerciale e dopo sei anni è possibile oggi tirare le somme di questo nuovo contesto. Da un lato sicuramente, le aziende operano oggi in un ambiente molto più complesso e rischioso rispetto al passato: fallimenti più frequenti, maggiore volatilità dell’affidabilità delle controparti, forte rischio di ritardi e insoluti anche dai clienti storici più fidelizzati. Dall’altro, le aziende hanno imparato a gestire meglio il credito commerciale, rendendolo un elemento centrale della gestione della clientela”. La conferma arriva proprio dall’osservatorio privilegiato su migliaia di clienti rappresentato da CRIBIS D&B: le aziende che hanno raggiunto i migliori risultati sono quelle che hanno affrontato il problema dei ritardi e degli insoluti con un approccio più evoluto e sofisticato, adottando ad esempio un più attento monitoraggio della clientela e differenziando le strategie in funzione della tipologia di clientela. “In altre parole, le imprese che hanno investito nella gestione del credito commerciale, in procedure, strumenti e persone, possono ora affrontare la ripresa con maggiore sicurezza e fiducia”, conclude Preti. L’ANALISI PER AREE GEOGRAFICHE Il Nord Est si conferma l’area geografica più affidabile con il 45,9% di pagamenti regolari, mentre le imprese meridionali e isolane mostrano un comportamento più problematico, con solo il 23,1% di soggetti virtuosi. Bene anche le imprese del Nord-Ovest, che recuperano leggermente (43,4% di pagamenti alla scadenza). Più in difficoltà gli imprenditori nel Centro Italia: oltre la metà (50,6%) paga entro i 30 giorni, solo il 32,4% alla scadenza e il 17% un mese dopo, ma a giugno erano quasi il 18%. Abitudini di pagamento per area geografica – Q3 2015 Fonte: CRIBIS D&B L’Emilia Romagna è la regione con la maggiore quota di pagamenti regolari (47,2%), seguita da Lombardia (46,7%) e Veneto (46,3%), mentre Campania, Calabria e Sicilia occupano le ultime posizioni del ranking regionale con quote di imprese puntuali che vanno dal 21,6% al 19,2%. Campania e Calabria hanno anche le percentuali più alte di cattivissimi pagatori, 28,3% e 28.8%, quasi uno su tre. Sondrio si conferma ancora una volta la provincia più puntuale d’Italia, così come mantengono le loro posizioni rispetto a giugno le “inseguitrici” Lecco, Bergamo, Brescia, Mantova. Al sesto posto Belluno, la prima provincia non lombarda. In fondo alla classifica troviamo ancora Caserta, Reggio Calabria e Vibo Valentia. ANALISI PER SETTORI MERCEOLOGICI I gruppi merceologici più puntuali sono nuovamente i Servizi finanziari (47,6% di imprese puntuali e solo il 9,7% di cattivissimi pagatori), mentre nel Commercio al dettaglio i pagamenti alla scadenza riguardano solo il 26,6% delle imprese, a fronte di un 23,1% di ritardatari gravi. Abitudini per classi di ritardo, Q3 2015, dettaglio settore merceologico Fonte: CRIBIS D&B Le micro realtà confermano una performance positiva con una concentrazione del 37,9% di imprese virtuose, ma registrano anche la maggiore quota di ritardi gravi (15,9%), ancora in crescita rispetto al 2010. Situazione diametralmente opposta per le grandi realtà, puntuali solo nel 16,6% dei casi ma con ritardi gravi più contenuti (7,5%). Rispetto a giugno si sono registrati in tutte le categorie segni di miglioramento. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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