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La crisi che in questi anni ha fatto abbassare il costo delle abitazioni ha fatto in modo che oggi, per gli italiani, il mattone non sia più solo un miraggio. A dirlo è l’ultimo Rapporto Immobiliare sul mercato residenziale fornito dall’Agenzia delle Entrate in collaborazione con l’Abi (Associazione Bancaria Italiana), che sottolinea come il mercato casa sia crollato al lontano 1985 quando vennero registrate 430.000 compravendite: le unità vendute sono nel 2013 scese sotto quota 407.000, pari a un -9,2% rispetto al 2012 e sotto i livelli del 1985. Tuttavia uno spiraglio di luce pare intravedersi: il calo dei prezzi degli immobili e tassi dei mutui più clementi hanno creato un aumento di oltre il 20% di nuovi mutui nei primi tre mesi del 2014 rispetto allo stesso trimestre del 2013 che va ad affiancarsi a un migliorato indice di “accessibilità” delle famiglie all’acquisto dell’abitazione. “Il clima è meno cupo, anche se non ancora sereno e lieto” ha commentato il presidente Abi, Antonio Patuelli che spera in ”un circolo virtuoso che favorisca pure la ripresa dell’edilizia”. Il Codacons invece boccia il dato come “frutto di un’illusione ottica” e tira fuori le cifre della stessa Abi per smorzare gli entusiasmi. “Nel 2007, cioè prima della crisi, – osserva l’organizzazione dei consumatori citando gli stessi dati Abi – in Italia i mutui erogati per l’acquisto di un’abitazione ammontavano a 62,7 miliardi di euro, nel 2013 le erogazioni sono state pari a 17,6 miliardi di euro, con un crollo del -72% in 6 anni”. Limitando il confronto al 2012 il capitale complessivo erogato dalle banche in mutui è diminuito del 10,6% passando dai 19,6 miliardi ai 17,6 miliardi già citati. Ma anche qui, rileva l’Abi nel suo rapporto, ci sono segnali di speranza: il trend, se pur negativo, è in rallentamento, e molto lontano dal -43% registrato nel 2012 sul 2011. Il quadro appare dunque fragile e, come ha avvertito il direttore generale dell’Abi Giovanni Sabatini, non può far ipotizzare una ripresa dei prezzi degli immobili nel breve termine, tanto più che la migliorata capacità delle famiglie italiane ad acquistare una casa (il cosiddetto indice di accessibilità salito nei primi tre mesi del 2014 a 7,1%) si sostiene proprio grazie a prezzi in calo e tassi bassi dei mutui. Di questa fragilità parlano diversi fattori: dal dato degli 8 miliardi di euro persi dal mercato immobiliare nel 2013, alla diminuzione del capitale erogato dalle banche per abitazione, sceso a 122.000 euro dai 126.000 del 2012. Mentre le abitazioni ‘piccole’ sono la tipologia più venduta in grandi città come Roma, Milano e Torino. Tre città dove, con la sola eccezione di Milano, continua a esserci il segno meno sulle compravendite (-7,3% per Roma e -8,2% per Torino). Segno meno che caratterizza altre grandi città: dal crollo di Napoli (-15,2%) e Genova (-10,3%), a Palermo (-7,0%) e Firenze (-2,3%). Rialza la testa Bologna con un +1,5%. Andamenti che si possono collegare ai tassi dei mutui più alti al Sud (4,36%) e al Centro (4,20%), più bassi al Nord (3,7%) +20% di nuovi mutui nel primo trimestre 2014 2 Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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