Rapporto AIEL 2023: l’evoluzione del parco impiantistico a biomassa in Italia tra 2014 e 2023

Il Rapporto Statistico AIEL 2023 evidenzia un settore in trasformazione: più generatori moderni, meno emissioni, ma ancora una quota elevata di apparecchi obsoleti. La riqualificazione del parco installato delle biomasse emerge come leva decisiva per migliorare la qualità dell’aria e accelerare la transizione tecnologica.

Rapporto AIEL 2023: l’evoluzione del parco impiantistico a biomassa in Italia tra 2014 e 2023

Il Rapporto Statistico AIEL 2023 offre una fotografia dettagliata di dieci anni di trasformazioni nel parco impiantistico a biomassa in Italia. L’analisi mette in luce un settore che sta cambiando profondamente, guidato da una crescente attenzione all’efficienza dei sistemi di combustione e alla riduzione delle emissioni. Incentivi nazionali e regionali, norme tecniche sempre più stringenti e un mercato che tende a premiare tecnologie performanti hanno innescato un percorso di rinnovamento, seppur ancora lento rispetto alla portata della sfida ambientale.

All’interno di questo contesto, il Rapporto invita a focalizzarsi su un obiettivo prioritario: accelerare il ricambio degli apparecchi obsoleti, principale fonte emissiva del comparto, per promuovere una transizione efficace e misurabile.

L’evoluzione del parco installato e il miglioramento della qualità

Negli ultimi dieci anni il comparto delle biomasse ha registrato un cambiamento significativo nella composizione delle tecnologie installate. L’effetto combinato del Conto Termico, dei bandi regionali e di una maggiore consapevolezza degli utenti ha favorito l’ingresso sul mercato di generatori più efficienti e puliti.

Tra i principali risultati rilevati dal Rapporto

  • i generatori a 4 stelle sono passati da poco più di 90.000 unità nel 2017 a oltre 836.000 nel 2023
  • gli apparecchi a 5 stelle hanno superato le 95.000 installazioni
  • nello stesso periodo, gli impianti a 2 stelle si sono ridotti di oltre un milione di unità

Questi numeri raccontano una trasformazione strutturale che si riflette sulla qualità dell’aria. Nel 2023 le emissioni di PM10 si attestano a circa 60.000 tonnellate, un valore in diminuzione del 37% rispetto al 2010 nonostante un calo del numero complessivo di apparecchi molto meno marcato.

Si tratta di un indicatore rilevante: non è la quantità dei generatori a determinare il carico emissivo, ma la loro performance tecnologica. La diffusione di sistemi certificati, dotati di sistemi di combustione avanzati, gestione automatizzata e ottimizzazione dei rendimenti, rappresenta un fattore decisivo nella riduzione dell’impatto ambientale. 

Un settore in transizione, ma con forti asimmetrie

Nonostante i progressi, l’analisi mette in evidenza una criticità persistente: l’80,6% del parco installato è ancora costituito da apparecchi obsoleti (2 stelle o non classificabili), responsabili di oltre il 90% delle emissioni del comparto.

Una distribuzione che evidenzia chiaramente l’asimmetria tra impianti moderni e impianti storici, e la necessità di accelerare una transizione che oggi procede con velocità insufficiente. 

Riqualificare per ridurre le emissioni

I dati confermano che la strategia più efficace per diminuire le emissioni non riguarda ulteriori limitazioni sui nuovi impianti, che avrebbero un impatto inferiore al 4%, ma un piano di riqualificazione mirato e strutturato del parco esistente, responsabile di oltre il 92% delle emissioni complessive.

Il Rapporto AIEL individua quattro linee di intervento prioritarie.

Quattro direttrici di azione

  • Riqualificazione degli apparecchi a 2 stelle, con particolare attenzione ai sistemi domestici installati da oltre vent’anni.
  • Semplificazione e stabilizzazione degli incentivi, affinché strumenti come il Conto Termico risultino più accessibili, prevedibili e omogenei sul territorio.
  • Potenziamento delle attività di controllo, integrando verifiche già in essere sugli impianti a gas e sfruttando tecnologie avanzate come droni, sensoristica e termocamere ad alta risoluzione.
  • Comunicazione chiara e orientata ai benefici, per favorire un coinvolgimento attivo dei cittadini ed evitare narrazioni stigmatizzanti che rischiano di allontanare gli utenti dalla modernizzazione degli impianti.

Si tratta di azioni complementari che puntano a sostenere un passaggio tecnologico sistemico, capace di valorizzare le potenzialità del settore e al tempo stesso ridurre significativamente l’impatto sulle emissioni.

Il Rapporto mette in evidenza la necessità di un approccio strutturato che tenga insieme politiche pubbliche, innovazione tecnologica e responsabilità degli utenti.

Un messaggio sintetizzato anche dalle parole del presidente Domenico Brugnoni: «I numeri ci dicono che stiamo andando nella direzione giusta, ma troppo lentamente. Il turnover tecnologico è avviato, ma per ottenere risultati ambientali significativi serve una sua forte accelerazione».

E ancora: «Il problema non sono le biomasse in sé, ma l’obsolescenza di troppi apparecchi ancora in funzione. È lì che dobbiamo agire, con politiche intelligenti, strumenti incentivanti stabili e una comunicazione efficace». 

Consiglia questa notizia ai tuoi amici

Commenta questa notizia



Categoria notizia

DAL MONDO PROFESSIONALE

Le ultime notizie sull’argomento