Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
+ Studio architetti Filippo Orlando con Mediapolis Engineering firma un nuovo complesso residenziale dal design semplice e luminoso, che con un sapiente gioco di piani sfalsati si adatta alla pendenza della precollina. Un edificio che guarda all’architettura decostruttivista della west-coast a cura di Pietro Mezzi Nel basamento si alternano cemento a vista, acciaio, listelli di legno grezzo e vetro (foto, © Fabio Oggero) Indice degli argomenti: L’edificio ad angolo Le due facciate Abitare e senso di comunità C’è un po’ di San Francisco anche a Torino. Case unifamiliari di due o tre piani allineate lungo le strade che vanno diradandosi verso la collina. Siamo nella zona di Madonna del Pilone, alle spalle del motovelodromo Fausto Coppi, all’incrocio tra via Lomellina e via Tonello. Qui, + Studio architetti Filippo Orlando con Mediapolis Engineering ha appena concluso la trasformazione di un lotto ad angolo, prima adibito a parcheggio, in un nuovo complesso residenziale, dal linguaggio inconsueto per Torino in cui si alternano cemento a vista, acciaio, listelli di legno grezzo e vetro. L’edificio ad angolo Preservando i due piani interrati dell’autorimessa esistente, il progetto ricostruisce il tassello mancante nella cortina edilizia. Articolato in un volume d’angolo di quattro piani fuori terra con il tetto a falde con abbaini, il nuovo edificio, nell’alternarsi dei materiali e dei pieni e vuoti, guarda all’architettura decostruttivista della west-coast. Vista della facciata su via Lomellina foto, © Fabio Oggero Il basamento è una reinterpretazione degli edifici circostanti anni ’50, in cui l’edificato era spesso sollevato da terra da un piano pilotis: gli appartamenti sono dunque “sospesi”, andando ad appoggiarsi e incastonare sulle lamelle di legno dalle quali è costituito il basamento, leggero e trasparente. Il progetto delinea così una casa “su palafitta” dal design semplice e luminoso, che con un sapiente gioco di piani sfalsati si adatta alla pendenza della pre collina. Le due facciate Il lotto ad angolo è caratterizzato da due facciate distinte. Il serramento dell’atrio di ingresso (foto, © Fabio Oggero) La facciata urbana, orientata a nord e a ovest, è ibrida e scandita verticalmente da diversi elementi. I bordi del lotto e il blocco centrale d’angolo richiamano il tessuto urbano pre collinare, caratterizzato da villette unifamiliari. Questi volumi sono rivestiti da intonaco grezzo e giocano con lo sfalsamento delle aperture e l’alternarsi dei pieni e dei vuoti ottenuti per sottrazione, che culminano nella loggia d’angolo su due livelli. La scala dell’atrio di ingresso, con gradini gettati in opera e parapetto in lamiera microforata ottonata (foto, © Fabio Oggero) I volumi sporgenti a bow-window, invece, dialogano con l’elegante architettura residenziale anni cinquanta del contesto, nella scansione dei terrazzi chiusi da ringhiere a bacchette metalliche e nell’uso del gres porcellanato modulato sui toni del rosso viola. L’ingresso sull’angolo è segnato da un taglio netto nel basamento a listelli lignei che si apre su una hall a doppia altezza, un cronotopo scenografico che tramite una serie di oculi introduce agli spazi comuni e al giardino interno. Vista del terrazzo angolare a doppia altezza foto, © Fabio Oggero La facciata verso corte, orientata a sud e a est, è una enfilade di ampi balconi continui a trama regolare in acciaio zincato e solette in cemento. Concepiti come vera e propria estensione dello spazio interno si aprono sul verde della collina e sul nuovo giardino interno costituendo fondità dei balconi. Il cortile ha una vocazione di spazio comune, in cui sono ubicate funzioni ad uso collettivo: un giardino, delle sedute e un’area di gioco dedicata ai bambini. Abitare e senso di comunità Il progetto di via Lomellina rinnova l’immaginario urbano proponendo un nuovo modo di vivere con ampi spazi di vita comune, che ha conquistato un insieme eterogeneo di famiglie in cerca di un nuovo senso di comunità. Pianta del piano primo (credits, + Studio Architetti Filippo Orlando) Pianta del piano quinto (credits, + Studio Architetti Filippo Orlando) Sezione trasversale (credits, + Studio Architetti Filippo Orlando) Gli spazi comuni del complesso (credits, + Studio Architetti Filippo Orlando) Schema compositivo (credits, + Studio Architetti Filippo Orlando) +Studio Architetti Filippo Orlando Dal 2018 Filippo Orlando è il titolare unico di +Studio Architetti, società di professionisti fondata nel 2002. Si occupa di progettazione, di corporate image e di strategie di comunicazione. A metà anni ’90 con Daniele Marzocchi fonda Manodopera Architetti Associati. Nel 2005 vince la gara per la progettazione degli stand Alfa Romeo per i saloni internazionali e gli uffici del brand a Torino, ideando e realizzando dal 2005 al 2010 gli allestimenti dei Motorshow di Parigi, Francoforte, Ginevra, Londra, Tokyo e Bologna. Dal 2008 al 2010 è il titolare della cattedra di Home Design presso lo Iaad di Torino. Nel 2010 è incaricato da FCA della riqualificazione, della progettazione del landscape e degli uffici dell’ex stabilimento Zastava di Kragujevac in Serbia e della propria sede di rappresentanza a Belgrado. Agli stessi anni risale la realizzazione della villa Z a Belgrado, in collaborazione con l’architetto Goran Vojvodic. Nel 2012 progetta e realizza il Communication Center e il relativo progetto di landscape e di inserimento territoriale nel nuovo stabilimento FCA di Goiana in Brasile. Tra il 2015 e il 2020 a Torino progetta alcuni interventi residenziali: Bernini 2, Borgo Hermada, e Via Lomellina. Nel 2021 viene incaricato da Redo Sgr della progettazione del social housing di via Amidani a Milano, che prevede la realizzazione di 230 appartamenti. Consiglia questo progetto ai tuoi amici Commenta questo progetto