Symbiosis cresce. L’edificio D in dirittura d’arrivo

A Milano, nel nuovo business district di Symbiosis della zona sud della città, sono in fase avanzata i lavori di costruzione del Building D di Covivio destinato a uffici. Il progetto è di ACPV Antonio Citterio Patricia Viel. Centrali nella realizzazione la struttura in acciaio e le chiusure vetrate. Infobuild entra in cantiere e racconta lo stato dei lavori con l’aiuto di Gianluca Musardo, project manager di Covivio, e Paolo Rigone, progettista delle facciate

a cura di Pietro Mezzi

Symbiosis cresce. L’edificio D in dirittura d’arrivo
L’edificio D in fase di costruzione (credits Covivio)

Indice degli argomenti:

Sono in dirittura d’arrivo i lavori di costruzione del Building D il nuovo edificio per uffici firmato dallo studio internazionale di architettura ACPV di Antonio Citterio Patricia Viel, all’interno del business district Symbiosis, nella zona sud di Milano, a pochi passi dalla Fondazione Prada.

Il business district Symbiosis

Il complesso, che verrà consegnato entro la fine dell’anno (ad oggi i lavori sono completati al 50% del totale; nda), sorgerà nel lotto nord, alle spalle della sede Fastweb Nexxt (anch’essa progettata da ACPV), e rappresenterà un nuovo tassello nella riqualificazione dell’area urbana a ridosso dell’ex scalo ferroviario di Porta Romana.

Building D di Covivio: il cantiere da via Orobia
Il cantiere da via Orobia: in primo piano il corpo basso, alle spalle il più alto (credits, Covivio)

Nell’ambito di Symbiosis, oltre al Campus di ICS Milano International School ultimato lo scorso anno (progetto Barreca & La Varra; nda), nascerà anche Vitae, la proposta di rigenerazione urbana sostenibile e a zero emissioni firmato da Carlo Ratti Associati, vincitore della competizione internazionale Reiventing Cities del 2019 per il sito di via Serio.

Render del business district di Symbiosis
Render del business district di Symbiosis (credits, ACPV)

Covivio, con Coima e Prada Holding, è anche impegnata nell’attuare le previsioni dell’accordo di programma dell’ex scalo di Porta Romana per la riqualificazione dell’intera area ferroviaria da tempo dismessa.

L’impianto planivolumetrico

Building D, che sarà completato entro il 2021, è già pre-locato al 50% a Boehringer Ingelheim, una delle più importanti aziende farmaceutiche al mondo, e alle realtà del gruppo Mars – Royal Canin Italia e, in un secondo momento, anche AniCura Italia, che stabilirà nel nuovo fabbricato anche il quartier generale del Cluster Mars Multisales Sud Europa.

L’impianto planivolumetrico del Building D di Covivio a Milano
Render del complesso da via Orobia (credits ACPV)

In base al masterplan dell’intero comparto di Covivio, che vale 125mila metri quadrati, l’immobile D si compone di due volumi, di circa 20mila metri quadrati di superficie. Il primo si sviluppa su quattro piani, compresi i livelli mezzanini, i volumi a doppia altezza e la struttura di copertura, con gli ultimi piani che si affacciano a sbalzo su via Orobia e accolgono il giardino pensile. Il secondo, di nove piani compresa la copertura, presenta ampi spazi per uffici e negozi al piano terra.

L’architettura e il layout interno

L’immobile D è pensato per accogliere ambienti per la ristorazione, il fitness, l’hospitality e un auditorium di 250 posti. I suoi volumi, solidi e vetrati, richiamano l’architettura dell’adiacente Fastweb Headquarter, mentre le aree aperte al piano terra si fondono con piazza Olivetti.

Gli elementi che caratterizzano gli spazi aperti al pubblico sono gli specchi d’acqua e la messa a dimora di una vegetazione naturale.

Lo spazio pubblico tra l’edificio D di Covivio alto e la via Adamello
Lo spazio pubblico tra l’edificio alto e la via Adamello (credits ACPV)

Il layout, basato sulla flessibilità, punta all’interazione tra le persone, grazie alle aree comuni e agli ambienti dedicati al lavoro collaborativo.

Il racconto del cantiere

Infobuild ha visitato il cantiere per raccontare due lavorazioni molto particolari: le realizzazioni della struttura portante in acciaio e le facciate vetrate. Due i protagonisti intervistati: Gianluca Musardo, project manager di Covivio, e Paolo Rigone, progettista delle facciate e titolare dello studio di Ingegneria Rigone.

Building D di Covivio: Il cantiere al piano terra
Il cantiere al piano terra (credits Covivio)

Il primo è un architetto di Roma, con la passione per il cantiere, che da alcuni anni vive stabilmente a Milano e che dal 2015 segue le più importanti iniziative della sua società; il secondo è un affermato ingegnere, che di mestiere progetta facciate e da diversi anni insegna Architettura tecnica al Politecnico di Milano.

Parla il project manager Gianluca Musardo

Gianluca Musardo, project manager di Covivio
Gianluca Musardo, project manager di Covivio

«Seguo alcuni dei progetti di sviluppo del complesso Symbiosis – attacca l’architetto Musardo -. Il progetto del Building D è nato nel 2019 e, a valle del progetto definitivo di Citterio e Viel, abbiamo sviluppato l’esecutivo. Come spesso accade, la sfida principale per tutti i cantieri è la lotta contro il tempo. Abbiamo un contratto con il tenant principale che prevede una prima consegna anticipata alla fine del prossimo luglio, per consentire la realizzazione da parte dell’affittuario delle opere di finitura interna, il cosiddetto fit-out, e l’ultimazione dell’edificio e di tutte le aree esterne entro ottobre. Fin dal progetto definitivo abbiamo sempre ricercato la sintesi tra le esigenze architettoniche da un lato e quelle operative di cantiere dall’altro, ragionando sulle migliori tecnologie da impiegare, in relazione ai tempi di esecuzione».

Building D di Covivio: La struttura metallica posata
La struttura metallica posata (credits, Covivio)

Per la realizzazione dell’edificio D, per ottimizzare i tempi di esecuzione delle opere, i tecnici della società hanno adottato una strategia di appalti separati (per gli scavi e le opere di contenimento) da quello generale di costruzione del complesso. Una scelta che ha garantito un anticipo di sei mesi dell’inizio della prima fase del cantiere, che si è sviluppata in sovrapposizione alla definizione del progetto esecutivo e della procedura di gara per l’appalto. A garanzia della qualità dei lavori e delle performance di produzione, l’appalto generale è stato affidato a un’associazione temporanea di imprese. Un’Ati, guidata da Cmb come mandataria, che si occupa delle parti edilizie e strutturali, e da Isa, per la realizzazione e la posa delle facciate, e che vede la partecipazione di Elettromeccanica Galli e di Gianni Benvenuto per gli impianti elettrici e meccanici.

Building D di Covivio: La struttura metallica pronta per l’imbollonatura
Le strutture metalliche pronte per l’imbollonatura (credits, Covivio)

«La scelta di affidarci a un’Ati di imprese specializzate – prosegue l’architetto – è dipesa dalla volontà di garantire un alto livello qualitativo delle opere, evitando il frazionamento dell’appalto in numerosi piccoli subappalti».

L’architettura pensata da Citterio e Viel si distingue non solo per l’immagine estetica in linea con il fabbricato accanto, ma anche per i grandi volumi aggettanti: un’idea progettuale che ha impegnato non poco i tecnici di Covivio nel rispetto del concept architettonico e dei tempi di esecuzione.

Building D di Covivio: Le grandi travi metalliche a V
Le grandi travi metalliche a V (credits, Covivio)

«D’accordo con i progettisti, la struttura portante originaria è mutata: da cemento armato a carpenteria metallica. Le strutture a V, originariamente in cemento a vista simili a quelle dell’immobile vicino, sono diventate in acciaio, una soluzione che ci ha permesso di tenere sospesi nel vuoto i volumi delle zone nord e ovest. Abbiamo poi progettato e realizzato una struttura metallica al piano terra capace di reggere, in collaborazione con le strutture in cemento armato dei vani scala e ascensore, i carichi dei solai soprastanti. Per rispettare i tempi stretti di realizzazione dell’opera abbiamo operato una modifica radicale degli elementi strutturali di trasferimento dei carichi provenienti dalle parti a sbalzo dei solai dei piani primo e secondo: siamo così passati dalla soluzione in cemento armata a quella in carpenteria metallica. In questo modo, l’85% delle strutture in elevazione del piano terra e dei solai dei piani primo e secondo sono state realizzate off-site, nello stabilimento di produzione della Mbm, permettendoci di misurarne, con frequenti expediting della direzione lavori e del collaudatore, i tempi di produzione delle singole parti strutturali. Per quanto concerne i collegamenti delle strutture metalliche non a vista, abbiamo preferito la soluzione imbullonata, rispetto a quella saldata. Una scelta che ci ha sollevati dagli imprevisti dipesi dalla temperatura e dagli eventi atmosferici. Abbiamo operato così anche per le strutture a V, suddivise in tre parti e poi saldate tra loro in cantiere, e per i solai bidirezionali, parzialmente alleggeriti e post-tesi, che salgono fino al nono piano. Per quanto riguarda la realizzazione delle strutture portanti dei vani scala e ascensore abbiamo ragionato come se stessimo costruendo una torre pluripiano, utilizzando dei casseri speciali per permetterci di svincolare la realizzazione del solaio da quella dei vani scala. Così facendo abbiamo recuperato una settimana di lavoro a piano, moltiplicata per gli otto solai. Un cambio strategico riuscito».

Building D di Covivio: Render del complesso da via Vezza d’Oglio
Render del complesso da via Vezza d’Oglio (credits, ACPV)

I lavori di cantiere, iniziati con i consolidamenti e gli scavi, sono stati ultimati nel dicembre del 2019, mentre contemporaneamente è stato aggiudicato l’appalto dei lavori, iniziati nel gennaio successivo. Poi, lo stop forzato di due mesi dovuto al Covid.

Il progetto delle facciate: parla Paolo Rigone

Paolo Rigone, dello studio di Ingegneria Rigone
Paolo Rigone, studio di Ingegneria Rigone

Oggigiorno progettare delle facciate vetrate è un affare per specialisti.

Ce lo conferma l’ingegnere Rigone, dello studio di Ingegneria Rigone di Milano.

«È un mestiere specialistico, certo. Progettare una facciata vetrata, che sempre più spesso è l’immagine dell’opera architettonica, è affare complesso: numerose sono le funzioni a cui una facciata deve assolvere e per questo occorrono competenze in diverse discipline: strutturali, architettoniche, fisico-tecniche. Diverse sono le sollecitazioni – meccaniche, termiche e acustiche, solo per citare quelle più importanti – e altrettante sono le funzioni alle quali la facciata vetrata deve essere in grado di rispondere. Siamo partiti dall’idea progettuale, abbiamo definito gli aspetti normativi e valutato le componenti più impattanti. Abbiamo poi interpretato, di comune accordo con lo studio Citterio Viel, il tema della trasparenza delle vetrate, centrale nel concept progettuale iniziale».

Building D di Covivio: La posa delle facciate vetrate
La posa delle facciate vetrate (credits, Covivio)

La tecnologia costruttiva delle facciate vetrate del Building D è per la maggior parte a cellule indipendenti, prefabbricate in officina, trasferite in cantiere e installate direttamente previo montaggio delle staffe di vincolo alla struttura portante dell’edificio; un’altra parte, quella del corpo inferiore, è invece realizzata con un sistema a facciata continua tradizionale, a montanti e traversi.

«Caratteristica principale della facciata – continua Rigone, che per Covivio ha già lavorato alla realizzazione della sede di ICS di Barreca & La Varra – è di avere specchiature molto ampie che, dal punto di vista progettuale e realizzativo, hanno richiesto particolare attenzione, essendo costituite da vetri a doppia camera, necessari per soddisfare gli elevati livelli di isolamento termico richiesti, ma che comporteranno pesi propri molto elevati».

Ma il lavoro del progettista non si è limitato alle facciate vetrate.

«L’incarico ha riguardato la progettazione di tutte le chiusure verticali esterne opache. Mi sono occupato in buona sostanza della pelle dell’intero edificio. La parte a secco delle pareti opache si compone di una struttura metallica collegata al fabbricato, placcata in più strati con lastre di fibrocemento, intonacate e tinteggiate. Grazie alla realizzazione di un mock-up in scala naturale, sono stati definiti i dettagli costruttivi – quali giunti orizzontali e verticali, rompi goccia e risvolti – nonché la stratigrafia dell’intonaco e della sua finitura, ciò per aderire il più possibile alle richieste dei progettisti».

Building D di Covivio: Vista serale del cantiere
Vista serale del cantiere (credits, Covivio)

Le certificazioni ambientali

Il progetto è stato pensato per l’ottenimento delle certificazioni Well Core (minimo score Bronze) e Leed Core & Shell (score Platinum) per le prestazioni ambientali, così come il rating Well Health Safety, che dovrà garantire agli occupanti l’adozione di misure a tutela della salute e della sicurezza.

«Per l’ottenimento delle certificazioni – conclude Musardo – abbiamo dato incarico a una società specialistica, Artelia, che ci segue in tutti i passaggi: dal progetto alla realizzazione. Abbiamo anche chiesto a Cmb di dotarsi di un consulente Leed, anche perché tutto deve essere monitorato, senza lasciare nulla al caso».


Antonio Citterio Patricia Viel

ACPV di Antonio Citterio Patricia Viel è uno studio internazionale di architettura con sede a Milano, fondato nel 2000 dagli architetti e designer Citterio e Viel. Lo studio è attualmente coinvolto in numerosi progetti internazionali: dalla pianificazione territoriale agli sviluppi urbani, dagli edifici residenziali e commerciali a sedi di aziende e hotel. Nello studio vi lavorano 130 professionisti, coordinati da otto soci. Tra i progetti più recenti dello studio vi sono la ristrutturazione del complesso per uffici in zona San Babila a Milano, la ristrutturazione della sede romana di Enel, la rigenerazione dell’ex caserma De Sonnaz per la nuova sede della società torinese Reply e le nuove torri a uffici Gioia 20, nel quartiere di Porta Nuova a Milano, anch’esse in costruzione.

Covivio

È una delle principali società immobiliari presenti in Europa. Quotata all’Euronext di Parigi e su Borsa Italiana, conta oltre mille dipendenti ed è attiva nei segmenti uffici, residenziale e alberghiero. A Milano, in cui è concentrato il 91% del portafoglio italiano a uso uffici del gruppo, Covivio è uno dei principali player della trasformazione urbana, con una pipeline di sviluppo immobiliare pari a circa un miliardo di euro: tra i progetti in corso, oltre agli interventi di rigenerazione dello Scalo di Porta Romana e dei business district Symbiosis e The Sign, anche i progetti di riqualificazione del proprio portafoglio esistente.



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