AI e ambiente costruito: l’intelligenza artificiale può aiutarci a decarbonizzare il settore edile? 26/06/2024
La chiesetta signorile dedicata alla Madonna, viene fatta risalire alla fine del secolo XIII e i primi scavi all’interno dell’attuale edificio, hanno infatti messo in luce la struttura tipicamente romanica della piccola basilica monoabsidata. Durante un periodo di quiete politica, quando ormai in seguito a guerre per il possesso del territorio, l’intera zona dell’Adda e quindi il Lavello, apparteneva ai veneziani, un eremita, tale ‘Jacopino’ che viveva presso la chiesetta, ne avviò un’opera di ampliamento scoprendo una tomba da cui scaturì mirabilmente una fonte di acqua purissima. Era il 1480, e questo evento miracoloso accompagnato da guarigioni prodigiose, fece del monastero un luogo di culto religioso e meta di pellegrinaggi sempre più frequenti. Nel 1486 si insediarono i frati dell’Ordine dei Serviti che ne seguirono e accelerarono i lavori di ricostruzione. La chiesa fu consacrata nel 1490. Durante gli ultimi due secoli, S.Maria del Lavello è stata oggetto di diverse dispute relative a questioni di proprietà finchè, nel 1962, la chiesa divenne sussidiaria della nuova parrocchia di Foppenico, che successivamente, insieme con il comune di Calolziocorte e la Comunità Montana di Valle San Martino, avviò studi e progetti per il recupero del vasto complesso. L’edificio ha subito nel corso degli anni diverse opere di ampliamento, tra le quali la costruzione del convento (1510), che ne hanno modificato la struttura originaria, oltre a riportare alla luce numerosi affreschi risalenti alla fine del Quattrocento. La chiesa ha un’unica navata con copertura alla cappuccina appoggiata su due archi acuti. Vi si può accedere da due ingressi: uno centrale e uno posto sul lato destro della navata. La chiesa possiede tre altari, il più antico dei quali è posto a sinistra della navata. Recenti lavori di restauro hanno riportato alla luce due nicchie la cui tamponatura risale probabilmente ad alcuni anni dopo la peste del 1630. È di questo periodo anche l’intonacatura dell’intero edificio che ha garantito una buona conservazione della struttura. In fondo alla navata si trovano gli altri due altari. L’altare maggiore, quello di destra, è in marmo e in stile barocco. All’esterno dell’edificio si trovano due chiostri del XVI secolo che recenti lavori di restauro, finanziati dalla comunità europea, hanno riportato allo stato originario. Sono costruiti su due piani con colonnato e loggia con colonne in pietra molare. Il chiostro piccolo a sinistra della chiesa, è chiuso sul lato nord da un edificio ad un solo piano. La corte maggiore invece si trova sul retro della chiesa, con sole due ali completate. Una delle due, quella lunga, termina con la “Casa del Priore” dove di recente è stato riportato alla luce uno scalone e degli affreschi non finiti. Un ulteriore recupero da citare è quello delle stanze ottagonali che interrompono il loggiato più lungo. INTERVENTI Gli interventi di restauro effettuati nel monastero hanno riportato alla luce numerosi affreschi e le successive opere di intonacatura delle parti ammalorate sono state effettuate con molta attenzione. Per gli intonaci di fondo è stato utilizzato Röfix 694 a base di calce idraulica e sabbie calcaree che in alcune parti è stato frattazzato per conferire un aspetto più rustico, seguendo l’andamento delle pareti. Nei locali interni è stata eseguita una lisciatura utilizzando Röfix 350, a base di calce idrata e sabbia di marmo da 0,2 mm e successivamente tinteggiata con pitture a calce. Particolare attenzione è stata posta nell’esecuzione di sagramature effettuate con Röfix 380 a base di calce idraulica naturale NHL5 e sabbie silicee fini. Scheda di Cantiere Direzione Lavori: Arch. Giuseppe Cruciani Fabozzi, Firenze Impresa esecutrice: Sandrini Costruzioni S.p.A., Trento Direttore di cantiere: Geom. Giancleto Foppoli Per informazioni sui prodotti Röfix: www.roefix.it Consiglia questo comunicato ai tuoi amici