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A cura di: Pierpaolo Molinengo Indice degli argomenti Toggle Efficienza energetica, l’Italia è in quinta in EuropaQuali investimenti sono stati effettuati nel 2024Troppe barriere ostacolano l’efficienza energetica L’Italia investe nell’efficienza energetica ma, almeno nel corso del 2024, ha alzato il piede dall’acceleratore: si continua a rinnovare il parco immobiliare italiano, ma, rispetto al 2023, è stato registrato un forte rallentamento soprattutto nel settore residenziale. A pesare su questo cambio di passo sono state principalmente le modifiche apportate al Superbonus. Stabili, invece, gli investimenti che vengono effettuati nel settore industriale. Ad analizzare nel dettaglio come stanno procedendo i lavori in questo settore ci ha pensato la School of Management del Politecnico di Milano, la quale, nella recente analisi “Energy Efficiency Report 2025”, ha messo in evidenza come gli investimenti nell’efficienza energetica in Italia continuino ad avere una performance positiva anche se rallentata rispetto agli obiettivi che sono stati posti dall’Unione europea. Per riuscire a centrare i target che sono stati fissati dall’Ue al 2030 sono necessari altri investimenti per 308 miliardi di euro. L’analisi effettuata dalla School of Management del Politecnico di Milano – che si basa su alcune indagini effettuate tra cittadini ed imprese – ha messo in evidenza che l’interesse verso l’efficienza energetica continua a crescere in Italia, anche se è ostacolata dai costi elevati, dalla burocrazia e dall’incertezza normativa. Efficienza energetica, l’Italia è in quinta in Europa Al quinto posto in Europa: è questa la posizione che conquista l’Italia nel “ranking” dell’efficienza energetica. Il rapporto tra consumo lordo e Pil – che all’interno dell’analisi costituisce un vero e proprio indice battezzato “Energy Intensity Index” – nel 2024 è migliore del 16% rispetto alla media dell’Unione europea. Buone notizie anche sotto il profilo dei consumi residenziali pro capite, che sono stati ridotti dell’8% rispetto al 2023. La performance dell’Italia è buona, ma il ritmo con il quale si procede all’efficienza energetica è insufficiente: facendo un confronto con il 2022 siamo scesi di una posizione, mentre Germania, Francia e, almeno in parte, Spagna sono riuscite a risalire la graduatoria tra il 2014 ed il 2023, riuscendo a ridurre il gap. Gli investimenti stimati nel 2024 oscillano tra i 58 ed i 66 miliardi di euro, inferiori a quelli effettuati nel 2023 quando ci si era attestati intorno ai 75.85 miliardi di euro. Nella metà dei casi i lavori erano concentrati nel settore residenziali, che ha registrato un imponente calo a causa delle modifiche apportate al Superbonus. L’Italia per riuscire ad allinearsi agli obiettivi energetici imposti dall’Unione Europea – volendo centrare lo scenario più ambizioso – dovrebbe riuscire a ridurre i consumi finali a 94 Mtep entro il 2030: purtroppo questo target è poco realistico, nel caso in cui dovessero essere mantenute attive le misure che sono attive in questo momento. Anche perché sarebbe necessario riuscire ad effettuare qualcosa come 308 miliardi di euro di investimenti da qui al 2030. Quali investimenti sono stati effettuati nel 2024 Nel 2024 sono drasticamente calati gli investimenti in efficienza energetica effettuati dal settore residenziale, che sono calati a 29-32 miliardi rispetto ai 44-49 miliardi registrati nel corso del 2023. Rimangono leggermente più stabili quelli effettuati in altri settori: l’industriale ha speso tra i 2,3 e i 2,7 miliardi di euro, puntando principalmente sul fotovoltaico – che ha registrato un aumento degli investimenti del 26% -, nelle pompe di calore, nell’illuminazione e nella sensoristica. Rallentano, invece, gli interventi sui processi produttivi e sui sistemi ad aria compressa, che perdono rispettivamente il 68% ed il 57%. Le aziende di medie dimensioni si distinguono per la loro dinamicità e diversificazione. Leggermente in calo è la Pubblica amministrazione, che ha destinato il 70% delle risorse a degli interventi per ridurre ed ottimizzare il fabbisogno termico del proprio parco immobiliare. La PA non ha puntato all’integrazione dei sistemi digitali avanzati o alle tecnologie smart per gestire in modo attivo i consumi: purtroppo la tipologia di investimenti che sono stati effettuati non si sono dimostrati efficienti in modo adeguato. Se è vero, infatti, che gli investimenti sono aumentati del 14% rispetto al 2023, i risparmi si sono fermati ad una percentuale più bassa: 13%. Troppe barriere ostacolano l’efficienza energetica In Italia l’interesse per l’efficienza energetica è indubbiamente diffuso, ma allo stesso tempo frammentato. All’interno dell’Energy Efficiency Report 2025 viene riportata una ricerca condotta da Doxa tra il mese di aprile e quello di giugno 2025 (sono stati coinvolti 2.500 cittadini), dalla quale emerge che l’87% delle persone vive in un alloggio di proprietà – il 60% in un appartamento e il 30% in una casa indipendente – fattore che incide positivamente sulla propensione ad investire nell’efficienza energetica. L’85% del campione intervistato ha ammesso di aver effettuato almeno un intervento nel corso degli ultimi cinque anni: sono state preferite delle soluzioni semplici, come sistemi di illuminazione intelligenti, gli elettrodomestici di ultima generazione e le caldaie a condensazione. Generalmente è stata espressa una certa soddisfazione per i lavori che sono stati effettuati – almeno nel 65% dei casi – e un certo interesse per le soluzioni pratiche ed accessibili. Ma continuano a rimanere degli ostacoli che frenano gli investimenti più consistenti: i costi sono elevati; la burocrazie è complessa; la difficoltà ad accedere al credito e agli incentivi. Al netto delle difficoltà riscontrate rimane alto il senso di responsabilità nella gestione dell’energia domestica. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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