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Nei primi sei mesi del 2007 l’export di marmi, graniti ed altre pietre, scavati o trasformati in Italia, ha fatto registrare una situazione di sostanziale parità in confronto con il medesimo periodo dello scorso anno. Sono state esportate, infatti, 2.258.743 tonnellate di materiali grezzi e lavorati per un valore di 932.486.624 euro con un incremento del +2,27 in valore e una contrazione di -5,84% nelle quantità rispetto al periodo gennaio giugno del 2006. Lo rende noto l’Internazionale Marmi e Macchine Carrara che, come di consueto, ha elaborato i dati Istat relativi al semestre confrontandoli con le rilevazioni dello stesso periodo del 2006. Il segno negativo nelle quantità esportate è dovuto principalmente alla contrazione dell’export di granulati e polveri di marmo proseguendo un trend annunciato nei primi mesi dell’anno perché si valutano solo le voci più importanti dell’export, quelle relative alle pietre lavorate e grezze, i numeri migliorano sensibilmente e si passa a un +2,9 per i valori, e +4,8 per i volumi (vedi tavola allegata). In questo panorama sono particolarmente positivi i dati relativi ai marmi e travertini e alle altre pietre lavorate, mentre i graniti lavorati chiudono il semestre con un saldo leggermente negativo, soprattutto sui volumi. Anche le importazioni hanno avuto un semestre di crescita, grazie ad un cambio favorevole dell’euro sul dollaro tanto che sulla voce principale, quella dei graniti in blocchi e lastre, i dati dei volumi sono di leggerissima crescita (+0,85% ) mentre quelli dei valori sono in calo ( -3,71% ) ed è bene ricordare che a giugno non si era ancora raggiunto l’apprezzamento valutario dell’euro registrato con la crisi dei mutui subprime americani. A proposito del mercato nordamericano il comportamento nel primo semestre 2007 prosegue l’andamento già in corso nell’area dove, soprattutto per i graniti e i marmi lavorati, già nel corso del 2006 si erano manifestati segnali di cambiamento relativi al mix di prodotti importati e si consolida complessivamente il segno negativo delle voci più importati anche se i valori “tengono” rispetto ai volumi. Per l’export italiano verso gli Stati Uniti si registra, infatti, sulle voci più importanti, un -13,4% in quantità e -8,3% in valore, a riprova che il cambio favorevole dell’Euro influisce e che compensa in parte le dinamiche di prodotto. I marmi lavorati si comportano meglio, perchè su questa voce si rileva un -3,3% sui volumi, ma anche un +3,7% sui valori mentre i graniti hanno un calo più brusco e uniforme. Si avvertono i primi segni di incertezza anche per l’Unione Europea, dove per le voci maggiori le quantità sono pressoché stabili ed i valori complessivi salgono del +4,4%; da notare, nello stesso tempo, che il mercato più importante, la Germania, evidenzia una lieve flessione sui valori che è leggermente superiore per i volumi e riguarda soprattutto i lavorati, sia di marmo, dove il valore medio sale, sia per il granito sia, ma in misura superiore, per i marmi. Ancora qualche riflessione sui singoli paesi con il Regno Unito che nel primo semestre aumenta l’import dei lavorati di marmo, ma il mercato inglese non è certo a pari di quello tedesco; siamo a circa 31 milioni e mezzo di euro, contro i 103 milioni e 600 mila euro di quello tedesco. In espansione l’export verso l’Europa non comunitaria, con un volume di affari superiore ai 100 milioni di euro, ma si tratta di mercati abbastanza giovani, ad eccezione della Svizzera che ha importato per 46 milioni di Euro con un saldo di crescita tanto nelle quantità (+13,7%) quanto nei valori (+8,8%). Si consolida il mercato russo con oltre 20 milioni di euro con un export italiano basato soprattutto sui marmi lavorati e con un aumento di oltre 26 punti percentuali sempre rispetto allo stesso periodo del 2006 e con un trend di crescita costante. Nelle aree extraeuropee cresce l’export verso l’India di oltre il +22%, ma il livello del fatturato è ancora basso (13 milioni di euro), mentre la Cina ha assorbito nel semestre soprattutto marmi grezzi e semigrezzi per 20 milioni di euro. Lo stesso vale per l’Africa, che cresce non solo al nord, finalmente, e che apprezza soprattutto marmi e travertini lavorati mentre le esportazioni di blocchi di marmo e travertino verso quest’area si restringono ai Paesi della sponda mediterranea e crescono del +19% in quantità e del +24% in valore. Resta stabile su quote basse, anche se in espansione, il sud America, mentre sul Medio Oriente la situazione cambia molto a seconda dei Paesi ma si evidenza un quadro complessivo di ulteriore contrazione sui volumi con crescita sui valori perché, tradizionalmente, su quest’area, viene privilegiata la qualità specifica delle forniture. Esemplare il quadro dell’export verso l’Arabia Saudita in cui le forniture calano mentre cresce il valore medio delle sue importazioni di marmo mentre gli Emirati Arabi Uniti da soli “valgono” ormai più del Regno Unito e sono in ulteriore espansione. Le importazioni mostrano un andamento più lineare anche se strettamente legate alla fase di apprezzamento dell’euro sul dollaro. Le voci maggiori fanno rilevare oltre 1 milione e 200 mila tonnellate per oltre 235 milioni di euro, e ancora, come sempre, il granito in blocchi ne costituisce la voce maggiore. Crescono sensibilmente anche le importazioni di lavorati, sia di marmi che di graniti (questi in misura minore). I paesi più importanti sono quelli abituali, con una presenza in crescita di Egitto (marmi), e India (graniti). In leggero calo il Brasile e il Sud Africa, mentre nelle importazioni dalla Cina crescono i lavorati, soprattutto di granito. Per scaricare le tabelle in PDF dell’export e import marmi clicca qui Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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