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In concomitanza con il primo giorno del SAIE, è stato presentato da Federcostruzioni, in collaborazione con 17 centri studi e 80 associazioni di categoria in rappresentanza di oltre 30.000 imprese, il “Rapporto 2015 – Il Sistema delle Costruzioni in Italia”, un bilancio approfondito inerente al tema dell’edilizia e ai suoi microsettori. Alla presentazione del Rapporto hanno partecipato il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, il presidente di Federcostruzioni, Rudy Girardi, e il docente di economia presso l’Einaudi Institute for Economics and Finance di Roma, Luigi Guiso. Una sintesi degli anni della crisi Il Rapporto 2015 evidenzia che nel 2014 la filiera delle costruzioni ha perso 125.000 posti di lavoro rispetto al 2013, con una produzione del -3%. Un dato relativamente modesto rispetto al calo dei precedenti anni, ma più elevata del calo rilevato dalla produzione nazionale nello stesso periodo. Se volessimo espandere la nostra visuale agli anni della crisi, ossia dal 2008 al 2014, il bilancio registra una perdita di 650.000 posti di lavoro (oltre 2.077 posti alla setimana) e 125 miliardi di euro (-29,2%) di valore della produzione. Nel dettaglio, la perdita più consistente è stata registrata dalle costruzioni: -75 miliardi di euro rispetto ai livelli iniziali, pari al 27%. Le flessioni più significative si registrano per la siderurgia (-40%), l’industria macchine per il movimento terra (-45%), il cemento e il calcestruzzo (-50%), il commercio di macchine per il movimento terra, da cantiere e per l’edilizia (-65%) e i laterizi (-70%). L’export come argine della crisi Per quanto grave sia il resoconto dei dati relativi alle costruzioni, nel periodo 2008-2014 le esportazioni hanno provveduto ad arginare in parte le perdite produttive. Per i settori che hanno scambi con l’estero (3 settori su 4 esportano) a fronte di una diminuzione della produzione del 29,2% nel periodo della crisi, si registra una crescita delle esportazioni del +23% nel periodo 2009-2014 (nel 2008 le esportazioni segnarono una pesante caduta cui ha fatto seguito un periodo di crescita ininterrotta). Inoltre a fronte di un’attività di esportazione di un certo rilievo, i flussi di importazione risultano di modesta entità. Le due opposte dinamiche export- import si traducono in un vantaggio per la bilancia commerciale che nel 2014 ha sfiorato i 30 miliardi di euro (nel 2008 era di 26,1 mld). Ottimismo per il 2015 e per il 2016: gli interventi Le previsioni per il 2015 e il 2016 sono improntate ad un cauto ottimismo dovuto ai segnali positivi di allentamento della crisi in atto e che si collocano in un quadro generale in netto e continuo miglioramento. Si passa infatti da -9,5% del 2012 a -5,7% del 2013 a -3,0% del 2014 ad una previsione di -0,5% per il 2015 e di -0,1% per il 2016. Le previsioni di chiusura dell’anno in corso (2015) e per l’anno successivo (2016) sono improntate ad un cauto ottimismo dovuto ai segnali positivi di allentamento della crisi in atto che si colgono un po’ in tutti i settori del sistema delle costruzioni e che si collocano in un quadro generale in netto e continuo miglioramento in cui i segni più cominciano finalmente a prevalere sui meno in molti indicatori congiunturali ed aggregati economici nazionali. Per il 2015, l’indice Istat della produzione nelle costruzioni registra, nei primi quattro mesi dell’anno in corso, una flessione del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2014, un livello di riduzione più contenuto dopo i significativi cali degli anni precedenti. Il calo degli investimenti in costruzioni nel 2015, più contenuto rispetto agli anni precedenti, è stato mitigato dalla proroga fino a dicembre 2015 del potenziamento degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie e per l’efficientamento energetico (previsti dalla Legge di Stabilità per il 2015). A ciò si aggiungono alcuni provvedimenti relativi alle opere pubbliche che, sebbene non sufficienti ad invertire il ciclo, ne mitigano, tuttavia, già nel 2015, la flessione. Nel 2016, in assenza di specifici interventi di sostegno al settore, l’Ance configura uno scenario di ulteriore flessione, pur se di intensità più contenuta rispetto al passato, dello 0,5% in termini reali su base annua (scenario tendenziale). L’Ance ha tuttavia formulato un secondo scenario, che tiene conto di una concreta e rapida attuazione di nuove misure da parte del Governo finalizzate a dare rapido avvio a nuove iniziative sul fronte dei lavori pubblici, alla proroga del potenziamento degli incentivi fiscali per gli interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica e alla parziale detassazione degli acquisti di abitazioni nuove in classe energetica elevata. In questo scenario per il settore delle costruzioni si prefigura un’interruzione della caduta nel 2016, con una crescita dei livelli produttivi del +3,2% in termini reali su base annua. Intervento di Girardi – Federcostruzioni: “Seppure per il 2014 ne emerge un quadro tutt’altro che positivo, si prefigura uno scenario di ripresa che appare realisticamente all’orizzonte dei prossimi anni”. Lo ha dichiarato il Presidente di Federcostruzioni, Rudy Girardi, presentando il Rapporto 2015 – Il Sistema delle Costruzioni in Italia. “Infatti – ha sottolineato poi Girardi – nonostante il 2015 segni un andamento produttivo in lieve riduzione, dovrebbe prefigurare il punto di partenza per il ritorno a ritmi di crescita”. “Sul piano metodologico – ha poi concluso Girardi – l’analisi di Federcostruzioni si presenta con tutta l’originalità e l’equilibrio che le viene dall’essere il risultato del confronto di diciassette diversi Centri Studi che ormai da anni dialogano condividendo impostazioni differenti tra loro”. Intervento di Guiso – docente di Economia: “Il settore delle costruzioni è quello che ha pagato a più caro prezzo la crisi economica: di tutti i posti di lavoro persi durante la crisi, oltre il 50% è stato perso nel settore delle Costruzioni”. Così l’economista Luigi Guiso, docente di Economia presso l’Einaudi Institute for Economics and Finance di Roma, nel corso del suo intervento all’evento di presentazione del Rapporto 2015. “L’inversione ciclica nel settore”, ha poi osservato Guiso, “è in ritardo rispetto a quella dell’economia. Dovrebbe flettere anche nell’anno in corso e mostrare un segno positivo solo nel 2016, a seconda delle misure messe in campo dal Governo”. Quella della filiera delle Costruzioni, segnala poi Guiso, “è una ripresa più fragile di quella dell’economia nel suo complesso per l’importanza che rivestono in questo settore credito e incertezza”. “Per l’economia nel suo complesso si profila un recupero lento. Ancor più lenta – ha sottolineato poi il professor Guiso – sarà la ripresa del settore delle costruzioni in assenza di interventi significativi e di lunga lena”. Secondo le stime del docente, infatti, ipotizzando una crescita del settore del 3% l’anno ci vogliono 11 ani per ritornare ai livelli pre-crisi. “Tutto questo”, ha infine evidenziato Guiso, “ha due implicazioni: per l’economia italiana nel suo complesso sarà difficile potersi riprendere senza una piena ripresa del settore delle costruzioni; per il settore delle costruzioni, una ripresa solida e ragionevolmente rapida richiede interventi da parte del Governo molto coraggiosi”. a cura di Sara Leonardi Cauto ottimismo per le costruzioni nel 2015 e 2016 2 Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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