Tecnica dell’ancoraggio meccanico e chimico

Di seguito vengono descritte brevemente le caratteristiche dei materiali più utilizzati nelle costruzioni.
Calcestruzzo
Il calcestruzzo è un impasto ottenuto attraverso una miscela di tre componenti: cemento, acqua e inerti di differente granulometria (sabbia, ghiaia) che, in funzione del peso specifico degli elementi costituenti, viene usualmente suddiviso in due categorie:
• calcestruzzo normale (con densità a secco compresa tra 2,0 kg/dm3 e 2,8 kg/dm3)
• calcestruzzo alleggerito (con densità a secco inferiore a 2,0 kg/dm3)
Il calcestruzzo dopo 28 giorni di maturazione, raggiunge, a seconda della composizione, una determinata resistenza alla compressione, sulla base della quale viene usualmente classificato.
Con la sigla C20/25 si identifica, secondo la classificazione prevista dalla norma ENV206, un calcestruzzo che presenta una resistenza alla compressione a 28 gg di 25 N/mm2, se misurata su provini cubici, e di 20 N/mm2, se misurata su provini cilindrici.
La resistenza a trazione del calcestruzzo è molto inferiore alla sua resistenza a compressione: l’inserimento di elementi di armatura in acciaio garantisce la capacità del materiale composto, il calcestruzzo armato, di resistere anche agli sforzi di trazione.
E’ importante, al momento dell’applicazione del dispositivo di ancoraggio, considerare sempre la effettiva classe di resistenza del calcestruzzo, perché in base ad essa viene stabilito il carico massimo applicabile all’ancorante. Sono classificati come calcestruzzi leggeri i calcestruzzi contenenti inerti con un basso peso specifico tra i quali argilla espansa, pomice, laterizio frantumato.
La resistenza alla compressione di tali materiali risulta inferiore a quella del calcestruzzo normale mentre vengono notevolmente incrementate le capacità termoisolanti oltre alle caratteristiche di leggerezza, vantaggiose per alcune applicazioni.
Le murature
Murature costituite da elementi resistenti artificiali
La muratura è costituita da elementi resistenti artificiali (mattoni o blocchi), aventi forma più o meno regolare, sovrapposti in opera gli uni agli altri con interposizione di una sostanza legante o cementante. Gli elementi resistenti possono essere in:
– laterizio normale
– laterizio alleggerito in pasta
– calcestruzzo normale
– calcestruzzo alleggerito
Gli elementi resistenti artificiali possono essere dotati di fori in direzione normale al piano di posa (elementi a foratura verticale) oppure in direzione parallela (elementi a foratura orizzontale).
Si distinguono le seguenti categorie, in base alla percentuale di foratura:
– elementi pieni: unità prive di cavità o con percentuali di vuoto inferiori al 15%
– elementi semipieni: percentuali di vuoto comprese tra il 15% ed il 45%
– elementi forati: percentuali di vuoto comprese tra il 45% ed il 55%. Murature costituite da elementi resistenti naturali
La muratura è costituita da elementi resistenti in pietra legati tra loro tramite malta.
In questa categoria rientrano le pietre formatesi in natura e le rocce in genere che, a seconda della loro composizione si distinguono in:
– pietre a struttura granulare in cui è visibile ad occhio nudo la struttura dei grani che le costituiscono (es. granito);
– pietre a struttura compatta in cui non sono riconoscibili i componenti costituenti la struttura che risulta comunque di tipo granulare (es. basalto, arenaria compatta);
– pietre a struttura porosa con presenza di cavità irregolari (pori) tra i grani (es. pietra pomice, tufo).

Le murature formate da elementi resistenti naturali si distinguono nei seguenti tipi:
muratura di pietra non squadrata: composta con pietrame di cava grossolanamente lavorato, posto in opera in strati pressoché regolari;
muratura listata: costituita come le murature in pietra non squadrata ma intercalata da fasce di conglomerato semplice o armato oppure da ricorsi orizzontali costituiti almeno da due filari in laterizio pieno;
muratura di pietra squadrata: composta con pietre di geometria pressoché parallelepipeda poste in opera in strati regolari.
Pannelli e lastre
I pannelli e le lastre possono essere identificati come elementi strutturali a parete sottile, con una scarsa resistenza e quindi non capaci di sopportare carichi elevati. Vengono solitamente realizzati con materiali quali cartongesso, compensato, truciolato, masonite ed utilizzati come elementi non portanti (pareti divisorie, controsoffitti).
Legno
I legnami utilizzati nel campo delle costruzioni per la realizzazione di elementi strutturali, portanti e non, possono avere caratteristiche di resistenza differenti a seconda dell’essenza utilizzata; ottime prestazioni possono essere raggiunte dal legno lamellare.

TECNICHE DI PERFORAZIONE
La perforazione necessaria per l’alloggiamento del dispositivo di ancoraggio nel materiale di supporto deve essere tale da garantire la capacità di carico e l’affidabilità previste per l’ancorante. Sono utilizzate le seguenti tecniche:
perforazione a rotazione: effettuata tramite trapano elettrico permette di realizzare l’alloggiamento dell’ancorante in materiali non compatti quali forati, cavi o comunque con caratteristiche di scarsa resistenza; perforazione a rotopercussione: effettuata tramite trapano a percussione permette di realizzare l’alloggiamento dell’ancorante in materiali compatti quali calcestruzzo o mattoni pieni;
perforazione a martello: effettuata tramite martello perforatore il cui funzionamento è tale da esercitare una forte azione di percussione; tale tecnica viene utilizzata per perforare materiali compatti ad alta resistenza; perforazione con sonda diamantata: grazie al funzionamento a sola rotazione della sonda l’impatto sulla struttura non genera vibrazioni; tale tecnica può essere effettuata con raffreddamento ad acqua o ad aria (perforazioni a secco).

CLASSIFICAZIONE DEI DISPOSITIVI DI ANCORAGGIO
Ancoranti ad espansione a controllo di coppia
(ad es.: BRB, NW)
La forza di espansione dipende dalla forza di trazione degli ancoranti stessi.
L’espansione si ottiene serrando una vite o un dado che generano l’espansione di un componente dell’ancorante, detto “camicia”. L’espansione va controllata tramite l’applicazione di una corretta coppia di serraggio, che garantisce la durata nel tempo del fissaggio e non sovraccarica l’ancorante.
Ancoranti ad espansione a controllo di spostamento
(ad es.: JUNIOR E)
La forza di espansione si ottiene tramite lo scorrimento forzato di un cono che fa assumere all’ancoraggio, ad espansione avvenuta, una geometria predeterminata.
Ancoranti a tenuta per adesione (tutti gli ancoranti chimici)
L’ancorante è costituito da una miscela bi-componente che funge da legante fra il materiale di supporto ed un inserto metallico (barra). La malta penetra nei pori del materiale determinando, ad indurimento avvenuto, una tenuta per forma oltre che per aderenza.
Ancoranti di tipo leggero (ad es.: JNL, FBN)
L’espansione si verifica in seguito all’introduzione di un elemento espansore (ad es. una vite) nel corpo dell’ancorante o, nel caso degli ancoranti a deformazione, tramite un’espansione a geometria predeterminata che consente una tenuta per contrasto nel materiale di base.

Spessore fissabile
Lo spessore fissabile corrisponde generalmente allo spessore dell’elemento da fissare. Nel caso di applicazioni su supporti rivestiti con materiali con
scarsa resistenza, quali intonaco o materiale isolante, si deve sommare allo spessore dell’elemento anche quello degli strati non resistenti.
Profondità di ancoraggio
Viene considerata profondità di ancoraggio la distanza tra la superficie esterna del supporto e l’estremità dell’ancorante.
Applicazione del carico
Le prestazioni dell’ancorante dipendono dalla corretta installazione.
Successivamente alla messa in opera del dispositivo di ancoraggio si procede all’applicazione del carico e del serraggio mediante chiave dinamometrica sull’ancorante.

CARICHI APPLICATI SUGLI ANCORANTI
Fondamentale per la definizione della tipologia dei carichi applicati è, oltre all’intensità del carico stesso, anche la direzione con cui viene applicato in relazione all’asse dell’ancorante (a angolo compreso tra la direzione del
carico e l’asse dell’ancorante) ed il punto di applicazione.
Ancoranti sollecitati a trazione: la direzione del carico coincide con l’asse dell’ancorante a=0°.
Ancoranti sollecitati a taglio: il carico agisce ortogonalmente all’asse dell’ancorante a=90°.
Ancoranti sollecitati a carico combinato: il carico agisce con una direzione inclinata di un certo angolo 0<a<90° rispetto all'asse dell'ancorante.generando un effetto combinato di trazione e taglio.
Ancoranti sollecitati a flessione: il punto di applicazione del carico si trova ad una determinata distanza dalla superficie del supporto (installazione distanziata); il carico, che agisce ortogonalmente all'asse dell'ancorante, esercita una sollecitazione di flessione sull'ancoraggio che deve essere considerata nel dimensionamento.

ANCORANTI CERTIFICATI
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