Sicurezza in interventi di restauro

Misure specifiche per singolo cantiere
I provvedimenti in materia di sicurezza nei cantieri, emanati a partire dalla 494/96 (in recepimento di direttive di livello europeo), si sono prefissati il compito di delineare un quadro chiaro dei compiti e delle responsabilità, relativamente allo specifico argomento, che fanno capo ai singoli attori protagonisti del processo edilizio.
Una cornice procedurale, dunque, che, in attesa del regolamento attinente i contenuti minimi dei piani di coordinamento e degli altri strumenti di verifica e controllo dell’organizzazione del cantiere (attualmente in lettura alle Camere), rimanda alla previgente normativa, invero alquanto corposa, circa gli effettivi dispositivi di protezione individuale e collettiva da adottarsi nelle diverse fasi di attività e nelle potenziali situazioni di rischio.
Nulla, tuttavia, viene detto (e non potrebbe essere altrimenti dato il carattere di specificità, riferito al singolo cantiere, che siffatte prescrizioni devono necessariamente avere) sui modi di intervento e sulle cautele da tenersi nell’allestimento dei suddetti dispositivi, allorquando le opere si riferiscano a un organismo architettonico di pregio storico-architettonico.

Il recupero delle merlate del Castello Sforzesco di Milano
A maggior ragione, dunque, può risultare d’interesse, attraverso la descrizione un caso esemplare quale quello qui sinteticamente analizzato, tratteggiare alcuni principi guida, utili a livello di metodo, per un approccio che risulti in linea, anche da questo particolare punto di vista, con la prioritaria esigenza di integrale conservazione delle testimonianze architettoniche e artistiche su sui si è chiamati a intervenire.
Le Merlate del Castello Sforzesco costituiscono un itinerario panoramico di eccezionale suggestione – affacciato in quota sulla metropoli milanese e, in particolare, sull’asse monumentale di Via Dante – Corso Sempione -, e caratterizzato dalla presenza di alcuni episodi di maggior rilievo lungo il suo sviluppo (superiore al chilometro), che ne segnano i principali punti di snodo: la Torre del Carmine, la Torre del Falconiere, la Torre del Filarete,…
Straordinario esempio dei magisteri costruttivi propri della cultura eclettica di fine Ottocento (epoca della sua “rinascita”), nella maggior parte dei suoi elementi, il Castello è oggi fatto segno di una serie di interventi volti a un adeguamento e a una modernizzazione degli impianti tecnologici e a una rifunzionalizzazione di spazi e percorsi attualmente preclusi al pubblico o accessibili solo a piccoli gruppi guidati.

Fra questi ambiti oggetto di riqualificazione, vi è, per l’appunto, il camminamento delle Merlate, affidato, per quanto concerne la progettazione e la direzione lavori, a un team di professionisti costituito dagli Architetti Fausto Colombo, Lorenzo Forges Davanzati e Giuseppe Mento, e relativamente, invece, alla sicurezza, agli Architetti Claudio Sangiorgi e Massimiliano Molinari.
I lavori, appena terminati, sono stati finalizzati all’adeguamento normativo delle parapetterie in affaccio sulla Piazza d’Armi, alla sostituzione dei tondini di protezione della caditoie con griglie di nuova fornitura, al mascheramento delle dotazioni impiantistiche presenti nei vani sottotetto con schermature lignee, alla manutenzione conservativa degli ambienti interni alla Torre del Falconiere e alla Torre del Carmine.

Sicurezza e conservazione: due esigenze conciliabili
Affrontando la redazione del piano di coordinamento per le opere qui sinteticamente descritte, una prima importante valutazione compiuta, è stata quella del profilo d’impresa che era possibile attendersi, in ragione della categoria prevalente d’appalto, con cui questo era stato bandito: nel caso in questione, opere di falegnameria. Un’ipotesi di lavoro decisiva per la formalizzazione in via preventiva di dispositivi di sicurezza che fossero di facile apprestamento da parte dell’appaltatore e che rientrassero appieno nel suo più abituale dominio di attività, agevolando – per tale verso – il dialogo con l’ufficio di coordinamento ed evitando l’intervento di ulteriori soggetti in sovrapposizione.
Si è quindi scelto di realizzare il maggior numero di protezioni collettive in legno, utilizzando sistemi di connessione e di fissaggio, tra i singoli elementi e con le strutture del Castello, che permettessero una piena e garantita reversibilità a lavori terminati (vedi immagini).

Nello specifico tali dispositivi sono stati costituiti, per la maggior parte, da:

1) andatoie e passarelle in legno;
2) parapetterie integrative e provvisorie – sempre in legno – con fissaggio mediante filo di ferro ricotto o spessori e cunei in legno;
3) pannelli di chiusura di fori e aperture esistenti e di piccole dimensioni;
4) protezioni in gommapiuma o altro materiale assorbente gli urti di ganci e altri “ferri” sporgenti;
5) reti a maglia fitta a protezione dalla caduta di materiali dall’alto sui livelli sottostanti.

Tutte ipotesi, poi, fatte proprie e confermate dall’impresa effettivamente affidataria delle opere (Tantussi srl di Montecalvoli – Pisa) in sede di Piano Operativo e di concreta attuazione delle previsioni di piano.
Illustrazioni chiare per spiegare i contenuti del piano
Molto merito della facilità di dialogo instaurata tra l’ufficio di coordinamento e l’impresa è indubitabilmente da attribuire alla modalità scelta di trasmissione delle informazioni e degli elementi essenziali dei contenuti del piano. Si è optato, infatti, per la redazione di schede – a illustrazione delle situazioni di rischio presenti per gli addetti e delle relative operazioni di messa in sicurezza – in cui forte e diretto fosse il contributo dell’immagine, con una prima ripresa fotografica dello stato di fatto e una seconda elaborazione al computer con sovrapposizione degli apprestamenti da realizzare.
Un sistema di facile lettura e per questo consultabile da parte di tutti gli operatori (e non solo i singoli preposti), soprattutto in relazione alla difficoltà di comprensione linguistica che caratterizza la manodopera straniera sempre più di frequente presente in cantiere.

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