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Indice degli argomenti Toggle Dal passato al futuroLatina e le linee d’acquaCinque azioni per rigenerare LatinaTrasformazione passo a passoCento anni da celebrare Il progetto di rigenerazione per il centro storico di Latina è curato da Alfonso Femia/Atelier(s) Alfonso Femia, Emilio Ranieri Ingegnere e Francesco Romagnoli (Studio Ingegneria Architettura Romagnoli), selezionati dal servizio Urbanistica del Comune di Latina a seguito di manifestazione di interesse, e ha l’obiettivo di ripensare le soluzioni urbanistiche e infrastrutturali per trasformare una città impermeabile e densa in un ambiente vivibile e accogliente, al centro di un ritrovato rapporto attivo e reciproco con il proprio territorio circostante. Il masterplan è concepito come la base su cui sviluppare un confronto intelligente e la definizione di azioni condivise, in una cornice aperta che permette di recepire le osservazioni. Ma, soprattutto, mette sulla carta le linee di un programma di sviluppo per passi successivi che vede nel 2032, in occasione dei cento anni dalla fondazione, la prima tappa di un percorso di trasformazione che si proietta a lungo termine. Dal passato al futuro Fondata nel 1932 con il nome di Littoria, la città di Latina segue il modello gerarchico dell’organizzazione degli spazi e rappresenta la traduzione architettonica della retorica del regime fascista nell’ambito delle opere di bonifica dell’Agro pontino. Il progetto prende in considerazione non solo il centro storico ma lo scenario urbano nel suo insieme, che negli anni è stato oggetto di un processo di trasformazione. Latina è una città cresciuta a balzi senza un reale controllo sulla sua espansione; fino agli anni Ottanta del secolo scorso lo sviluppo è stato sostenuto dai finanziamenti della Cassa del Mezzogiorno che hanno stimolato investimenti e pianificazioni industriali nei settori agroalimentare e farmaceutico, senza mai perdere la propria vocazione peculiare legata all’attività agricola. L’abolizione della Cassa ha generato un rallentamento se non una regressione dello sviluppo urbano, e l’avvio di una fase di crescita dell’attività terziarie che però ha prodotto risultati fondati sulla prosecuzione di processi e progetti nati nella precedente fase più che sulla spinta di nuovi settori e nuove idee. Piazza del Popolo e piazza della Libertà sono i due poli intorno ai quali si sviluppa il centro storico, caratterizzato dalla presenza delle architetture di regime, mentre i due assi principali, Roma-Terracina e Monti Lepini-mare, sono stati gli elementi generatori di tutto l’impianto urbano. A definire la complessità contemporanea è il quadro attuale dell’assetto urbano, caratterizzato da una mobilità prevalentemente automobilistica e una scarsa attenzione allo spazio pubblico e al verde che sono frammentati e senza una qualità apprezzabile per i cittadini, e dalla mancata valorizzazione sia degli scenari ambientali, sia delle opere idrauliche e delle interconnessioni tra le linee d’acqua, sia del notevole patrimonio architettonico. Tutti punti di partenza raccolti attivamente per lo studio del masterplan. Alfonso Femia – ©Filippo Avandero “Prima di focalizzarci sul centro storico, su quale identità o immagine dare alla città per i cento anni, era importante ripartire dalle azioni fondative che, oggi, si possono ancora riconoscere in tracce evidenti”, spiega Alfonso Femia. Per esempio l’acqua, elemento di testimonianza del passato e oggi presenza poco percepita dalla città. Ma anche la riscoperta e valorizzazione di un disegno che “nasce dalle due linee di attraversamento sul territorio che connettevano Latina verso Roma e verso il mare, e ha lasciato una sorta di trama fatta di pieni e di vuoti”. Dove questi vuoti oggi offrono le risorse per ridisegnare i contenuti di una città in tema di vivibilità e risposta al cambiamento climatico. Lavorare a partire dal reticolo territoriale fondativo vuol dire recuperare in una nuova accezione la connessione diretta fra la città e il suo territorio, e individuare le aree su cui focalizzare gli interventi con un lavoro sullo spazio pubblico e sulle arterie di collegamento. Il masterplan offre la possibilità di definire una “cassetta degli attrezzi” e le modalità di intervento strutturate per fasi successive. Un’idea secondo cui, seppure a frammenti, tutto è contenuto “dentro la visione di un reticolo costituito dalle strade, gli spazi pubblici e gli edifici che ne caratterizzano la struttura”. Latina e le linee d’acqua Alfonso Femia sviluppa da anni una ricerca sulle linee d’acqua e sulle intersezioni progettuali tra acqua e territorio. Secondo questo approccio, le linee d’acqua sono il tratto comune a tutto il mondo mediterraneo: il mare e le sue linee di costa, lo spartiacque tra i fiumi, i corsi d’acqua alla loro origine che si sviluppano nelle linee di crinale e le acque di risorgiva, gli alvei fluviali, le fiumare e le corrispondenti linee di piana. L’acqua mediterranea interseca il progetto dell’architettura, del paesaggio, della narrazione, e dell’arte, condiziona e governa tutti i modelli sociali ed economici. Lo schizzo del progetto di rigenerazione per il centro storico di Latina di Alfonso Femia Nel lavoro di Femia, le linee d’acqua possono essere assunte come minimo comune denominatore di una riflessione contemporanea che si apre e si aggiorna ai temi contemporanei e contingenti del clima. Questa peculiare conoscenza progettuale ha contribuito alla costruzione di un approccio specifico particolarmente coerente con le caratteristiche del territorio. A Latina, nata da un ingente intervento di bonifica idraulica di un territorio paludoso, l’acqua emerge (o ri-emerge) in un racconto che esce dalle linee più conosciute dei fiumi e del mare e si rivela come capacità generativa dell’abitare urbano. Prendendo in considerazione il dialogo fra pieni e vuoti e fra spazi verdi e urbanizzazione, il rapporto storico fra il tessuto urbano e i tracciati dettati dagli interventi di bonifica, il progetto apre la città anche all’incontro con il mare. Un’opportunità attiva di “leggere il territorio fra le due linee d’acqua, quella interna al centro della bonifica e quella che proviene dal mare, che determinerà nuovi disegni”. Acqua come testimonianza della memoria storica e come risorsa progettuale dalla molteplice valenza. Il progetto include all’interno del percorso di evoluzione della città un parco lineare “dei canali” con spazi attrezzati per il tempo libero lungo i principali canali urbani, insieme con la creazione di piazze d’acqua e “suoli viventi”, superfici trasformate da minerali a vegetali, attraverso la posa in opera di una pavimentazione drenante, che potranno offrire risposte operative concrete e sostenibili in chiave di contrasto alle conseguenze del cambiamento climatico in atto. In questo quadro anche Piazza del Popolo verrà riconfigurata come luogo di evocazione dei trascorsi palustri del territorio. Cinque azioni per rigenerare Latina La strategia di intervento tracciata dal masterplan prende forma attraverso cinque azioni: liberare l’area del centro storico da strutture e superfetazioni per realizzare spazi aperti e connessi sia fisicamente, sia visivamente con la città circostante; recuperare e valorizzare i grandi assi di orientamento; riaprire gli spazi dismessi; innestare nuovi elementi fruibili dai cittadini, destinati all’abitare, allo sport, allo svago e alla cultura; creare nuovi spazi verdi. Questo, ribadisce Femia, sempre nella logica di misurare le azioni nel tempo, secondo “non un assioma di intervento ma un approccio che una volta definiti gli strumenti alle diverse scale possa portare, nel tempo, a un nuovo equilibrio fra città e territorio”. Tra memoria storica e qualità dell’abitare La strategia progettuale condivisa dal team di progettisti per Latina acquisisce la sostenibilità ambientale e la qualità dell’abitare lo spazio urbano come elemento cardine, integrata con il recupero della memoria storica delle linee d’acqua e della connessione fisica ed emotiva degli ambienti urbani attraverso il ripensamento degli spazi pubblici e delle aree verdi. La città del futuro sarà sempre più fruibile e vivibile, concepita come una casa collettiva che contiene in un unico organismo dimensioni intime e spazi di aggregazione. La ricerca sul tema della vivibilità alla scala urbana si declina attraverso la camminabilità e la fruizione dolce dei percorsi, insieme con la riorganizzazione dello spazio urbano e delle aree verdi. Un ruolo strategico di primo piano lo giocano le piste ciclabili, i percorsi pedonali, il trasporto pubblico efficiente, le piazze alberate, le aree verdi, e i luoghi di socialità aperti a tutti, con una particolare attenzione per la qualità dell’ambiente grazie ai suoli permeabili e ai corridoi verdi pensati per ridurre le isole di calore a scala urbana. Trasformazione passo a passo La valorizzazione dei luoghi civici è il volano progettuale che si traduce negli obiettivi dell’urban design, della mobilità, della memoria territoriale, dello spazio pubblico e del paesaggio per la Latina di domani. Le linee di sviluppo contenute nel progetto di masterplan delineano una città aggiornata al tempo contemporaneo e futuro, con un programma di rigenerazione basato su tappe cadenzate nel tempo a intervalli di 7, 15, 30 e 50 anni. Il primo step guarda al miglioramento del comfort urbano attraverso la sostituzione della pavimentazione e la valorizzazione degli edifici importanti del centro: lo storico Palazzo M ospiterà un hub culturale e di innovazione, il Mercato Coperto sarà una piazza agricola, la Torre dell’Acquedotto si trasformerà in un nuovo belvedere. Il Palazzo delle Poste diventerà il centro della memoria urbana. Si proiettano su un periodo di 15 anni successivi il potenziamento dei percorsi pedonali e delle reti ciclabili, così come la costruzione di nuovi parcheggi esterni per liberare il centro dal traffico automobilistico e promuovere strategie per la mobilità dolce. Il masterplan mette l’accento, inoltre, sui mancati interventi nella storia pluridecennale della città, proponendo la reintegrazione attiva nel tessuto urbano di poli come piazza San Benedetto, viale Don Morosini, l’ex Mercato Annonario, Palazzo Key, piazza Silvio D’amico e l’ex Autolinee di via Pio VI (oggi piazza Peppino Impastato). Cento anni da celebrare Anche la legge 6 settembre 2024 n.130 definisce le disposizioni per la celebrazione del centenario della città con la predisposizione di fondi ad hoc per la promozione di eventi e iniziative finalizzate, fra l’altro, alla valorizzazione delle Città di fondazione dell’Agro pontino nell’ambito del progetto Sistema integrato delle Città di fondazione per conseguire un’offerta culturale integrata nella dimensione urbana e territoriale, e alla valorizzazione dei luoghi simbolici della città di Latina e dei suoi borghi, attraverso interventi strutturali di restauro e di potenziamento delle strutture esistenti. Il compito di occuparsi dello svolgimento del programma è attribuito alla neoistituita Fondazione “Latina 2032”, ente di diritto privato costituito dal ministero della Cultura, cui possono partecipare Regione Lazio, Provincia di Latina, Comune di Latina e altri soggetti pubblici e privati comprese le università. 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