Palazzo Marchesale Laterza

L’abitato della cittadina sorge sul ciglio più spettacolare della gravina di Laterza, si trova ad una quota di 340mt s.l.m. ed è posto in un luogo chiuso fra colline che si elevano di poco su di esso; da ciò deriva una forte delimitazione dell’orizzonte, tanto che si possono scorgere le sue abitazioni solo da pochi chilometri di distanza. Non è da escludere, naturalmente, che il nucleo urbano originario si sia formato su preesistenti resti di civiltà rupestri come testimoniano i santuari, le numerose abitazioni e le grotte esistenti nel centro storico e nelle sue vicinanze.
Laterza ha origini antichissime: i ritrovamenti emersi dai lavori di scavo del 1965 in una necropoli risalente al 2000 a.C. in località Candile testimoniano la presenza di una popolazione vissuta nel territorio nell’era eneolitica. Laterza ha subito l’influenza dei greci e dei romani: molti i reperti dell’epoca della Magna Grecia e dell’età romana, oggi custoditi nei musei archeologici di Taranto e Matera.
L’abitato, in origine appartenente al comune di Matera, sorse intorno all’anno 1000. Nel 1030, dopo quello longobardo-beneventano, Laterza passa sotto il dominio dei normanni. Nel 1060 è la volta degli svevi, a cui succederanno poi gli angiolini. Nel 1292, il feudo laertino è connesso al principato di Taranto.
A questo periodo risale la costruzione del castello (palazzo marchesale) con portale datato 1393.
Nel 1463, il principato di Taranto viene incluso nel regno di Napoli. Nel 1541, Pietro Antonio d’Azzia ottiene il titolo di marchese di laterza, titolo che nel 1655 passa alla famiglia Perez-Navarrete, che lo detiene fino al 1806, anno in cui vengono aboliti i diritti feudali e la cittadina passa al regno borbonico. Successivamente, entrerà a far parte del regno d’Italia.
Il palazzo marchesale è un complesso del XVI secolo. Dal 1292 al 1463 il feudo di Laterza fece parte del principato di Taranto. Questi anni furono caratterizzati da dure lotte tra paesi vicini e i laertini dovettero resistere agli assalti di Matera e Castellaneta.
Ciò spinse i feudatari di Laterza a costruire il castello, il cui nucleo originario risale al 1393, data leggibile su un’iscrizione dei capitelli del portale d’ingresso. Il palazzo fu poi distrutto per costruirvi il nuovo.
Del vecchio castello tarantino di età magno-greca sono ancora visibili un tratto dell’antico fossato (per accedevi esisteva un ponte levatoio), le mura merlate che
proteggevano a nord l’antico “castrum de tertia” (a sud i ripidi costoni della gravina offrivano una formidabile difesa naturale all’abitato), ed un cunicolo che terminava nella gravina, permettendo così la fuga dal castello.

Nel 1546 fu investito del marchesato di Laterza Giovanni Battista I D’Azzia, il quale trasformò il vecchio castello in un palazzo residenziale tardo rinascimentale, l’odierno palazzo marchesale, com’è attestato da un iscrizione risalente al 1548 incisa in uno stemma bipartito in pietra bianca posto all’ingresso. Il palazzo è costruito per gran parte da pietre grezze.
La facciata est è quella più rimaneggiata. Quella a sud, ricca di motivi architettonici rinascimentali, conserva ancora un balcone delle stanze superiori, affacciandosi al quale il marchese comunicava al popolo le sue decisioni.
Sulla facciata a nord sono invece presenti le finestre inferriate, che servivano a dar luce alle prigioni del palazzo. All’interno è possibile ammirare l’affresco raffigurante Sant’Anna, scelta dovuta sicuramente ad Anna Capece, moglie di Nicolò Perez-Navarrete, ultimi signori di Laterza fino al 2 agosto 1806.

L’intervento di consolidamento delle strutture del Palazzo Marchesale a Taranto, che rientra in un più ampio progetto di restauro del complesso dell’intero Palazzo, rappresenta un esempio particolarmente significativo per le trattazione delle problematiche che interessano il campo degli ancoraggi iniettati nelle murature storiche.
L’intervento prevede l’inserimento ancoraggi iniettati con calza Bossong in corrispondenza delle pareti di spina, costituite da conci in tufo, ad una quota corrispondente a quella dell’imposta delle volte di copertura dei saloni del terzo livello.

Fasi di intervento
1. La progettazione, la produzione e la consegna degli
ancoraggi e della malta in cantiere

Palazzo Marchesale Laterza

Sulla base delle indicazioni progettuali e delle informazioni rilevate in cantiere sono state definite le caratteristiche degli ancoraggi Bossong necessari per la specifica applicazione; successivamente gli ancoraggi e la malta sono stati trasportati in cantiere, accuratamente imballati e protetti e adeguatamente stoccati in un luogo riparato ed asciutto.

2. La perforazione

Palazzo Marchesale Laterza
L’installazione degli ancoraggi è stata effettuata all’interno di fori realizzati nella muratura per mezzo di carotatici con sonda diamantata con funzionamento a sola rotazione in modo da evitare effetti di vibrazione e di percussione sulle strutture murarie.
Successivamente alla perforazione sono stati inseriti, all’interno dei fori, i tubi di protezione BOS TP, specifici per la posa degli ancoraggi iniettati con calza, in modo da evitare l’ostruzione dei perfori e facilitare l’inserimento degli ancoraggi.

3. L’assemblaggio e la posa

Palazzo Marchesale Laterza
L’inserimento degli ancoraggi con lunghezze superiori ai 6,00 m ha richiesto l’ assemblaggio in cantiere delle diverse parti costituenti l’ancoraggio mediante appositi manicotti di giunzione.
Gli ancoraggi Bossong dotati di specifica calza in tessuto e di specifici dispositivi di iniezione sono stati inseriti nei perfori all’interno dei tubi di protezione, opportunamente rimossi prima dell’iniezione.

4. La preparazione della malta e l’iniezione

Palazzo Marchesale Laterza
La malta specifica, opportunamente miscelata con acqua ed inserita nell’apposita pompa a pressione è stata iniettata ad una pressione di circa 3-4 bar.

Per scaricare la scheda di intervento in PDF
CLICCA QUI

Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici

Commenta questo approfondimento




Articolo realizzato in collaborazione con ...