Osservatorio Congiunturale ANCE: nel 2024 si prevede un calo del 7,4% per il settore edile

Il 30 gennaio, l’Osservatorio Congiunturale dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE) ha presentato i risultati relativi al 2023 e le previsioni per il 2024. Nel 2023 il settore edilizio ha registrato un incremento del 5% nei livelli produttivi annuali. Attesa per l’anno in corso una flessione del 7,4% degli investimenti. In controtendenza gli investimenti in opere pubbliche per i quali si attende una crescita. L’evento, introdotto dalla Presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, e dal Vicepresidente Piero Petrucco, ha visto la partecipazione del Direttore del Centro Studi Ance, Flavio Monosilio, che ha illustrato i principali risultati dello studio.

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Osservatorio Congiunturale ANCE: nel 2024 si prevede un calo del 7,4% per il settore edile

Dopo la recente presentazione dell’Osservatorio Congiunturale da parte dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE), sorge spontanea una domanda fondamentale: quale sarà l’andamento del settore dell’edilizia nel corso del 2024? L’evento ha fornito un’analisi dettagliata dello stato attuale del comparto, proiettando al contempo uno sguardo sulle prospettive future.

Hanno preso parte alla presentazione dei dati Federica Brancaccio (Presidente ANCE), Piero Petrucco (Vicepresidente ANCE) e Flavio Monosillo (Direttore del Centro Studi ANCE). Dopo la presentazione dei dati e delle prospettive future da parte degli esperti dell’ANCE, si è aperto un vivace confronto tra alcuni esponenti dei principali partiti di maggioranza e opposizione. Tra di essi figuravano Alessandro Cattaneo di Forza Italia, Luigi Marattin di Italia Viva, Marco Osnato di Fratelli d’Italia, Mario Turco del Movimento 5 Stelle e Antonio Misiani del Partito Democratico.

Osservatorio Congiunturale Ance, nel 2024 atteso calo del settore edile

Confermando una costante crescita per il terzo anno consecutivo, il settore edilizio ha registrato un incremento del 5% nei livelli produttivi annuali. In soli tre anni, gli investimenti settoriali hanno raggiunto circa 75 miliardi, indicando un recupero notevole rispetto al gap produttivo generato dalla crisi ultradecennale, che aveva comportato una perdita di 92 miliardi. Nonostante ciò, le sfide e le incertezze del contesto macroeconomico del 2024 sollevano domande cruciali sulle prospettive future dell’edilizia italiana.

Ad un anno in crescita tra riqualificazioni degli immobili (+0,5%) e nuove costruzioni (+1,3%), si antepone un 2024 in flessione con una riduzione del 7,4% degli investimenti nel settore delle costruzioni.

Lo scenario del 2023: il comparto edile cresce con il Superbonus

Secondo i dati mostrati dall’Osservatorio ANCE, l’aumento stimato dei livelli produttivi, pari al +5% rispetto al 2022, si è manifestato in tutti i comparti, delineando un quadro generale di rinvigorimento.

Relativamente alla nuova edilizia residenziale, l’ANCE ha stimato un incremento del +1,3% in termini reali su base annua. Tale risultato è attribuito all’andamento positivo dei permessi per costruire, una tendenza in atto dal 2016. Gli investimenti in recupero abitativo, rappresentanti ormai il 40% del totale settoriale, hanno registrato un ulteriore lieve aumento del +0,5%.

L’influenza positiva degli incentivi fiscali destinati alla riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente continua ad essere evidente. Nel corso del 2023, i bonus edilizi hanno generato lavori per oltre 80 miliardi di euro, di cui 44 miliardi riconducibili al Superbonus, segnando un incremento di 9 miliardi rispetto al 2022.

Gli incentivi per la riqualificazione energetica e sismica hanno svolto un ruolo chiave nel settore delle costruzioni e nell’economia nel complesso. Secondo i dati Enea-MASE, gli investimenti realizzati nel 2023 hanno superato i 44 miliardi, superando i livelli del 2022 (circa 35,4 miliardi). Questo ulteriore impulso è stato supportato anche dai bonus ordinari, come ristrutturazioni e Sismabonus, che, nonostante un lieve calo del 5%, hanno generato un giro di affari superiore ai 38 miliardi nei primi undici mesi del 2023.

Nel comparto delle costruzioni non residenziali private, gli investimenti privati segnano un aumento del +5,0%, confermando una dinamica positiva in atto dal 2016, ad eccezione dell’anno pandemico. Questa stima tiene conto dei dati positivi dei permessi di costruire relativi all’edilizia non residenziale dal 2015 e del credito all’edilizia strumentale, che ha mostrato un aumento dell’11,5% nei primi nove mesi del 2023 secondo i dati di Banca d’Italia.

Anche nel settore delle costruzioni non residenziali pubbliche, si registra una significativa crescita del +18% nel 2023 rispetto all’anno precedente. Questo notevole incremento è principalmente attribuibile a due fattori chiave: l’attuazione del PNRR e la conclusione, entro il 31 dicembre 2023, della programmazione relativa ai fondi strutturali europei per il periodo 2014-2020.

Per le costruzioni nel 2024 si prevede un -7,4% rispetto all’anno precedente

L’orizzonte per il 2024 sembra caratterizzato da un cambiamento di passo, e non in senso positivo. La previsione principale del report ANCE indica un calo degli investimenti in costruzioni del -7,4% su base annua.

Un elemento determinante di questo declino è il mancato contributo della manutenzione straordinaria, che negli ultimi tre anni ha rappresentato il 40% del mercato edile. La sua importanza è stata indebolita dalla scomparsa dello strumento della cessione del credito/sconto in fattura. Secondo ANCE,  la contrazione del mercato è attribuibile inoltre alla conclusione del Superbonus e al ridimensionamento delle iniziative, oltre alla mancanza di una politica che sia realmente di incentivo per il miglioramento energetico e sismico del panorama edile. Questo si traduce in una flessione tendenziale del -27% nel comparto, riportando i livelli agli standard pre-pandemia.

La previsione per il 2024 è influenzata da un quadro macroeconomico particolarmente incerto. Tre fattori cruciali stanno plasmando l’andamento economico: l’inflazione, la politica monetaria e le tensioni geopolitiche. Un possibile rientro più rapido dell’inflazione potrebbe spingere la Banca Centrale Europea a ridurre i tassi di interesse, aprendo spazi per una ripresa dei consumi e degli investimenti. Al contrario, un acuirsi dei conflitti in Medio Oriente potrebbe minacciare il transito di navi commerciali, aumentando i prezzi delle materie prime.

Questi fattori costringono a una valutazione cauta dell’andamento economico per il 2024. I principali istituti di ricerca stimano un aumento del PIL italiano più moderato con variazioni tra il +0,6% della Banca d’Italia e il +0,9% della Commissione Europea

Non tutto è negativo, però. La previsione del 2024 prevede un’importante crescita negli investimenti in opere pubbliche, con un aumento del 20%. Questo è legato all’accelerazione necessaria degli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che assume un ruolo centrale nel sostegno all’economia e al settore delle costruzioni.

Per quanto riguarda la nuova edilizia abitativa e il non residenziale privato, si prevede un ridimensionamento dei livelli produttivi rispettivamente del -4,7% e del -1% rispetto al 2023. Entrambi i comparti sono influenzati dall’inversione di tendenza nei permessi di costruire e, per la componente non abitativa, anche dalla volatilità del quadro macroeconomico.

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