Le prove sui materiali in edilizia

I materiali edili devono essere adeguati allo scopo per cui sono utilizzati, secondo quanto definito a livello progettuale. Prove e test di laboratorio permettono di certificare le loro prestazioni, dalla fase di produzione, alla loro posa in opera.

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Le prove sui materiali in edilizia perché sono importanti

L’edilizia è un settore che impiega diverse tipologie di materiali e prodotti, che devono assicurare prestazioni coerenti alle funzioni assolte. La loro adeguatezza e qualità sono essenziali, anche per questioni di sicurezza degli edifici e delle infrastrutture realizzate.

La selezione dei materiali, quindi, dovrebbe puntare soprattutto sull’affidabilità e sulle performance dei prodotti che si stanno selezionando, piuttosto che all’economicità. Oltretutto, ci sono precisi obblighi normativi, che richiedono la dimostrazione delle caratteristiche di alcuni materiali, mediante prove e test di laboratorio.

Che tipologie di prove si effettuano sui materiali edili

Le prove che si effettuano sui materiali edili possono essere di varia natura e variano a seconda dell’obiettivo e delle caratteristiche che è necessario verificare.

La normativa parla di prove sui materiali da costruzione, così come di prove su materiali e costruzioni esistenti.

Inoltre, sono previste prove e controlli lungo tutta la fase di produzione dei materiali da costruzione.

Che tipologie di prove si effettuano sui materiali edili

Nello specifico, le NTC prevedono che per le nuove costruzioni si effettuino delle prove su materiali quali conglomerati, acciaio e componenti prefabbricati. Si parla, quindi, di materiali dedicati alla realizzazione di opere strutturali, per le quali è essenziale garantire l’adeguatezza del materiale e la sicurezza dell’opera. Questi materiali, infatti, devono coincidere con le specifiche di progetto e il capitolato ed è obbligatoria la marcatura CE.

Prendendo ad esempio il calcestruzzo, le NTC prevedono un capitolo dedicato ai controlli qualità, che includono controlli di produzione, controlli di accettazione prima dell’esecuzione dell’opera, con un prelievo contestuale al getto in cantiere, prove complementari, da valutare su necessità. Le norme definiscono anche le modalità operative per l’esecuzione corretta di questi controlli.

A tutto ciò, si aggiunge una verifica documentale in fase di accettazione, in quanto il produttore deve necessariamente fornire tutte le informazioni relative alle caratteristiche del materiale fornito e alla marcatura CE. È da richiedere anche le Dichiarazioni di Prestazione (DoP), secondo il regolamento UE 305/2011, che fissa le regole relative alla commercializzazione dei prodotti da costruzione. Si tratta, in conclusione, di attività indispensabili per l’accettazione dei materiali, la cui responsabilità è a carico della Direzione Lavori.

Chi effettua le prove sui materiali

Le prove sui materiali edili richieste dalle NTC devono necessariamente essere effettuate e certificate da laboratori autorizzati, secondo quanto definito nell’art. 59 del DPR 380/2001.

Chi effettua le prove sui materiali edili

Riferimento normativo aggiornato a seguito della Legge Sblocca Cantieri del 2019, a cui segue la circolare del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (CSLP) n. 633/STC con oggetto: “Criteri per il rilascio dell’autorizzazione ai Laboratori per prove e controlli sui materiali da costruzione, su strutture e costruzioni esistenti”.

I settori di prova e certificazione sono tre:

  1. Prove su strutture in calcestruzzo armato normale, precompresso e muratura
  2. Prove su strutture metalliche e strutture composte
  3. Prove dinamiche sulle strutture

Solo i laboratori autorizzati a svolgere le suddette prove possono certificare le stesse. Nel caso si effettui una qualsiasi prova presso un centro non autorizzato, questa non può essere certificata e si parla esclusivamente di rapporto di prova e non di certificato di prova. Un laboratorio può essere autorizzato per più settori, ma deve in ogni caso essere in grado di effettuare e documentare tutte le prove indicate dalla circolare. Questi laboratori devono implementare e certificare un Sistema di Gestione della Qualità secondo UNI EN ISO 9001 ed è necessario garantire la conformità alla UNI CEI EN ISO/IEC 17025 “Requisiti generali per la competenza dei laboratori di prova e taratura”.

Le prove previste dalla normativa

Tutti i laboratori che richiedono l’autorizzazione ad eseguire prove certificate sui materiali da costruzione devono essere in grado di eseguire una serie di prove specifiche. Questo non significa che per ogni materiale sia necessario eseguire tutti questi test, ma che un laboratorio autorizzato deve essere in grado di erogare almeno questi servizi, mediante metodologie e strumentazioni adeguate e correttamente controllate. Tra le prove obbligatorie previste per il settore A ci sono quella magnetometrica, sclerometrica, ultrasonica, di estrazione, il prelievo in opera di calcestruzzo e di provini di acciaio, analisi chimiche, prove con martinetti piatti singoli e doppi e prove di carico statiche. Si aggiungono, poi, prove facoltative, come prove di carico statiche a compressione diagonale sulle murature, il monitoraggio delle strutture, la termografia, le indagini endoscopiche.

Le prove sui materiali edili previste dalla normativa

Per il settore B le prove obbligatorie sono quelle magnetoscopiche, liquidi penetranti, ultrasuoni, prove di durezza in situ, spessometria, misura delle coppe di serraggio e i prelievi di bulloni e di campioni di carpenterie. Anche in questo caso, si aggiungono prove facoltative, come l’indagine spettrometrica in situ.

Quest laboratori, se sono in grado di effettuare anche prove dinamiche sulle strutture di elevazione e prove di tensionamento su catene e tiranti, possono richiedere l’estensione al settore C.

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