Il fascino dell’architettura di montagna: tradizione o innovazione?
di: Arch. Gaia Mussi
L’architettura di montagna nasce come risposta semplice e funzionale alle esigenze concrete di chi viveva in passato la montagna, ma approda oggi a una nuova interpretazione di questi luoghi. Materiali locali, semplicità e forme tradizionali, vanno reinterpretati in chiave moderna, assecondando le nuove esigenze di oggi
L’architettura tipica montana arricchisce il paesaggio di immagini tradizionali, testimoniando anche usanze e abitudini tipiche di quei luoghi. Ecco che, oltre agli edifici residenziali, lungo i sentieri, le vie forestali o poco sotto le cime dei monti, si trovano bivacchi, rifugi e ricoveri per animali e pastori. Tutte queste costruzioni sono realizzate con materiali e tecniche locali, che rispondono in modo molto semplice alle esigenze funzionali per cui sono costruite.
Dalla necessità di costruire in modo semplice e con i pochi materiali disponibili localmente, nasce un modello, quindi una tipologia di edificio riconoscibile e con una chiara identità, che negli anni ha continuato ad affascinare. Oggi, però, sono sempre di più gli esempi di edifici montani innovativi, con forme nuove e lontane dalla tradizione.
I materiali tradizionali dell’architettura montana
Nell’architettura di montagna ricorrono alcuni materiali, tipici del luogo, come il legno e la pietra, che nell’immaginario comune contraddistinguono il tradizionale edificio di montagna.
In passato la pietra era utilizzata con scopi strutturali, realizzando un basamento pesante sul quale si costruivano i successivi piani in legno, più leggeri. Oggi le strutture sono realizzate in cemento armato, in legno o anche in muratura. Anche gli interni sono spesso rifiniti con legno e pietra.
Per l’isolamento si scelgono materiali naturali, come la lana di roccia, la fibra di legno o la lana di pecora. Altri aspetti caratteristici, ripresi direttamente dalla tradizione, sono la costruzione di tetti spioventi per evitare che si depositi troppa neve in copertura e la scelta di realizzare volumi regolari e compatti.
Oggi, per risolvere i problemi legati all’umidità e all’infiltrazione di acqua, soprattutto quando si ristruttura un edificio esistente, si realizzano dei vespai aerati, ad esempio in ghiaia, così da garantire il drenaggio dell’acqua e l’aerazione del solaio.
I nuovi rifugi alpini
Costruire nuovi rifugi alpini oggi apre la strada a un dibattito interessante sulle soluzioni architettoniche migliori per lo scopo. Da un lato c’è la tendenza a valorizzare l’immagine tradizionale del rifugio di montagna, dall’altro la necessità di rinnovare ed evolvere la concezione di rifugio, proprio come si è fatto in quasi tutti gli altri contesti architettonici.
Un esempio di questa ultima tendenza è sicuramente il Rifugio Gouter, sul Monte Bianco, che si è guadagnato soprannomi come l’”astronave” o il “canocchiale”.

Rifugio Gouter, sul Monte Bianco
Questo dibattito nasce perché oggi abbiamo dato alla costruzione di un rifugio di montagna un valore differente rispetto a quello che aveva in passato, quando doveva dare la protezione indispensabile a chi si trovava in quelle zone in caso di condizioni climatiche avverse.
Un certo grado di cambiamento è inevitabile e si va via via prestando sempre più attenzione al risparmio energetico, alle nuove tecniche costruttive disponibili, al nuovo modo di vivere questi rifugi e alla tendenza sempre più marcata di cercare lusso e comfort anche in alta quota.
Un altro esempio di architettura contemporanea è il Monterosa Hütte, situato a quasi 3.000 metri di altitudine ed inaugurato quasi dieci anni fa. Si tratta di un edificio dalla forma poligonale e con un rivestimento scintillante, tanto che venne chiamato il “cristallo di montagna”.

Monterosa Hütte, Canton Vallese Svizzera
Come avviene nella maggior parte dei nuovi rifugi, la struttura è realizzata con piccoli componenti prefabbricati in legno facilmente trasportabili. L’energia necessaria al funzionamento del rifugio è prodotta localmente con un impianto fotovoltaico, che soddisfa il 90% del fabbisogno e permette di accumulare quella prodotta in eccesso.
La sostenibilità dell’architettura di montagna
Il tema della sostenibilità ambientale non perde di importanza in alcun contesto, incluso quello montano. Integrarsi perfettamente nell’ambiente circostante, adeguarsi alle condizioni climatiche locali, risparmiare il più possibile energia sono anche in questo caso le linee guida da seguire in un progetto, che sia di nuova costruzione piuttosto che di ristrutturazione.
Il clima montano richiede soluzioni che permettano di raccogliere il più possibile il calore del sole, isolando molto gli spazi interni per proteggersi dal freddo. Le soluzioni per costruire un edificio sostenibile sono molte, a seconda dei casi e del progetto. Ad esempio, partendo dalla conformazione del terreno è possibile sfruttare le pendenze e riparare con la terra parte dell’edificio, in modo da proteggere la struttura dagli agenti atmosferici e dal freddo.
Esattamente all’opposto, invece, la scelta di aprire superfici finestrate verso Sud, con l’obiettivo di massimizzare gli apporti solari nei mesi invernali. Ciò è possibile grazie alle nuove tecnologie che permettono di installare superfici vetrate ad elevate prestazioni, riducendo la dispersione termica e offrendo quindi magnifiche viste sul paesaggio circostante, senza rinunciare al comfort interno.
I materiali, soprattutto nei progetti più tradizionali, sono generalmente locali e naturali, mentre pareti con spessori elevati, proprio come si faceva in passato, favoriscono l’inerzia termica. Per gli impianti è possibile scegliere soluzioni molto efficienti, ricorrendo anche all’autoproduzione di energia da fonte rinnovabile. Per la produzione del calore, però, rimane ancora importante il contributo dato dalla legna e dal focolare, oggi spesso ripresentato sotto forma di camino a pellet.

Nuova Capanna Gervasutti, posta a 2835 metri di altezza ai piedi del Monte Bianco. Il bivacco è energeticamente autosufficiente, con impianti gestiti da un computer. La sua struttura è modulare ed è stata principalmente montata a valle e poi trasportata in elicottero.
Commenta questa notizia