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Il 6° Rapporto congiunturale e previsionale del Cresme sul mercato dell’installazione degli impianti in Italia 2020-2022 offre numeri e tendenze in atto di un settore in crisi a causa della pandemia. Che punta all’incentivo energetico per riprendersi dallo shock dovuto al Covid a cura di Pietro Mezzi Indice degli argomenti: Il giro d’affari del settore Pandemia e super bonus: quale peso hanno avuto? Il mercato internazionale delle costruzioni Il mercato internazionale degli impianti Quanto pesa, in termini concreti, la crisi che ha colpito il mercato degli impianti destinati all’edilizia a causa della pandemia? Cresme, società di ricerche e studi di mercato, nel suo “6° Rapporto congiunturale e previsionale sul mercato dell’installazione degli impianti in Italia 2020-2022”, realizzato in collaborazione con Cna Impianti, Anima, Angaisa e Mostra Convegno Expocomfort, ha fornito numeri e stime sia a livello locale che internazionale. Lo studio dei ricercatori romani fornisce agli operatori del mercato una chiave di lettura delle dinamiche e delle caratteristiche della domanda e dell’evoluzione dell’offerta. Compie, com’è nello stile della società, un’analisi approfondita del mercato degli impianti termici, di climatizzazione e di ventilazione, di quelli idraulici, idrico-sanitari, antincendio, telefonia e trasmissione dati, di elevazione, dei sistemi automatici di apertura e chiusura e delle energie rinnovabili. Il giro d’affari del settore Si tratta di un settore – quello degli impianti idrotermosanitari, di movimentazione e di sicurezza – che nel 2019 ha fatto registrato un giro d’affari di 77 miliardi di euro e che offre lavoro a circa 410mila addetti, distribuiti tra industrie e laboratori di fabbricazione, esercizi commerciali e installatori. Del totale, 35,2 miliardi corrispondono alla spesa sostenuta dagli utenti-investitori finali, una voce rilevante se confrontata con l’equivalente voce relativa al settore edilizio ferma al 24,8% del totale. «Il mercato – si legge nel Rapporto Cresme – evidenzia una brusca interruzione del trend di incremento registrato negli anni scorsi e atteso per il 2020. L’emergenza sanitaria e il blocco delle attività economiche ha avuto ripercussioni pesanti sull’attività impiantistica negli edifici. Il lockdown prima e l’attesa del superbonus 110% poi, hanno posto il mercato in una posizione attendista, portata a verificare il contenuto finale del provvedimento legislativo». Il calo di mercato appare meno evidente nel settore della produzione del freddo e delle pompe di calore; per questi segmenti è prevista una lieve riduzione, che tuttavia rappresenta una perdita notevole rispetto alle attese di un forte incremento legato alle elevate temperature estive e agli interventi di sostituzione degli impianti termici con pompa di calore. Gli impianti, insomma, in questi mesi di chiusura dovuti alla pandemia, pur risentendo anch’essi della contrazione delle attività, l’hanno avvertita meno di altri settori dell’edilizia. Sicuramente meno delle finiture e delle strutture. Nel 2019 le industrie produttrici di impianti per l’edilizia – idrotermosanitari, impianti per la sicurezza e ascensori – hanno visto crescere il proprio fatturato del +2,1%, la distribuzione del +3,3%, l’installazione del +3,2%. Pandemia e super bonus: quale peso hanno avuto? Ma quale peso reale ha avuto il lockdown sulle attività edilizie? In altre parole: di quanto si è indebolita la domanda di impiantistica in termini economici e anche psicologici? Che impatto potranno avere le iniziative legislative, prima fra tutte il cosiddetto superbonus nel suo ruolo anticongiunturale? Infine, qual è la dimensione della voglia e della capacità di ripresa? A queste domande, che sono poi le stesse che gli operatori del settore si pongono, il Rapporto congiunturale, tenuto conto di una serie di fattori, offre delle risposte e soprattutto cerca di misurarne gli effetti concreti di mercato utilizzando i propri modelli di analisi e di previsione. «Per il prossimo anno è facilmente immaginabile il calo che si avrà della domanda per tutto il 2021, anche per gli interventi di riqualificazione edilizia – si legge nel documento -. Occorre poi valutare l’effetto del bonus del 110%. Considerati questi elementi, il modello messo a punto – che esclude un secondo esteso lockdown – in termini reali, depurati dalla componente inflazionistica, per il 2019 prevede un +2,8% e un -8,9% per il 2020». Per il prossimo anno Cresme stima in 2.421 milioni di euro l’importo aggiuntivo derivante dal provvedimento del superbonus, mentre considera sostanzialmente nullo l’impatto sul 2020. Ma quanto andrà al sistema impianti? In base agli investimenti fatti nel passato e ai diversi tipi di impianto coinvolti, per il 2021 Cresme stima un importo aggiuntivo del superbonus di 532 milioni di euro. Considerato l’effetto del super incentivo, in termini reali la dinamica sull’impiantistica negli edifici, depurata dalla componente inflazionistica, sarà di -8,9% nel 2020, +7,5% nel 2021 e +3,7% nel 2022. Qualora vi fosse una proroga al 2022 degli interventi super incentivati, la dinamica sarebbe di +5,9% nel 2021 e +9,1% nel 2022. Il mercato internazionale delle costruzioni Come è noto, la situazione che si è determinata con la pandemia porta a dire che oggi l’economia mondiale sta peggio rispetto alla situazione del 2009. A causa del Covid, il mercato internazionale delle costruzioni frena ancor di più rispetto al 2009: ma anche qui si attende una ripresa, prevista per il prossimo anno. In agosto Cresme, in assenza di un secondo lockdown autunnale, prevedeva una diminuzione degli investimenti del -4,7%, con una flessione di molto superiore a quella del 2009 (-2%). «Ciò significa – si legge nel Rapporto – che potranno andare in fumo qualcosa come 390 miliardi di euro di investimenti, tre volte il mercato italiano. Il crollo sarebbe più accentuato nel settore edilizio, in particolare nel segmento residenziale. La ripresa è attesa per il 2021, quando gli investimenti potrebbero crescere del +3,9%. Il mercato internazionale degli impianti Cresme prevede che la crisi sanitaria impatti duramente anche sul mercato europeo degli impianti, con una perdita rispetto al 2019 di circa 36 miliardi di euro (valutati a valori costanti 2018). La crisi delle costruzioni indotta dall’emergenza sanitaria quindi si rifletterà sulla domanda di impiantistica, sebbene il calo stimato per la produzione settoriale si mostra di entità inferiore rispetto a quello degli investimenti: -8,3% per gli impianti, contro il -9,6% atteso per le costruzioni. Il mercato europeo degli impianti interrompe quindi il suo trend espansivo alimentato da una parte dalla domanda di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e dallo sviluppo del settore della riqualificazione edilizia in ambito di efficientamento energetico e dall’altro dall’espansione del settore infrastrutturale dei paesi dell’Est Europa. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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