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Ben venga l’abolizione della responsabilità fiscale su appalti e subappalti (è la fine di un incubo), bene la comunicazione telematica delle dichiarazioni d’intento (che passa dal fornitore al cliente assorbendo i pesanti problemi sanzionatori e dimezzando – a livello nazionale – gli adempimenti complessivi in materia), bene la comunicazione black list (che diventa annuale assorbendo 15 scadenze infrannuali), bene anche alcune altre semplificazioni minori che sono diventate legge con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto Decreto Legislativo 21 novembre 2014, n. 175. E’ un risultato che testimonia l’importanza delle azioni promosse dal sistema associativo a presidio e difesa delle imprese e, in particolare, da Confimi Impresa, confederazione nazionale delle imprese manifatturiere e dell’impresa privata. “Non c’è pero né tempo né spazio per “gongolare”, sostiene Flavio Lorenzin, Vicepresidente di Confimi Impresa con delega alle semplificazioni e ai rapporti con la PA. “In Italia le semplificazioni sono come la tela di Penelope e la burocrazia è sempre in agguato, anche quando non ci si mette il fisco”. Sono ancora troppo freschi, ad esempio, i ricordi della “tragedia”, sfiorata sul filo di rasoio, in merito all’aggiornamento delle carte di circolazione dei veicoli aziendali. Fra qualche giorno, poi, riaffioreranno, in tutta la loro incredibile irrazionalità, TASI ed IMU che colpiscono troppo pesantemente anche i capannoni (casa delle imprese) i cui versamenti a saldo si innescano in un calendario ancora troppo fitto di scadenze. Nel 2015, poi, fra le altre, arriveranno: il “730 precompilato” (con nuovi adempimenti e oneri chiesti ai sostituiti d’imposta); la fatturazione elettronica verso la PA con l’obbligo di conservazione sostitutiva a norma (adempimento imposto ma non necessario ai fini degli obiettivi di efficientamento della PA); la nota integrativa in formato XBRL e l’obbligo del rendiconto finanziario. Infine, conclude Lorenzin, “non possiamo che plaudire, nel complesso, alle misure contenute nel decreto, ma non possiamo spingerci oltre la sufficienza risicata”. Nel decreto, ad esempio, mancano ancora all’appello misure altre misure per le quali Confimi promette di proseguire la propria azione, come l’eliminazione, nel reverse charge, dell’obbligo dell’autofatturazione o integrazione (adempimento che potrebbe essere sostituito con una semplice separata annotazione) e l’aumento della soglia per i visti di conformità ai fini della compensazione dei crediti fiscali (onere che pesa troppo nei bilanci delle PMI). Flavio Lorenzin, Vicepresidente di Confimi Impresa Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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