Tecnologia e innovazione in edilizia: occorre aprirsi alla digitalizzazione e all’inclusione 21/07/2025
A cura di: Federica Arcadio La climatizzazione in Italia vale oltre 2,7 miliardi di Euro, la produzione nazionale ha superato il valore di 1,12 miliardi di Euro (+16,7% rispetto al 2022), ma il 2023 si è chiuso con il segno “meno”. Il giro d’affari è calato dell’11,6% rispetto al 2022. La variazione percentuale è negativa sia a volume che a valore, per diversi segmenti di mercato: climatizzatori monosplit (-8% e -3%) e multisplit (-2% a volume e +1% a valore). Positiva invece per i sistemi miniVRF e VRF (del 2% a volume e del 12% a valore). Sono i numeri dell’indagine annuale di Assoclima, condotta dall’Ufficio Statistica ANIMA, presentata in occasione di MCE 2024. L’indagine fa riferimento ai dati di produzione, importazione, esportazione e fatturato Italia di tutti i componenti HVAC: climatizzatori d’ambiente, sistemi monosplit, multisplit e VRF, condizionatori packaged e roof top, pompe di calore, gruppi frigoriferi con condensazione ad aria e ad acqua, unità di trattamento aria, sistemi di ventilazione meccanica controllata, unità terminali, apparecchi ibridi e per la produzione di acqua calda sanitaria. Emerge inoltre che l’export conta sempre di più (55%) per la produzione nazionale, a conferma di una consolidata capacità dell’industria italiana di competere sui mercati internazionali, I numeri 2023 del comparto climatizzazione La maggior parte dei settori mostra incrementi significativi. A cominciare da quello dei condizionatori rooftop, che registrano +24% a volume e +35% a valore. Doppia cifra anche per i condizionatori close control (+61% a volume e +94% a valore), richiesti in particolare dai data center. Crescono poi i gruppi frigoriferi condensati ad acqua e le pompe di calore acqua-acqua: +9% a volume e +25% a valore per le potenze inferiori a 50 kW, e +25% a volume e +17% a valore per le potenze più elevate. Le pompe di calore elettriche aria-acqua con potenza fino a 17 kW sono invece in negativo (-40% a volume e -31% a valore), al contrario di quelle di potenza superiore (44% a volume e del 52% a valore nella fascia da 18 a 50 kW, e 44% a volume e 51% a valore per le potenze superiori a 50 kW). Soffrono gli apparecchi ibridi costituiti da una pompa di calore elettrica e una caldaia a gas a condensazione: -75% a volume e -72% a valore. Infine, il 2023 è stato positivo per le unità di trattamento aria (+10% a volume e +11% a valore) e la ventilazione meccanica residenziale, (+27% a volume e +1% a valore). Le sfide per il futuro Assoclima guarda al futuro sottolineando l’importanza della sostenibilità: le sfide da affrontare saranno quelle dell’elettrificazione, dell’efficienza energetica e della decarbonizzazione. Il comparto della climatizzazione si è dimostrato resiliente nel fronteggiare la pandemia, le tensioni geopolitiche e le crisi energetiche; anche per questo, le previsioni per il futuro sono ottimiste. I segni negativi nell’indagine 2023, possono infatti essere la conseguenza dello stop degli incentivi e del confronto con i numeri da record del 2022 spinti dal Superbonus. Le maggiori incertezze saranno riscontrate nel settore residenziale, che oggi registra elevati livelli di stock di prodotto nella catena distributiva. Il settore terziario commerciale, invece, dimostra come le pompe di calore siano ormai sempre più richieste. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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