Museo MUSE Trento

Il progetto di riconversione dell’ex area industriale adiacente al fiume Adige, ha portato alla completa metamorfosi dell’area che fu della fabbrica Michelin e ha messo in luce, ancora una volta, il forte legame della città di Trento con la natura ed il suo rispetto e la cultura e la sua promozione. Nasce il museo MUSE.MUSE TrentoIndice:

General contractor di tutto l’intervento, che ha visto la riqualificazione dell’area tra il centro storico ed il fiume Adige, è stata l’impresa Colombo Costruzioni, capogruppo della consortile Trento Futura Scarl.

Il complesso si estende su di una superficie totale di 199.000 metri quadrati suddivisi in:

  • 96.000 mq di parcheggio
  • 43.000 mq di residenziale
  • 26.800 mq di terziario
  • 11.000 mq di spazi espositivi (museo)
  • 4.600 mq di destinazione alberghiera (residence)
  • 7.700 mq di spazi commerciali
  • 3.000 mq di spazi polifunzionali (auditorium)

Si tratta di un’area dalle elevate potenzialità, sfavorita tuttavia dalla presenza a est e a ovest di due barriere fisiche: il rilevato della ferrovia, che la separa dal vicino centro storico, e Via Sanseverino, che ne impedisce il contatto diretto con l’ambiente naturale del fiume.museo MUSE di TrentoProprio per questo, il progetto si è posto l’obiettivo primario della riconciliazione della zona con  il tessuto cittadino e la restituzione alla città del suo corso d’acqua, urbanizzando luoghi che purtroppo, nel tempo, hanno perso importanza rispetto al centro abitato più conosciuto.

L’intero quartiere si sviluppa attraverso una serie di edifici di 4 o 5 piani, secondo una tipologia in linea o a corte, con due ambienti a fare da punta di diamante: l’auditorium ed il museo, veri elementi accentratori per il flusso dei visitatori, diurno e notturno.

Oltre all’urbanizzazione della zona e al tema dell’acqua, il terzo elemento di questo intervento è rappresentato dal verde. Lo scheletro vero e proprio del disegno architettonico appare difatti tratteggiato tra filari di alberi posti lungo le direttrici est-ovest.

Lo sforzo di ricerca compiuto dal progettista risulta immediatamente percepibile nella trasformazione dei vincoli in strumenti. Negozi ed edifici residenziali sono stati sfruttati per intessere un dialogo tra parco e città.
Via libera a pedoni e biciclette con la scelta di dedicare alla circolazione delle auto solo apposite aree, ovvero l’anello periferico dell’intero lotto e l’area interrata per il parcheggio, così da lasciare a vista soltanto il traffico pedonale e a pedali.

Caratteristiche del museo MUSE Trento

Il MUSE di Trento (MUseo delle ScienzE) è stato pensato come centro di diffusione della cultura scientifica, proiettato in particolare verso tematiche etiche e sociali e polemiche attuali come l’ecologia e lo sviluppo sostenibile.

Strutturato su 6 piani (4 in luce e  2 interrati), la verticalità dell’edificio progettato da Renzo Piano si snoda intorno alle tematiche della diversità degli ambienti naturali, proponendo ai visitatori un vero e proprio viaggio attraverso i vari ecosistemi ed il modificarsi degli habitat e della relativa biodiversità.

Grande attenzione all’idea architettonica è stata posta nello sviluppo delle strutture e delle facciate dell’opera, quali immediata presentazione del Museo al visitatore.

I contributi di Stahlbau Pichler  e Metra

Le facciate e le coperture sono state realizzate da Stahlbau Pichler con profili in alluminio customizzati per il progetto e prodotti da Metra. L’edificio quasi completamente in vetro (oltre 21.000 mq) è costituito da una successione di spazi e di volumi, di pieni e di vuoti. Le grandi falde in copertura, ben riconoscibili anche all’esterno, sono state realizzate con il sistema Metra Poliedra 50 CV utilizzando un apposito profilo di sottostruttura in alluminio.Edificio vetrato Il progetto è infatti caratterizzato da una notevole complessità geometrica dovuta ai 4 principali volumi (Blocco Uffici, Lobby, Area Museale e Serra), alle loro intersezioni e ai mutui intrecci.

“Queste che potremmo definire come sculture architettoniche, si abbinano all’utilizzo di diversi materiali che vengono portati ai loro limiti di impiego” ha spiegato l’ingegner Massimo Colombari che in Stahlbau Pichler ha seguito il progetto in prima persona. “Da un lato le coperture in Zinco-Titanio ed in vetro presentano geometrie molto complesse e ricche di interfacce con le strutture in legno e acciaio, con sbalzi di eccezionale proporzione. Il calcolo strutturale ha raggiunto in questo progetto confini audaci ed innovativi. Dall’altra le facciate continue che presentano snellezze elevate dei profili e che inizialmente erano previste in acciaio ma che abbiamo deciso di realizzare in alluminio per una migliore riuscita della finitura superficiale ed un miglior esito estetico complessivo”.

Lo sviluppo progettuale in azienda è stato creato con un unico modello software tridimensionale in TEKLA, che ha consentito di gestire i numerosissimi dettagli complessi e la strettissima integrazione di strutture, facciate e rivestimenti.

Tale software è stato utilizzato come base di lavoro per la discussione di tutti i dettagli architettonici con lo studio RPBW, un lavoro di squadra molto importante e costante, intensificatosi nell’ultimo anno e poi utilizzato per tutti gli ordini materiali, per i costruttivi di officina e per i disegni di montaggio.

Il progetto architettonico è infatti stato concepito ponendo particolare attenzione agli aspetti ambientali e al risparmio in termini di energia. Per questo motivo il sistema degli impianti per il funzionamento dell’edificio è centralizzato, meccanizzato e sfrutta diverse fonti di energia rinnovabili (in particolare quella solare, con l’uso di celle fotovoltaiche e pannelli solari, e la geotermica, con lo sfruttamento di sonde a scambio termico).

Il carattere sostenibile del progetto

Il sistema energetico è accompagnato da un’attenta ricerca progettuale sulle stratigrafie, sullo spessore e la tipologia dei coibenti, sui serramenti ed i sistemi di ombreggiatura, al fine di innalzare il più possibile le prestazioni energetiche dell’edificio.

L’illuminazione e la ventilazione naturale, in alcuni spazi, permettono la riduzione dei consumi e la realizzazione di ambienti più confortevoli. Il sistema impiantistico fa inoltre uso di accorgimenti che aumentano le forme di risparmio energetico, quali ad esempio la cisterna per il recupero delle acque meteoriche, che permette una riduzione del 50% dell’utilizzo di acqua potabile. L’acqua raccolta nella vasca viene utilizzata per l’irrigazione della serra e per alimentare gli acquari e lo specchio d’acqua che circonda l’edificio.

Grazie alla collaborazione con il Distretto Tecnologico Trentino, il progetto dell’edificio è stato sottoposto alle procedure per il raggiungimento della certificazione LEED® livello Gold.

Il sistema LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), sviluppato negli Stati Uniti nel 1998, raccoglie le linee guida per progettare e costruire in modo sostenibile, riducendo il consumo energetico e di conseguenza i costi di gestione e di mantenimento degli edifici, nonché le emissioni nocive all’uomo e all’ambiente.

I dettagli che fanno la differenza: la lobby e la serra

La lobby del MUSE

Un’unica falda inclinata di 20° rispetto al piano orizzontale crea la copertura – facciata dell’ingresso al museo ed è stata interamente progettata e realizzata da Stahlbau Pichler. Esteticamente impeccabile grazie ai giunti nascosti, all’assenza di bulloneria a vista e alla realizzazione di estrusi ad hoc per la commessa in oggetto, presenta uno sviluppo planimetrico pari a 31,6 x 10,20 metri.

Allineato con l’asse principale del quartiere, lo spazio per la lobby percorre l’intero edificio nella sua profondità affacciandosi a nord sull’area verde di palazzo de Le Albere.

Le due facciate esposte a Nord e a Sud sono state sviluppate secondo una geometria comune. La copertura guarda il lato Est, inclusa tra i due corpi di altezza maggiore allocati a Est e ad Ovest. La struttura principale è composta di 9 travi, delle quali 2 realizzate con l’accoppiamento di profili metallici a piatti saldati e 7 sviluppate con una struttura reticolare in acciaio.

Le facciate vetrate rivolte a Nord e a Sud presentano montanti e traversi in acciaio e alluminio e sono state dimensionate per le massime sollecitazioni sulla facciata sopravento. L’intera opera di cantierizzazione delle coperture del Muse è stata seguita da Stahlbau Pichler, riferimento unico per fornitori ed installatori.

Per ogni copertura, infatti, ha studiato dettagli ad hoc, in modo da soddisfare le necessità progettuali e le difficoltà in fase di cantierizzazione. Il ragguardevole numero di particolari tecnici analizzati e sviluppati ha consentito di rispondere in maniera eccellente alla situazione progettuale che si presentava con una notevole differenziazione architettonica delle coperture e una importante compenetrazione tra i vari elementi.

La principale delle coperture presenta una dimensione di poco inferiore ai 40 x 30 metri e assume una inclinazione rispetto al piano di ben 60° presentando una zona impermeabile tra il primo ed il quinto piano. Le brise-soleil sono sostenute da una struttura in acciaio e si collocano in corrispondenza degli sbalzi superiori della copertura.

Le performance termiche/solari sono state valutate ampiamente e la linea progettuale tenuta dall’azienda è stata quella di garantire e migliorare i due principali parametri prestazionali di riferimento: parametri invernali (Ug e Uw) e parametri estivi (Fattore Solare – FS).

Per quanto concerne il primo parametro, l’isolamento termico globale di un involucro edilizio, misura fondamentale per determinare il consumo energetico che l’edificio avrà durante la sua vita utile, è rappresentato e quantificato dalla “trasmittanza termica globale”, espressa con il parametro Ucw o Uw (espresso in W/m2K). Tale parametro, essendo un valore globale, esprime la media ponderale dei valori dei singoli componenti, ciascuno pesato in virtù dell’area occupata.

I componenti sono tipicamente i telai in alluminio che vengono espressi come Uf e le superfici vetrate, espresse come Ug.

Per le facciate più estese e le coperture vetrate (come ad esempio Lobby e Museo) il capitolato richiede Uw=1.6 W/(m2K) mentre Stahlbau Pichler ha proposto  valori decisamente migliorativi (compresi tra 1,2 e 1,5 W/(m2K).
Per quanto riguarda invece il secondo parametro, il fattore solare, esso rappresenta la percentuale di carico solare che entra all’interno dell’edificio rapportato a quanto incide all’esterno.

Qui la riduzione di carico solare di picco da smaltire con gli impianti di condizionamento è pari a poco meno del 20%, con conseguente consistente riduzione del consumo energetico estivo, mediante l’utilizzo intelligente di schermature solari esterne motorizzate.

La serra del MUSE

Sempre realizzata da Stahlbau Pichler è la “rain forest”, una grande serra tropicale che in particolari periodi dell’anno potrà relazionarsi con specifici allestimenti espositivi, anche all’esterno, su appositi spazi di pertinenza dove l’acqua, la luce ed il verde, faranno da naturale cornice all’esperienza del visitatore.

Una strettissima connessione tra struttura e contenuto, con una grande hall centrale fruibile come piazza coperta e passaggio da e verso il quartiere Le Albere e la città.

9 travi connesse tra loro a passo costante sorreggono le due facciate modulate secondo l’andamento geometrico comune dell’edificio. Le specchiature ancora una volta rispondono appieno alle esigenze progettuali di risparmio energetico.

Come per le restanti opere realizzate per l’intero museo, anche per la serra la tenuta all’aria e la tenuta all’acqua delle facciate continue hanno rappresentato, come è facile intuire, due aspetti fondamentali per la riuscita qualitativa del progetto.

Il sistema studiato  ha previsto il fissaggio delle guarnizioni in EPDM ai profili. A tale scopo le nuove matrici di estrusione studiate ad hoc per questo progetto presentano delle “cave porta guarnizione” in grado di bloccare la guarnizione al vetro e garantire la tenuta all’aria e all’acqua nel tempo.

Al fine di valutare il comportamento statico delle vetrazioni dell’edificio con i carichi di progetto, sono state analizzate tutte le situazioni progettuali. In particolare per le coperture è stato utilizzato il TR pari a 1000 anni, coerentemente con le strutture sottostanti, nonostante il capitolato prevedesse un TR di 50 anni.

MUSE-story

2000 – il Piano di sviluppo del Comune di Trento presenta tra le proprie ipotesi progettuali la realizzazione di uno Science Center.
2003 – su incarico della Provincia il Museo Tridentino elabora uno Studio di fattibilità di un nuovo museo delle scienze.
2005 – su incarico della Provincia il team del museo, con la partecipazione di esperti internazionali, elabora il Piano Culturale per un nuovo Museo delle Scienze.
2006 / 2007 – nasce il progetto architettonico del museo da parte dell’architetto Renzo Piano in rapporto con le impostazioni dello Studio di fattibilità e del Piano culturale.
2008 – il progetto è approvato dalla Provincia autonoma di Trento. Patrimonio del Trentino il giorno 29 settembre 2008 firma il contratto di acquisto con la Castello SGR spa per il costruendo Museo della Scienza
2009 – iniziano i lavori di costruzione dell’edificio.
2010 – il Museo delle Scienze costituisce e dirige un Gruppo di progetto al quale partecipa lo staff scientifico e culturale del museo stesso, il Renzo Piano Building Workshop (responsabile arch. Susanna Scarabicchi) e un team di progetto museografico del Natural History Museum di Londra.
2011 – il progetto esecutivo degli allestimenti è posto a gara europea.
2012 – a fine giugno si concludono i lavori di costruzione dell’edificio museale, in anticipo sul termine contrattuale, e nell’estate prende avvio la lavorazione esecutiva degli allestimenti e dei multimedia.
2013 . inaugurazione.



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