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L’Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Milano e la sua Fondazione organizzano giovedì 29 novembre 2007 alle ore 21.00, presso la sede della Fondazione in via Solferino 19, un incontro con i protagonisti della riqualificazione dell’area milanese del Portello: “Portello semichiuso: Il progetto di ridisegno di una importante area Milanese nel racconto dei protagonisti”. Ennio Brion, energico imprenditore sessantenne, che dal campo dell’elettronica di consumo ha spostato la sua attenzione al settore immobiliare, è il committente dello sviluppo di queste aree. È lui a dare il via alla serata, proiettando un fotomontaggio dell’area a nord e sud dei tre padiglioni fieristici di Bellini, per ripercorrere le linee guida dello sviluppo di questa vasta area di città, le logiche di riqualificazione del tessuto urbano e i criteri secondo i quali li ha scelto la squadra di architetti che hanno firmato i vari progetti. A seguire intervengono tutti i protagonisti di questo intervento. L’Architetto Ornella Lachi, della Direzione tecnica, Coordinamento progettazione e Autorizzazioni Edilizie di Pirelli RE traccia una sintesi di tutte le procedure urbanistiche da lei seguite, ponendo particolare enfasi nel coordinamento progettuale delle unità di intervento, secondo le regole definite. Guido Canali, autore della parte interna alla circonvallazione, adotta la morfologia dell’edificazione perimetrale, lasciando libera l’ampia corte da adibire a verde pubblico. Con spazi protetti, terrazzi profondi come “stanze all’aperto” logge e giardini pensili a ogni quota ricerca un rapporto privilegiato con l’esterno. In direzione del parco, colloca sei torri binate, orientate in modo da ottenere le migliori condizioni di illuminazione, mentre al suo interno progetta l’asilo – struttura di servizio – in posizione centrale, facilmente accessibile da percorsi pedonali e da un’area di parcheggio. Pietro Valle presenta il piano urbanistico di riqualificazione dell’ex area industriale, redatto da Studio Valle Architetti Associati e i due interventi architettonici progettati al suo interno, l’Aggregato Commerciale (costruito) e la piazza con uffici (in costruzione). Il piano è stato affrontato caratterizzandone le parti come “brani” di architettura fortemente connotati, relazionandoli all’esistente con spazi pubblici condivisi, che ne modifichino l’attuale isolamento e collegandoli tra loro con una rete di percorsi pedonali, che superino le barriere infrastrutturali che dividono attualmente l’area. I progetti architettonici insistono sulla creazione di piazze urbane pedonali, poste su parcheggi contenuti in nuovi “terreni artificiali” e bordate da molteplici edifici. Il quadrante progettato da Cino Zucchi Architetti comprende otto edifici a destinazione residenziale (convenzionata e libera) e un edificio per uffici costruito sul sedime della vecchia mensa Alfa Romeo, della quale recupera la facciata esistente su via Traiano. L’asse pedonale disegnato da Gino Valle che collega piazzale Accursio con il timpano della Fiera, inquadrato da due torri residenziali e da una panca/fontana, diventa la matrice formale di una serie di percorsi, spazi di sosta e viste tra la città e il parco. Gli edifici cercano di interpretare il tema dell’abitare contemporaneo con una forte attenzione al rapporto tra gli alloggi e gli spazi aperti sia privati che pubblici, sino a creare un tessuto “poroso” capace di coniugare densità urbana e alta qualità ambientale. Andreas Kipar e Charles Jencks intervengono sulla progettazione del verde. Il parco ricuce l’intero comparto integrandolo a livello metropolitano con il Monte Stella a nord-ovest a cui fa da contraltare, e con il sistema verde di Corso Sempione e del suo omonimo parco, posto a sudest dell’area. Dal punto di vista compositivo la terra è plasmata al fine di creare una grande scultura, un “landmark” per la città di Milano in grado di porsi quale elemento attrattore per i visitatori in arrivo dall’esterno della città e come ulteriore protagonista urbano per la nuova area Portello. Il disegno del parco si configura così nella formazione di una “doppia esse allungata” e una grande spirale che nella loro imponenza si rendono protagoniste, instaurando allo stesso tempo un dialogo tra loro, il parco e la città. Dal punto di vista del linguaggio architettonico le tre grandi “sculture verdi” insieme all’anfiteatro rappresentano idealmente le quattro fasi della storia dell’uomo: la Preistoria, la Storia, il Presente e il Futuro. Charles Jencks insiste – proiettando una carrellata dei suoi progetti più recenti – sull’importanza di pensare città, architetture, e paesaggi riferendosi a uno scenario più ampio, allargando la scala alla natura e al cosmo. Per ulteriori informazioni www.ordinearchitetti.mi.it Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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