Superbonus, quali documenti conservare e per quanti anni per evitare i controlli del Fisco

Chi usufruisce dell’agevolazione fiscale deve conservare la documentazione inerente per molti anni, altrimenti potrebbe incorrere in pesanti sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate. Vediamo cosa tenere in casa e per quanto tempo secondo le norme in vigore.

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Superbonus, quali documenti conservare e per quanti anni per evitare i controlli del Fisco

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Quando si parla di Superbonus si pensa immediatamente alla mole di documenti, attestati e fatture che i richiedenti devono produrre e conservare. Gli aspetti burocratici infatti sono parte integrante di questa vantaggiosa agevolazione fiscale.

Il bonus assicura una detrazione pari al 110% dell’importo speso per lavori di riqualificazione energetica, riduzione del rischio sismico e ristrutturazione, sia su unità abitative singole che parti comuni in condominio.

Per ottenerlo è necessario rispettare alla lettera i requisiti previsti dalla legge e conservare per un certo numero di anni tutta la documentazione inerente ai lavori. Chi, in caso di controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate, non è in grado di fornire gli attestati richiesti rischia pesanti sanzioni fiscali. Scopriamo insieme cosa tenere in casa, per quanto tempo e cosa si rischia in caso di irregolarità.

Quali documenti tenere in casa sul Superbonus 110%

Chiunque abbia usufruito del Superbonus 110% conosce bene la quantità di documenti e attestati necessari per ottenere la detrazione; secondo le indicazioni del CAF, per ottenere l’agevolazione ogni contribuente deve presentare ben 47 documenti tra cui fatture, bonifici e bollettini.

Quali documenti tenere in casa sul Superbonus 110%
na volta ultimate le pratiche e ottenuto il bonus 110%, i richiedenti sono tenuti a conservare per un certo arco temporale tutto ciò che attesti i lavori eseguiti e la spesa sostenuta. Precisamente per il tempo necessario a consentire i controlli del Fisco sulla correttezza formale e sostanziale della procedura. Stiamo parlando di documenti e attestati tecnici e amministrativi fondamentali per provare che non sia stata commessa una frode al solo fine di recuperare il credito.

Di seguito l’elenco di tutto ciò che i contribuenti devono obbligatoriamente conservare con cura:

  • l’asseverazione firmata dal tecnico abilitato dove siano visibili codice identificativo, numero e requisiti tecnici insieme all’APE, al computo metrico (ante operam e post operam), alla polizza assicurativa e alle fatture;
  • la scheda dettagliata dei lavori in originale che viene generata dopo aver inviato l’asseverazione tecnica;
  • le schede tecniche aggiuntive su climatizzatore, valvole e generatori di calore;
  • l’APE, l’Attestato di Prestazione Energetica, con le informazioni energetiche dell’unità immobiliare oggetto dei lavori;
  • CILA e SCIA ;
  • il visto di conformità firmato da un tecnico abilitato;
  • la delibera dell’assemblea condominiale, nel caso in cui il Superbonus venga eseguito nelle parti comuni del condominio, ad esempio il cappotto termico sulla facciata;
  • fatture, bollettini e copia dei bonifici effettuati come prova di quanto sborsato e verso chi non sono ammessi pagamenti in contanti, con assegno circolare e altri mezzi non tracciabili);
  • la copia della ricevuta dell’ENEA dove sia leggibile il codice ASID;
  • se i soggetti richiedenti sono gli inquilini bisogna conservare la dichiarazione scritta del proprietario in cui dà il suo consenso ai lavori;
  • il visto di conformità necessario a ottenere la cessione del credito, prodotto e rilasciato dai CAF, dottori commercialisti, ragionieri, periti commerciali.

Per quanto tempo conservare i documenti relativi al Superbonus

Per evitare problemi con il Fisco, i contribuenti sono tenuti a conservare in casa la documentazione che abbiamo elencato poc’anzi per un certo periodo di tempo, durante il quale l’AdE può eseguire i controlli a campione . Questi servono a verificare la veridicità di quanto dichiarato, la spesa sostenuta e il rispetto dei requisiti previsti dalla legge per ottenere l’agevolazione fiscale.

Per quanto tempo conservare i documenti relativi al Superbonus

Attestati e documenti vanno conservati fino al 31 dicembre del quinto anno successivo alla presentazione della Dichiarazione dei redditi in cui il contribuente ha indicato la spesa. Dunque, per concludere, è consigliato tenere in casa tutta la documentazione per almeno 5 anni, tempo in cui l’Agenzia delle Entrate può espletare le verifiche fiscali.

Quali conseguenze per chi è sprovvisto della documentazione?

In caso di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate che, lo ripetiamo, avvengono a campione, il contribuente sprovvisto della documentazione relativa al Superbonus rischia pesanti sanzioni pecuniarie.

Il motivo è presto detto: il Fisco non avrebbe la possibilità di verificare la veridicità degli importi dichiarati o il rispetto dei requisiti e quindi potrebbe presupporre la commissione di una frode.
Superbonus, conseguenze per chi è sprovvisto della documentazione

Considerando il grande vantaggio offerto dallo Stato, la punizione è piuttosto severa; nel caso in cui si tema un illecito, si applicherà una sanzione amministrativa pari al 200% del credito ricevuto. Per questo è fondamentale conservare per almeno 5 anni contratti, autorizzazioni, attestati e documenti vari che provino i lavori eseguiti, il rispetto dei requisiti legali e l’importo sborsato.

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