Ecobonus 110%: come può diventare un’occasione per la bioedilizia

L’ecobonus al 110% potrebbe essere una leva utile per ristrutturare con i criteri della bioedilizia. Ma ci sono perplessità, sottolinea Anab, che propone la propria Agenda 2020-2025

Ecobonus 110%: come può diventare un’occasione per la bioedilizia
Credit img Achim Scholty

Indice degli argomenti:

  • Ecobonus 110%: gli elementi di criticità sull’isolamento termico
  • Ecobonus 110%: fare efficienza energetica in edilizia con gli isolanti naturali
  • Ecobonus 110%: Le proposte di Anab contenute nell’Agenda
  • L’ecobonus 110% potrebbe essere lo strumento utile per svolgere interventi di efficienza energetica con criteri della bioedilizia?

    In attesa dei decreti attuativi, nel testo attuale c’è qualche elemento di speranza per l’introduzione dei materiali edili naturali e soprattutto per rendere il patrimonio edilizio esistente non solo più efficiente ma anche più green, confortevole e salubre?

    Secondo Stefania Ganz, architetto e segretario nazionale Anab – Associazione Nazionale Architettura Bioecologica, c’è ancora molta strada da fare.

    Ecobonus 110%: gli elementi di criticità sull’isolamento termico

    Tra le misure fiscali del Decreto rilancio sono contemplati interventi di efficientamento energetico in edilizia, in particolare quelli relativi all’isolamento termico delle superfici opache verticali e orizzontali. Per quanto riguarda i materiali isolanti da impiegare, essi devono rispettare i Criteri Ambientali Minimi, le cui specifiche si ritrovano nel decreto ministeriale 11 ottobre 2017.

    Il Decreto sui CAM fornisce le indicazioni minime (da qui “criteri minimi ambientali”) per l’utilizzo di alcuni materiali isolanti che devono contenere determinate quantità di materiale riciclato o recuperato. «Tra i materiali ammessi, diversi hanno davvero poco o niente a che fare con i criteri della bioedilizia – rileva Ganz – Per esempio, se si fa riferimento al polistirene, espanso o estruso, oppure al poliuretano, sebbene abbiano l’obbligo di un contenuto di riciclato è pur vero che una altrettanta buona percentuale della loro composizione è materia prima derivata dal petrolio».

    È auspicabile che il superbonus 110% «diventi l’occasione giusta per mettere mano al decreto sui Criteri Ambientali Minimi ora che, anche se limitatamente, sono stati estesi dall’edilizia pubblica a quella privata, promuovendo maggiormente i materiali di origine naturale».

    Le soluzioni per l’isolamento termico sono numerose e vantaggiose spaziando dall’utilizzo del sughero, della canapa, del legno e della calce idrata fino al vetro cellulare. I prodotti di origine naturale, soprattutto vegetali, hanno la caratteristica di essere a basso impatto ambientale (energia grigia), sono riciclabili e riutilizzabili, provengono da fonti rinnovabili continuamente rigenerabili (bosco, coltivazioni) e non emettono sostanze dannose per la salute umana né durante la fase di lavorazione né dopo la posa.

    Ecobonus 110%: fare efficienza energetica in edilizia con gli isolanti naturali

    Da qui lo stimolo per un loro maggiore utilizzo: «l’impiego dei materiali bioedili rispetto a quelli di origine petrolchimica va promosso» perché l’ecobonus al 110% «ne permette comunque la rimborsabilità. In tal modo il maggior utilizzo di questi prodotti, con l’aumento della domanda, comporterebbe di conseguenza una riduzione dei prezzi», rileva il segretario nazionale Anab.

    Tuttavia oggi, mancando una corretta divulgazione dell’argomento «esiste comunque la forte preoccupazione di trovarsi interi condomini coibentati con materiali di derivazione fossile semplicemente perché ritenuti a basso costo».

    Inoltre gli incentivi fiscali legati alla necessità di aumentare di due classi energetiche il costruito, dovrebbero avvantaggiare «solo chi lavora bene. La stessa posa del cappotto termico o degli infissi dovrebbe essere fatta a regola d’arte, ponendo attenzione al comfort, ai benefici per il committente e alla sua qualità di vita».

    Ecobonus 110%: Le proposte di Anab contenute nell’Agenda

    Poco prima che fosse pubblicato il Decreto Rilancio, Anab ha presentato l’”Agenda 2020-2025 per costruire, abitare, vivere sano e sostenibile”, un decalogo con proposte per un’edilizia più ecologica e per una rigenerazione urbana all’insegna della sostenibilità. Tra queste si segnala la necessità di: sviluppare un’economia circolare locale, promuovere interventi di riqualificazione edilizia ecologica, diffondere interventi di rigenerazione urbana.

    Agenda Anab per costruire, abitare, vivere sano e sostenibile

    In tema di circular economy, Anab sottolinea la necessità che tutte le materie prime e seconde dovrebbero essere progettate per essere riutilizzate al termine del ciclo di vita, favorendo così nel contempo il riuso dei prodotti da costruzione e degli scarti attraverso il riciclo dei materiali di demolizione.

    L’idea che dovrebbe essere raccolta per definire il superbonus 110%, contemplerebbe la sostituzione delle materie prime di origine petrolchimica (come la plastica e derivati) con materie prime rinnovabili e naturali. La proposta in agenda sottolinea quindi la necessità di incentivi dedicati per i materiali edilizi delle filiere rinnovabili dell’agricoltura e delle foreste, l’uso di prodotti naturali, rinnovabili, riciclabili e salubri.

    Per quanto riguarda gli interventi di riqualificazione edilizia, occorre ripensarli in chiave bioecologica:

    Gli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici dovranno essere realizzati prioritariamente con il modello NNZEB (Natural Near Zero Energy Building). Si promuovono: l’uso di materiali naturali, il ricircolo naturale dell’aria, le fonti di produzione di energia rinnovabile, i sistemi di riciclo delle acque grigie, la creazione di spazi verdi, l’utilizzo di sistemi di riscaldamento passivi e comunque basso-emissivi”.

    Infine, è bene ampliare lo sguardo dall’edificio alla città: a questo proposito vengono raccomandati interventi di rigenerazione urbana ecologica. “L’architettura deve porre attenzione ai bisogni materiali, biologici, psicologici e sociali dei residenti”, si scrive nell’agenda. Gli aggregati urbani devono essere riorganizzati con azioni di riqualificazione sostenibile “e di implementazione di spazi ecologici come parchi, giardini e aree alberate, per esempio”.

    Per mettere in pratica questa rivisitazione green delle città servono, anche in questo caso, incentivi a fondo perduto per la rigenerazione sostenibile dei condomini e un ripensamento degli isolati con un forte incremento degli spazi verdi. «Il superbonus, quindi, non deve essere considerato una possibile criticità bensì un’occasione per il miglioramento del futuro», conclude Ganz.

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