Il traino delle opere pubbliche nel Rapporto Congiunturale Cresme

Presentato pochi giorni fa il XXXVIII Rapporto Congiunturale e Previsionale Cresme. Sono ancora i lavori pubblici il sostegno principale del mercato delle costruzioni, mentre la riqualificazione segna il passo. Dopo decenni di mancanza di politiche pubbliche, torna sulla scena la questione abitativa. Segnali postivi dal mercato dell’edilizia non residenziale

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Il traino delle opere pubbliche nel Rapporto Congiunturale Cresme

Di questi tempi, contrassegnati dell’incertezza politico commerciale a livello mondiale, fare previsioni economiche, non è cosa facile. Ma, come consiglia il XXXVIII Rapporto Congiunturale e Previsionale Cresme, presentato pochi giorni fa in modalità on-line, in questo quadro di instabilità le stime economiche sono quanto più necessarie.

La sensazione che la maggior parte degli imprenditori hanno è di vivere una fase economica e produttiva di impasse, in cui in assenza di riferimenti certi si continua a fare ciò che si è sempre fatto.

Il ruolo delle opere pubbliche nel mercato delle costruzioni

In questo contesto il mercato delle costruzioni, che ha tempi più lenti di altri settori, continua ad essere trainato in Italia dalle opere pubbliche, mentre la riqualificazione conferma la dinamica negativa che colpisce in particolare alcuni segmenti della lunga filiera di mercato (distribuzione, finiture, efficientamento energetico), pur se con un impatto che si mantiene intorno ad un -10% dopo gli eccezionali picchi raggiunti con il superbonus. I livelli di produzione restano infatti ancora ben più alti rispetto a quelli del 2019.

Il valore della produzione nelle costruzioni. Nel 2024 è stato di 300 miliardi euro
Il valore della produzione nelle costruzioni. Nel 2024 è stato di 300 miliardi euro (fonte, Cresme/Si)

Anche il mercato immobiliare mostra segni positivi, pur molto differenziati territorialmente, e come reagirà allo scenario economico è oggetto di interessante valutazione. La questione della domanda abitativa e dell’housing sociale, le politiche energetiche, la gestione del territorio, la mancanza di lavoratori insieme all’esaurirsi della spinta del Pnrr confermano la necessità di uno scenario strategico di medio periodo basato su una forte spinta innovativa.

Le opere pubbliche trascinano la domanda

Per il settore delle costruzioni lo scenario appare paradossalmente più chiaro, ma allo stesso tempo destinato a cambiare nel medio periodo. A livello ufficiale, i dati della contabilità nazionale non registrano nessuna flessione degli investimenti. Le opere pubbliche stanno trainando la domanda e le imprese di costruzioni sono ora impegnate in una importantissima fase realizzativa.

Investimenti in opere pubbliche della pubblica amministrazione e dei concessionari per comparti 2002-2027
Investimenti in opere pubbliche della pubblica amministrazione e dei concessionari per comparti 2002-2027 (fonte, Cresme)

La scadenza dei lavori del Pnrr si avvicina e sono molte le attività in corso. Dopo gli 86 miliardi di euro di lavori messi in gara nel 2022 e i 92,3 del 2023, il 2024 si è chiuso con 59,5 miliardi di euro, una flessione del 35%. Ma va ricordato che prima della pandemia si mettevano in gara meno di 20 miliardi di euro di lavori all’anno. In tre anni sono stati messi in gara 238 miliardi di euro di lavori. E ancora nei primi tre mesi del 2025 sono stati messi in gara più di 28 miliardi di euro di lavori. Le opere pubbliche continueranno a tirare il mercato delle costruzioni ben oltre il 2026, anche se dopo il 2026 o, meglio il 2027, inizierà una nuova fase.

La riqualificazione edilizia segna il passo

L’altra grande voce del mercato, la riqualificazione del patrimonio edilizio segna evidentemente il passo e ancor più lo farà nel 2026 e nel 2027, quando gli incentivi scenderanno dal 50 al 36% per gli interventi sulle prime case e dal 36% al 30% per gli interventi sulle seconde.

Le scelte del governo in termini di politica fiscale hanno fatto sì che nel 2021 gli incentivi per l’efficientamento energetico delle abitazioni salissero a 16 miliardi di euro, contro i 4 miliardi del 2019, ai 46 miliardi del 2022, per scendere ai 42 miliardi del 2023 e ai 16,6 miliardi del 2024. Nel 2025 resterà ben poco.

Importo dei lavori di ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica che hanno beneficiato degli incentivi fiscali
Importo dei lavori di ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica che hanno beneficiato degli incentivi fiscali (fonte, Cresme)

Nel frattempo gli incentivi “tradizionali” hanno visto crescere i lavori da 28 miliardi del 2019 a 38,4 del 2021, a 54,4 del 2022, per scendere a 51,5 del 2023 e a 47 del 2024.

Nonostante la corsa a beneficiare dei migliori incentivi rispetto a quelli in prospettiva calanti, di cui si registrano un’ultima ondata nel gennaio del 2025, la contrazione del mercato appare certa anche se i livelli di produzione resteranno ben superiori anche nel 2025 a quelli del 2019.

Le nuove costruzioni residenziali

Segnali modesti arrivano dal mercato delle nuove costruzioni residenziali, mentre una certa vitalità emerge dal mercato dell’edilizia non residenziale con alcuni settori in forte spinta, come quelli della logistica e quelli inerenti la nuova stagione dei data center. Ma sono diversi i settori non residenziali che mostrano dinamiche di qualche interesse: certo che se a livello generale le cose dovessero prendere una piega negativa, il primo settore a fermarsi sarebbe quello degli investimenti non residenziali.

Investimenti in edilizia residenziale 1982-2028
Investimenti in edilizia residenziale 1982-2028 (prezzi costanti 2015; milioni di euro; fonte, Cresme)

Il ruolo della direttiva EPBD

Lo scenario di mercato del 2025 è segnato dalle scelte della politica italiana rispetto ai temi della direttiva EPBD e dall’evolversi della politica energetica europea.

Stima della spesa necessaria per conseguire i target stabiliti dalla direttiva EPBD
Stima della spesa necessaria per conseguire i target stabiliti dalla direttiva EPBD (fonte, Cresme/Si; valori in miliardi di euro)

Il Paese è chiamato a disegnare come intenderà conseguire i risultati richiesti dalla direttiva, nei tempi un po’ più lunghi che si vanno determinando e affrontare, e che ruolo avrà il tema chiave degli incentivi. Tema ad oggi di cui è persino difficile parlare dopo l’esperienza superbonus.

La questione abitativa

Un secondo tema caldo riguarda la domanda abitativa per le fasce più deboli della popolazione. È un tema che interessa i principali Paesi europei, che hanno messo in atto importanti politiche che guardano alla nuova produzione, e rispetto alle quali emergono difficoltà realizzative: è difficile, puntando sul partenariato pubblico e privato, costruire le matrici di convenienza.

Questo porta a sperimentare nuove soluzioni, una delle quali sembra essere cercata in nuovi modelli produttivi. La questione abitativa riguarda anche il nostro Paese che registra sì una importante flessione demografica in termini di popolazione, ma che da un lato vede crescere le famiglie sempre più piccole e dall’altro registrare una nuova produzione a livelli minimi nel confronto con l’Europa. Inoltre una parte molto importante della domanda non è solo di housing sociale ma proprio di edilizia economica e popolare.

Le altre questioni sul tappeto

Il XXXVIII Rapporto Congiunturale e Previsionale Cresme affronta diversi altri temi, come l’andamento del mercato immobiliare nelle diversità territoriali, le dinamiche dell’occupazione e la mancanza di lavoratori, le dinamiche del credito e dei costi di costruzione e gli scenari che a livello internazionale e all’interno del quadro nazionale rendono diversi tra di loro i territori.

Andamento degli occupati nel settore delle costruzioni dal 1997 al primo trimestre 2025
Andamento degli occupati nel settore delle costruzioni dal 1997 al primo trimestre 2025, secondo la contabilità nazionale e in base alle rilevazioni della forza lavoro (fonte, Istat)

A questi si aggiungono i temi della rigenerazione urbana, del partenariato pubblico e privato, della digitalizzazione per un settore delle costruzioni che deve fare dell’innovazione il suo motore strategico.

Il valore della produzione nelle costruzioni. Nel 2025 le previsioni Cresme indicano un valore di poco più di 285 miliardi euro
Il valore della produzione nelle costruzioni. Nel 2025 le previsioni Cresme indicano un valore di poco più di 285 miliardi euro (fonte, Cresme/Si)
Interventi mensili asseverati in ambito super Econonus dal novembre 2020 a maggio 2024
Interventi mensili asseverati in ambito super Econonus dal novembre 2020 a maggio 2024 (fonte, elaborazione Cresme su dati Enea)

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