Architettura sull’acqua: progettare edifici in prossimità di fiumi, laghi e mari

Le costruzioni in prossimità dell’acqua rappresentano una delle sfide più affascinanti e complesse per architetti, ingegneri e urbanisti. Che si tratti di edifici affacciati sul mare, su fiumi urbani o su laghi alpini, il rapporto tra architettura e ambiente acquatico richiede soluzioni tecniche avanzate, una profonda sensibilità paesaggistica e una progettazione che integri estetica, sostenibilità e resilienza climatica

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Architettura sull’acqua: progettare edifici in prossimità di fiumi, laghi e mari

L’acqua non è mai un semplice sfondo nei progetti architettonici: è una presenza viva, mutevole, che genera significato, riflessione e tensione poetica. Che si tratti di fiumi, laghi, lagune, canali o bacini artificiali, la vicinanza all’acqua imprime un carattere specifico agli spazi costruiti, agendo come una forza generativa e trasformativa.

L’architettura in prossimità dell’acqua si misura con una materia dinamica, che riflette, assorbe, trasforma e talvolta minaccia. Progettare in questi contesti significa riconoscere la potenza dialogica dell’acqua: essa impone una forma di progettazione che ascolta, che si adatta, che diventa parte di un ecosistema più ampio.

Nel corso della storia, le civiltà hanno scelto l’acqua come fulcro delle loro fondazioni urbane, non solo per motivi funzionali ma anche simbolici. L’acqua rappresenta la vita, il flusso del tempo, la purificazione, ma anche la soglia tra mondi diversi, tra naturale e artificiale, tra stasi e movimento. Oggi, nella sfida contemporanea del cambiamento climatico e della riscoperta di un’architettura ecologica, il rapporto con l’acqua si fa ancora più urgente. I progetti architettonici che sorgono nei pressi di bacini idrici non possono più limitarsi a valorizzare il paesaggio: devono dialogare con l’ambiente, integrarsi nei suoi cicli e, in alcuni casi, diventarne custodi attivi.

Arch. Alfonso FemiaLa relazione tra acqua e architettura è anche una straordinaria opportunità per riflettere sulla progettazione sostenibile, nuove strategie e architettura del futuro, come spiega l’architetto Alfonso Femia che ha realizzato numerosi progetti vicino all’acqua: “Quanto profondamente influisca l’acqua sui territori è un tema economico, politico e sociale, di pianificazione urbana e di architettura. L’acqua è attore principale per la conservazione dell’equilibrio ecosistemico. Sorgenti, fiumi, mare e le corrispondenti linee territoriali, crinali, piane e coste, sono parti di un sistema unitario ed è necessario concentrare l’attenzione progettuale sulla relazione tra acqua e terra, prima di attivare qualsiasi processo di trasformazione. Tuttavia, in termini progettuali, viene, quasi sempre, eluso il tema della relazione ecosistemica tra le diverse linee d’acqua, scordando la connessione diretta e il sistema di causa ed effetto degli accadimenti naturali. Ogni progetto “in riva” è occasione per ripensare le infrastrutture e i luoghi, amplificando la visione, costruendo una relazione di valore tra mare, fiumi, fiumare, torrenti e terraferma.  Ogni intervento ricerca una relazione tra spazi antropizzati, spazi pubblici e dimensione naturale. L’acqua genera paesaggi, agricoltura diversificata, mobilità e trasformabilità delle “case”: il progetto diventa sempre più strategico, l’architettura è in grado di governare gli oggetti e i processi territoriali, le mappe urbane e possiede la duplice competenza storico-umanistica per proiettarsi in un tempo sempre meno codificabile rispetto a quelli passati”.

E pensiamo ai recenti sviluppi urbani lungo le rive, dai waterfront rigenerati delle città portuali europee, ai padiglioni galleggianti nei contesti asiatici, fino alle architetture lacustri che coniugano minimalismo e contemplazione. In questi esempi, l’acqua non è più margine ma centro: le sue qualità riflettenti influenzano la materialità e la luce degli edifici, la sua imprevedibilità plasma scelte tecniche e strutturali, la sua storia sedimentata arricchisce la narrazione architettonica.

Ecco le principali caratteristiche progettuali, le tecnologie impiegate, le tipologie edilizie e alcuni esempi emblematici di architetture costruite sull’acqua o a stretto contatto con essa.

Il progetto di Alfonso Femia/Atelier(s) Alfonso Femia per il waterfront di Reggio Calabria
Il progetto di Alfonso Femia/Atelier(s) Alfonso Femia per il waterfront di Reggio Calabria

Un progetto emblematico di riqualificazione architettonica sull’acqua l’ha realizzato Alfonso Femia/Atelier(s) Alfonso Femia per il waterfront di Reggio Calabria.

Gabriele D’Annunzio aveva soprannominato il tratto tra il porto e il Fortino di Reggio Calabria “il più bel chilometro d’Italia”. L’intervento progettuale coinvolge anche una parte del lungomare, con l’obiettivo di ristabilire il legame tra la vegetazione e il mare, valorizzando gli spazi pubblici tramite un arricchimento della componente botanica, l’introduzione di aree di sosta e la riorganizzazione dei percorsi trasversali, oltre alla riqualificazione urbana attraverso la sostituzione della pavimentazione.

Il progetto di Alfonso Femia/Atelier(s) Alfonso Femia per il waterfront di Reggio Calabria

In particolare, si agisce sull’area verde compresa tra corso Matteotti e il Lungomare Falcomatà: viene rifatta la pavimentazione stradale in asfalto su corso Matteotti e ampliato di 50 centimetri il camminamento pedonale esistente. La possibilità di ridisegnare in modo organico l’intero asse stradale permette di riequilibrare la presenza delle auto, che da protagoniste diventano elementi secondari in un contesto urbano pensato per la collettività, con una forte vocazione pedonale.

Il progetto di Alfonso Femia/Atelier(s) Alfonso Femia per il waterfront di Reggio Calabria

I nuovi percorsi pedonali creano quindi una connessione continua tra la via Marina e la via Marina alta, attraversando l’area verde che funge da collegamento tra le due vie principali e offrendo un tragitto immerso non solo nella natura, ma anche nella cultura e nella memoria storica e archeologica della città.

Caratteristiche progettuali delle costruzioni sull’acqua

Le costruzioni in prossimità dell’acqua devono rispondere a una serie di requisiti funzionali e ambientali che ne influenzano il design: in primis la resilienza ai cambiamenti climatici.

L’innalzamento del livello dei mari, le mareggiate e le alluvioni impongono, infatti, strutture adattive, come fondazioni galleggianti o rialzate. I materiali, poi, devono essere resistenti all’umidità e alla corrosione, l’acqua, in particolare quella salata, accelera il deterioramento dei materiali da costruzione.

Caratteristiche progettuali delle costruzioni sull’acqua

Si privilegiano legni trattati, acciai inox, calcestruzzi ad alta densità e tecnologie impermeabilizzanti. Un altro elemento imprescindibile è l’integrazione paesaggistica: l’architettura sull’acqua deve dialogare con l’ambiente naturale circostante, rispettando la biodiversità e minimizzando l’impatto visivo e acustico. E infine, l’accessibilità e la mobilità: il collegamento tra terra e acqua è fondamentale. Pontili, moli, passerelle mobili o sistemi di attracco devono essere sicuri e ben progettati.

Tipologie di costruzioni in prossimità dell’acqua

Esistono diverse tipologie di architetture sull’acqua o in prossimità di questa, il progetto architettonico che si misura con l’acqua è sempre anche un progetto culturale. Richiede una sensibilità che sappia leggere i segni del luogo, che accolga la complessità dell’elemento liquido e che trasformi la fragilità in valore. L’acqua, con la sua capacità di evocare e di mutare, diventa così non solo sfida tecnica, ma occasione poetica: una superficie su cui architettura e paesaggio scrivono insieme il loro racconto.

Case galleggianti (Floating Homes)

Diffusissime nei Paesi Bassi, in Scandinavia e in alcune città costiere come Seattle o Vancouver, le case galleggianti o floating homes sono abitazioni completamente galleggianti ancorate al molo. Offrono soluzioni sostenibili, flessibili e a basso impatto ambientale.

Powerhouse – Una nave per il cambiamento

Casa galleggiante sede della Powerhouse Company a Rotterdam
Powerhouse Company – photo by Marcel IJzerman

Ormeggiata nel porto di Rijnhaven a Rotterdam, la sede galleggiante della Powerhouse Company per il Global Center on Adaptation è un edificio che guarda ad una nuova era. Autosufficiente e a zero emissioni di carbonio, divertente oltre che funzionale, rappresenta anche un elemento chiave in un ambiente portuale recentemente riqualificato, offrendo spazi pubblici in riva all’acqua e persino una piscina.

Casa galleggiante sede della Powerhouse Company a Rotterdam. Il tetto è fotovoltaico
Photo by Mark Seele

La struttura dell’edificio è progettata in legno e può essere facilmente smontata e riutilizzata. I balconi a sbalzo creano una schermatura solare permanente che consente ampie finestre che inondano di luce naturale i piani degli uffici.

“Progettare un edificio per uffici galleggiante e sostenibile è stato un incarico molto impegnativo, che abbiamo affrontato in modo integrato. Utilizzando l’acqua del Rijnhaven per raffrescare l’edificio e sfruttando il tetto dell’ufficio come importante fonte di energia, l’edificio è davvero autarchico”, spiegano gli architetti.

Casa galleggiante sede della Powerhouse Company a Rotterdam
Photo by Mark Seele

Powerhouse Company è uno studio di architettura pluripremiato con sede a Rotterdam, nei Paesi Bassi. Fondato nel 2005, è cresciuto fino a diventare uno studio multidisciplinare di circa 100 professionisti, con sedi internazionali a Oslo e Monaco di Baviera. Tra i premi ricevuti figurano il Dutch Design Award, il Maaskant Prize e l’AM/NAI Award, tra gli altri.

Il GCA è un centro di conoscenza globale che supporta paesi, organizzazioni e aziende con conoscenze e consulenza nel campo dei cambiamenti climatici.

Edifici su palafitte

Questa antica tecnologia costruttiva, utilizzata già nelle civiltà preistoriche, è oggi reinterpretata in chiave moderna, soprattutto in zone tropicali e costiere. Le palafitte proteggono dalle inondazioni e facilitano la ventilazione naturale.

Floating Hope, la casa galleggiante costruita su palafitte
Floating Hope – Photo Pham Minh Chau

Un interessante esempio è Floating Hope, progetto di ricerca di Armando Bruno, Founding Partner e Ceo di SMP-Studio Marco Piva pensato per la riorganizzazione e riqualificazione di un’area della città di Lagos, in Nigeria.

Edifici a sbalzo sull’acqua

Molte architetture contemporanee utilizzano terrazze o piattaforme a sbalzo che si protendono verso l’acqua, creando un forte legame visivo ed emotivo con il paesaggio. Esempi noti sono i ristoranti panoramici, i resort o i musei costruiti sulle rive.

Ponti abitabili e infrastrutture multifunzionali

Negli ultimi anni si stanno diffondendo progetti di ponti abitabili o polifunzionali, che ospitano spazi culturali, commerciali o residenziali, coniugando mobilità e architettura. Un esempio iconico è il Ponte di Rialto a Venezia, reinterpretato in progetti contemporanei in Cina e Corea.

Tecnologie costruttive e sostenibilità

L’architettura sull’acqua è spesso un banco di prova per l’innovazione tecnologica. Tra le soluzioni più all’avanguardia troviamo i sistemi di galleggiamento modulare in calcestruzzo armato o materiali plastici riciclati; le tecniche di fondazione profonde, come pali trivellati o micropali resistenti a carichi ciclici e all’erosione; gli impianti di depurazione integrata, per il trattamento delle acque reflue a bordo di strutture galleggianti; i pannelli solari flottanti e sistemi di energia rinnovabile off-grid, per l’autonomia energetica.

Nuovo Polo Congressuale di Riva del Garda di Piuarch
Nuovo Polo Congressuale di Riva del Garda

Pietra naturale e vetro sono protagonisti del nuovo Polo Congressuale di Riva del Garda, un progetto firmato dallo studio di architettura milanese Piuarch con Andrea Palaia che sorgerà sulle sponde del lago e a pochi passi dal centro storico, committente Patrimonio del Trentino S.p.A.

Nuovo Polo Congressuale di Riva del Garda

La struttura avrà una superficie di 25.600 mq e interpreta il luogo urbano in relazione agli elementi naturali, del verde e del lago, con la ripresa della trama delle connessioni viarie, dei coni visivi e dei volumi preesistenti, per costituire un insieme omogeneo. La volumetria dell’edificio gioca con pieni e vuoti, alternando trasparenze e superfici materiche e mettendo in relazione gli elementi urbani e quelli naturali.

Case History

All’incontro di due fiumi

MVRDV, in collaborazione con gli architetti di ALL e su incarico del promotore immobiliare Groupe Giboire, ha portato a termine il progetto Ascension Paysagère: un complesso residenziale situato nella parte occidentale di Rennes, in Francia, dove si incontrano due fiumi. Collocato in un punto strategico di transizione tra il centro urbano e le aree periferiche della città, l’edificio di 12 piani e 10.550 metri quadrati contribuisce ad aumentare la densità abitativa in una zona in espansione. Il complesso comprende 138 appartamenti di varie dimensioni e fasce di prezzo, inclusi 37 alloggi destinati all’edilizia sociale.

Progetto Ascension Paysage di MVRDV a Rennes
Ascension Paysagère – Photo Ossip van Duivenbode

Ascension Paysagère si ispira alle forme naturali delle strutture geologiche. Il progetto prevede due edifici dalle linee curve, uno di dimensioni maggiori e uno più contenuto, entrambi caratterizzati da un profilo discendente e dolcemente inclinato. In prossimità del fiume e nelle aree più vicine alle costruzioni circostanti, gli edifici si mantengono bassi, in armonia con il contesto urbano prevalentemente composto da edifici di modesta altezza.

Progetto Ascension Paysage di MVRDV a Rennes
Photo Ossip van Duivenbode

In altri punti, invece, il complesso si eleva progressivamente fino a formare tre sommità, culminando in un’altezza massima di 12 piani nel cuore dell’area. Le terrazze che derivano da questi sbalzi sono arricchite da ampi vasi con piante rigogliose, portando la vegetazione del lungofiume fin dentro le residenze, fino ai livelli più alti. Sul lato ovest dell’edificio principale, tra due delle sue vette architettoniche, si trova un giardino con alberi da frutto, che rafforza l’approccio ecologico del progetto.

Urbanizzazione sul Lago Ontario

2150 Lake Shore rappresenta una riconversione urbana di un’area di 11,5 ettari, precedentemente occupata da un’attività industriale (la fabbrica di biscotti Christie), situata nella zona ovest di Toronto, in Canada.

Progetto 2150 Lake Shore a Toronto in Canada
2150 Lake Shore

L’obiettivo è quello di trasformare il sito in un nuovo quartiere dinamico, che combini i servizi della vita urbana con l’accesso diretto agli spazi verdi, e alla riva del Lago Ontario. Il progetto prevede una varietà di edifici che circondano una rete articolata di spazi pubblici, tra cui due piazze principali, un grande parco e una galleria coperta fruibile durante tutto l’anno.

La galleria coperta del Progetto 2150 Lake Shore a Toronto in Canada

Il piano urbanistico punta a creare una comunità duratura e a completare lo sviluppo di Humber Bay Shores. Autore del progetto un team guidato dallo studio Allies and Morrison. “La combinazione di abitazioni, luoghi di lavoro, negozi, spazi pubblici e infrastrutture per la mobilità sostenibile sarà fondamentale per dare slancio all’intero quartiere”, spiega Alfredo Caraballo, partner di Allies and Morrison. Il progetto include torri di 66 e 46 piani ed alcuni edifici di altezza media ed è al momento in fase di realizzazione.

Tra elemento naturale (il mare) e bacini artificiali (le piscine)

A Calpe, in provincia di Alicante (Spagna), questo scenografico progetto è circondato da quattro elementi: a nord si erge la roccia di Ifach, a est il Mar Mediterraneo, a sud il Mascarat e a ovest si concentra una visione lontana della catena montuosa dell’Olta.

Costruzioni sull'acqua: lo scenografico progetto a Calpe

Il progetto di Fran Silvestre Arquitectos intende instaurare un rapporto più diretto con la natura rocciosa della montagna, segnando con precisione il confine tra l’area edificata e l’ambiente naturale. Nella parte bassa, ai piedi della montagna dove risiede la popolazione, l’intervento si manifesta come un’ombra che dialoga con il paesaggio, suggerendone l’impatto visivo.

Costruzioni sull'acqua: lo scenografico progetto a Calpe

Dalla vetta del Mascarat, due superfici d’acqua definiscono e racchiudono il programma abitativo. L’accesso avviene dalla strada superiore, dove la prima copertura si presenta come una superficie d’acqua calpestabile. Sul livello inferiore si trova la zona giorno, completamente aperta verso l’esterno, in connessione diretta con il panorama. La luce naturale si riflette sulla piscina, e i componenti chimici dell’acqua generano riflessi sul soffitto, aumentando la luminosità interna e dando la sensazione che l’abitazione non sia coperta. Al piano inferiore si collocano gli ambienti privati, tutti orientati verso il paesaggio e il giardino. Il progetto prende forma attraverso una pietra naturale di tonalità grigia che, una volta bagnata, assume una profonda sfumatura blu, trasformandosi in uno specchio d’acqua.

FAQ – Domande frequenti sull’architettura sull’acqua

Quali sono i principali vantaggi delle costruzioni sull’acqua?

Le architetture galleggianti o a ridosso dell’acqua offrono un’interazione unica con il paesaggio, maggiore flessibilità urbanistica e possono rappresentare una risposta resiliente al cambiamento climatico, specie in contesti soggetti a innalzamento del livello del mare.

Che materiali si utilizzano per costruire vicino all’acqua?

Si prediligono materiali ad alta resistenza a umidità e salsedine, come legni trattati, acciai inox, calcestruzzi ad alta densità e rivestimenti impermeabilizzanti. La scelta deve coniugare durabilità, sostenibilità e basso impatto ambientale.

Le case galleggianti sono adatte anche al contesto urbano italiano?

Sì, con i giusti accorgimenti normativi e infrastrutturali. In Italia esistono già progetti sperimentali lungo canali e laghi. Le floating homes rappresentano un’opportunità per ripensare la densificazione urbana in chiave sostenibile.

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