Appalti: è “caccia all’errore”

Appalti: è "caccia all'errore"

E’ particolarmente dura la critica di Aniem, l’associazione che rappresenta 8.000 aziende medie e piccole del settore edile manifatturiero sulla norma (art. 38, comma 2 bis Codice Appalti) che sanziona gli errori nelle autodichiarazioni delle imprese lasciando ampia discrezionalità alle amministrazioni nell’individuazione di cosa sia sanabile e sanzionabile.
“Ancora una volta le imprese operanti nel mondo delle commesse pubbliche assumono il ruolo di Bancomat delle Amministrazioni aggiudicatrici trovandosi costrette al versamento di una cauzione aggiuntiva”, dichiara Federico Ruta, direttore generale di Aniem, l’associazione delle piccole e medie imprese edili, aderente a Confimi Impresa.
Che continua: “sembra che il meccanismo sia quello di ‘andare a caccia’ dell’errore da parte delle Stazioni appaltanti, peraltro lasciando spazi per comportamenti diversi e contraddittori.”
“La norma, introdotta la scorsa estate, prevede che la mancanza, l’incompletezza e ogni altra irregolarità essenziale delle autodichiarazioni in sede di gara, obbligano il concorrente al pagamento alla stazione appaltante di una sanzione pecuniaria fissata nel bando di gara”, prosegue il direttore generale di Aniem.
“Non era quindi difficile immaginare – continua Federico Ruta – che uno strumento del genere, così come è stato formulato, lasciato completamente nelle mani degli enti appaltanti, potesse, facilmente, trasformarsi in una fonte impropria di liquidità per gli enti locali ed un’ulteriore tassa per le imprese”.
“ Ci sembra che a fronte di un reale e dichiarato intento di semplificazione, si apre la strada a storture del sistema, e al danno economico per le imprese, che in sede di prima applicazione della norma, si sono viste irrogare sanzioni per qualsivoglia discordanza dichiarativa”.
“Come Aniem – commenta inoltre il direttore generale – siamo convinti che bisognerebbe costruire un sistema aperto alla massima partecipazione tramite la gratuità della regolarizzazione, almeno entro tempi certi e progressivi e non un approccio meramente fiscale nei confronti dei concorrenti di gara”.
“Vanno sanzionati, ed in modo forte, gli operatori in malafede, non coloro che presentano un documento con qualche giorno di ritardo”.
E conclude Ruta: “ sollecitiamo un intervento chiarificatore dell’ANAC nei confronti della quale Aniem ha già provveduto a segnalare quanto accade”.

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