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A cura di: Tommaso Tetro Impennata delle ecomafie nel 2023, con un aumento dei reati ambientali del 15,6% per 35.487 illeciti penali, e una media che viaggia al ritmo di 97,2 reati al giorno, 4 ogni ora. Il nuovo rapporto di Legambiente ‘Ecomafia 2024. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia‘ – giunto al 30esimo anno di pubblicazione, ed edito da Edizioni Ambiente – scatta la fotografia al nostro Paese su quanto l’ambiente sia messo sotto scacco dalla malavita. Business illegale vale quasi 9 miliardi Gli affari dei 378 clan mafiosi censiti riescono a spartirsi ogni anno una torta del valore di 8,8 miliardi di euro. Dall’analisi emerge che a fruttare di più è il ciclo illegale del cemento con 13.008 reati in crescita del 6,5%. Al secondo posto “preoccupa il pressing dei reati nel ciclo dei rifiuti” che arrivano a 9.309 in aumento del 66,1%; seguono al terzo posto i reati contro gli animali. Cresce anche l’aggressione al patrimonio culturale e gli illeciti nelle filiere agroalimentari, a cominciare dal caporalato. Regioni del Sud pagano prezzo più alto A pagare è soprattutto il Mezzogiorno – spiega Legambiente – dove si verifica il 43,5% degli illeciti penali (+3,8% rispetto al 2022). Le regioni più colpite da crimini ambientali sono infatti Campania, Sicilia, Puglia e Calabria. La Toscana sale dal settimo al quinto posto, seguita dal Lazio. Balza dal 15esimo al settimo posto la Sardegna. Tra le regioni del Nord, la Lombardia è prima. A livello provinciale, Napoli sale al primo posto, seguita da Avellino, Bari e Roma; seguono Salerno, Palermo, Foggia e Cosenza. La prima provincia del Nord per illegalità ambientale è Venezia con 662 reati. In aumento denunce e sequestri I dati di quest’anno – avverte Legambiente – sono “preoccupanti”: nel 2023 in Italia aumenta anche il numero delle persone denunciate arrivando a 34.481, con una crescita del 30,6%; cresce anche il numero degli arresti (319, +43% rispetto al 2022) e quello dei sequestri (7.152, +19%). Per quanto riguarda la legge sugli ecoreati, nel 2023 ha superato le 600 applicazioni registrando un lieve calo rispetto all’anno precedente quando era stata contestata 637 volte. Calo dovuto alla diminuzione dei controlli, passati da 1.559 a 1.405. Il delitto di inquinamento ambientale resta nel 2023 quello più contestato, 111 volte, portando a 210 denunce e 21 arresti; altro dato interessante riguarda i Comuni commissariati che sono attualmente 19. Legambiente chiede maggior impegno Legambiente chiede quindi “al Governo Meloni un impegno serio nella lotta alle ecomafie”. E lancia una serie di proposte “per avvicinare il quadro normativo ai principi sanciti in Costituzione”, tra cui il recepimento della nuova direttiva europea in materia di tutela penale dell’ambiente, l’introduzione nel Codice penale dei delitti contro le agromafie e dei delitti contro gli animali, dare ai prefetti pieni poteri per la demolizione degli immobili che i Comuni non hanno abbattuto, inasprire le sanzioni contro i reati nel ciclo dei rifiuti. L’edizione Ecomafia 2024 è dedicata a Massimo Scalia, tra i fondatori di Legambiente. Si tratta di un’edizione speciale, quella dei 30 anni, con un’illustrazione di copertina realizzata dall’artista Vito Baroncini, arricchita dai contributi di tutte le forze dell’ordine e delle Capitanerie di porto, dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, dell’Ispra e dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode, ma anche di realtà imprenditoriali impegnate ad affermare la legalità nelle loro attività economiche. Tra i temi portati in primo piano anche lo scandalo delle navi a perdere, la morte di Natale De Grazia, il duplice omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, a 30 anni dalla loro uccisione. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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