ETICS Forum 2025: edilizia in trasformazione tra EPBD, efficienza e cappotto di qualità

Il 7° EAE ETICS Forum, organizzato da EAE e Cortexa a Milano, ha riunito oltre 200 operatori europei per un confronto costruttivo su efficienza energetica, mercato ETICS, Direttiva EPBD e politiche di riqualificazione. Dati aggiornati sul patrimonio edilizio europeo, analisi del mercato del Sistema a Cappotto e risultati dell’indagine Cortexa mostrano una filiera tecnicamente pronta, ma frenata da incertezze normative e dalla mancanza di una strategia di lungo periodo.

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ETICS Forum 2025: edilizia in trasformazione tra EPBD, efficienza e cappotto di qualità

Si è svolta a Milano la settima edizione delll’EAE ETICS Forum 2025, evento organizzato da EAE, European Association for External Thermal Insulation Composite Systems, e Cortexa che ha coinvolto 200 partecipanti da tutta Europa.

Si conferma che è in corso una trasformazione strutturale e tecnologica del settore edilizio e, se l’Europa vuole davvero decarbonizzare il proprio patrimonio costruito, deve partire dall’involucro, attuare scelte politiche coerenti in tempi certi, con un orizzonte che vada oltre la logica dei bonus “a scadenza”, accompagnando cittadini e imprese in un percorso di riqualificazione continuo.

Tanti i protagonisti della giornata, rappresentativi di tutta la filiera: i rappresentanti della Commissione europea, delle associazioni europee e italiane del cappotto, di Renovate Italy e del mondo delle costruzioni, hanno presentato numeri, politiche e portato testimonianze di mercato, restituendo l’immagine di un settore che dispone di tecnologie mature, ma che attende una cornice coerente e stabile per poter dispiegare pienamente il proprio potenziale.

Un patrimonio edilizio energivoro: numeri in Europa, Italia e ruolo del cappotto

Il parco immobiliare europeo è vecchio: in Europa si contano circa 111 milioni di edifici (fonte Osservatorio europeo del patrimonio edilizio), per una superficie complessiva di 27,2 miliardi di metri quadrati, di cui circa il 90% residenziali. La maggior parte è stata costruita prima degli anni Ottanta, cioè prima che l’efficienza energetica diventasse un parametro progettuale.

Come ben sappiamo, gli edifici sono responsabili di circa il 40% dei consumi energetici complessivi dell’Unione e di oltre un terzo delle emissioni di gas serra. Inoltre, due terzi dell’energia consumata nel comparto servono, ancora oggi, per riscaldamento e raffrescamento. La quota relativa al raffrescamento è in aumento, soprattutto nei Paesi dell’Europa meridionale, a causa delle estati sempre più calde. Due terzi dell’energia utilizzata per riscaldare le abitazioni provengono ancora da combustibili fossili. E parliamo di decarbonizzazione, pur continuando a bruciare gas e petrolio. Infine, si stima che tra l’85% e il 95% degli edifici esistenti oggi saranno ancora in uso nel 2050. È proprio per questo che la riqualificazione energetica è così essenziale.

Secondo i dati presentati da Cecilia Hugony (AD Teicos UE e spokeperson di Renovate Italy), circa il 75% del parco immobiliare in EU è considerato inefficiente rispetto agli standard attuali, mentre il tasso di ristrutturazione energetica si ferma attorno all’1% all’anno, con le “deep renovation” che rappresentano una quota ancora più esigua.

Un momento dell'intervento di Cecilia Hugony all'ETICS Forum 2025 di Milano
Un momento dell’intervento di Cecilia Hugony

“Negli ultimi anni – ha spiegato Cecilia Hugony – l’Italia ha concluso una fase eccezionale di riqualificazione energetica, raggiungendo un tasso annuo di deep renovation vicino al 3%. Questa esperienza ha generato un patrimonio prezioso di conoscenze e casi studio significativi, che permettono di mostrare in modo concreto i benefici reali dell’efficienza energetica”.

A questo si aggiunge un dato sociale che non può essere ignorato: quasi un europeo su dieci non riesce a mantenere la propria abitazione adeguatamente riscaldata, con forti disparità tra Paesi.

Un momento dell'intervento di Ralf Pasker all'ETICS Forum 2025 di Milano
Un momento dell’intervento di Ralf Pasker

In Italia, ha ricordato Ralf Pasker, Managing Director di EAE, il patrimonio edilizio comprende poco più di 2 milioni di edifici, per oltre 3 miliardi di metri quadrati di superficie utile. La percentuale di edifici residenziali è ancora più elevata rispetto alla media europea, Pasker ha sottolineato che la situazione è migliorata negli ultimi anni: la quota di popolazione in povertà energetica, dunque impossibilitata a riscaldare adeguatamente la casa, è scesa dal 17% del 2015 all’8,6% nel 2024 (contro una media europea del 9,2% – Fonte EU Energy Poverty Advisory HUB), anche grazie alle stagioni di incentivi per la riqualificazione energetica.

Nonostante il ridimensionamento degli strumenti fiscali, il mercato italiano del sistema a cappotto, nel 2025, si mantiene su livelli superiori al pre-2020, con una stima di 26 milioni di metri quadrati installati, rispetto ai 17 milioni del 2020. “Gli edifici italiani rappresentano oltre il 40% dei consumi energetici del Paese, di cui il 69% legato a riscaldamento e raffrescamento. Dobbiamo fare in modo che l’involucro smetta di sprecare energia e su questo il sistema a cappotto è il principale alleato, nel breve e nel lungo termine”, ha sottolineato Pasker. Basti pensare che secondo alcuni studi un sistema a cappotto realizzato a regola d’arte dura più di 50 anni.

Il ruolo strategico della nuova EPBD nella trasformazione del parco edilizio europeo 

Nel suo intervento da Bruxelles, Serena Pontoglio, rappresentante della Direzione Energia della Commissione europea, ha delineato con chiarezza il quadro politico e operativo entro cui si muove la nuova Direttiva sulla Prestazione Energetica degli Edifici. Ha confermato che gli edifici rappresentano il 40% dei consumi energetici dell’Unione e utilizzano oltre la metà del gas naturale impiegato annualmente, contribuendo così a un terzo delle emissioni legate all’energia. La lentezza dei processi di ammodernamento – con un tasso di riqualificazione che si attesta intorno all’1% l’anno – rende urgente intervenire su un patrimonio immobiliare molto datato.

Pontoglio ha spiegato che la Direttiva EPBD, pubblicata nel 2024 e oggi in fase di recepimento, definisce un percorso preciso:

entro dicembre 2025 gli Stati membri dovranno presentare la bozza del Piano Nazionale di Ristrutturazione degli Edifici, mentre entro maggio 2026 dovranno completare l’attuazione legislativa della Direttiva. Questi piani dovranno includere una mappatura accurata del patrimonio edilizio, una roadmap di interventi, indicatori di monitoraggio e il fabbisogno di investimenti necessari.

Particolare attenzione è dedicata sia alle famiglie vulnerabili sia ai cosiddetti “worst performing buildings”, che rappresentano la priorità degli interventi, per ragioni energetiche, economiche e sociali.

Pontoglio ha inoltre illustrato il nuovo standard degli edifici a emissioni zero, che sarà obbligatorio per gli edifici pubblici di nuova costruzione dal 2028 e per tutte le nuove costruzioni dal 2030, prevedendo consumi estremamente ridotti e l’assenza di emissioni dirette da combustibili fossili.

Accanto agli obiettivi tecnici, la relatrice ha sottolineato l’importanza dei meccanismi di supporto: linee guida europee, sportelli unici territoriali, strumenti finanziari più accessibili, misure per superare il problema degli “split incentives” negli edifici in affitto e un più stretto coordinamento tra politiche energetiche, edilizie e sociali. La Commissione, ha concluso, sta lavorando parallelamente al nuovo European Affordable Housing Plan e alla strategia europea per la costruzione sostenibile, per garantire che la transizione energetica del costruito sia anche una transizione equa e accessibile per tutti. 

Efficienza energetica e sistemi a cappotto: veri motori della transizione

La centralità dell’efficienza energetica, anche al di là del tema climatico, è stata sottolineata da Stefano Cera, intervenuto per Renovate Italy. Migliorare le prestazioni degli edifici consente di ridurre la dipendenza energetica – ogni punto percentuale di efficienza in più comporta un calo del 2,6% delle importazioni di gas – crea occupazione locale, con circa 18 posti di lavoro per ogni milione investito in riqualificazione, attenua l’impatto dell’aumento dei prezzi energetici e offre benefici sanitari e di comfort, in inverno come in estate.

Considerate le ondate di calore sempre più intense, Cera ha richiamato studi che dimostrano come l’isolamento esterno della facciata non sia solo un intervento “invernale”: un cappotto ben progettato e posato riduce il fabbisogno di raffrescamento, stabilizza le temperature interne, limita i picchi di calore e contribuisce a contenere le spese per l’aria condizionata, soprattutto nelle città più dense.

In questo scenario, il tema non è più se il cappotto serva, ma quale cappotto e come realizzarlo. Cortexa insiste da anni sul concetto di sistema: un kit unico, certificato, marcato CE e dotato di ETA, composto da prodotti compatibili tra loro, progettato e posato secondo manuali riconosciuti e norme UNI.

Stefano Deri, Presidente di Cortexa Italia ha ricordato che nel nostro paese “su circa 12 milioni di edifici residenziali, più della metà presenta classi energetiche basse. Abbiamo quindi un patrimonio immobiliare enorme su cui è possibile e necessario intervenire. Per rispondere alle richieste della Direttiva EPBD dobbiamo riqualificare 5,5 milioni di questi edifici“.

Stefano Deri, Presidente di Cortexa Italia all'ETICS Forum 2025 di Milano
Un momento dell’intervento di Stefano Deri, Presidente di Cortexa Italia

Dal mercato ETICS all’EPBD: filiera pronta, politica in ritardo 

Sul fronte di mercato, i dati EAE mostrano una crescita complessiva dell’ETICS nei principali Paesi europei, con una superficie installata che passa da 184,4 a 214,6 milioni di metri quadrati tra 2020 e 2024, pari a un incremento del 16,4%. La domanda è trainata soprattutto dal segmento residenziale, con forte prevalenza di edifici mono e bifamiliari, ma si registrano segnali di interesse crescente anche nell’ambito non residenziale e nelle applicazioni più complesse.

Il quadro non è uniforme: Paesi come Romania e Repubblica Ceca mostrano una crescita costante, supportata da normative stabili e schemi di incentivo prevedibili, mentre mercati come quello tedesco hanno sperimentato cali importanti, legati a un andamento “stop and go” delle politiche di sostegno e a cambi repentini nei requisiti di legge.

In questo contesto, Christoph Stolz, EAE Board Member Public Affairs, ha ribadito la necessità di mantenere saldo il principio “Efficiency First”, ovvero l’idea che ridurre i fabbisogni dovrebbe venire prima di intervenire sulla produzione di energia. Ha ricordato come misure di efficienza possano coprire fino al 40% delle riduzioni emissive richieste entro il 2030, che il settore dell’efficienza in edilizia vale circa 150 miliardi di euro di fatturato e 1,2 milioni di posti di lavoro in Europa, e che nel solo 2023 le famiglie europee hanno risparmiato in media 540 euro in bolletta grazie alle politiche di efficienza.

Nonostante questo, Stolz ha denunciato i tentativi, emersi nella revisione della legge europea sul clima, di attenuare il riferimento esplicito all’Efficiency First e le discussioni sull’avvio dell’ETS2 per edifici e trasporti, che rischiano di indebolire la fiducia di operatori e investitori nella coerenza del quadro normativo. A suo avviso, rinunciare a mettere l’involucro al centro delle strategie significherebbe aumentare la pressione sulle reti, moltiplicare i costi di infrastrutturazione elettrica e termica e perpetuare la dipendenza da combustibili fossili, anche in presenza di una crescita delle rinnovabili.

La tavola rotonda moderata da Renovate Italy ha messo in luce le preoccupazioni del settore in Italia. È stato ricordato come, nella versione iniziale della legge di delegazione europea, non comparisse il riferimento al recepimento della EPBD, alimentando il timore di un ulteriore slittamento rispetto alle scadenze fissate. Allo stesso tempo, la manovra di bilancio ha ricondotto tutti gli interventi di ristrutturazione – dall’isolamento dell’involucro al rifacimento del bagno – a una detrazione uniforme del 50% per le abitazioni principali e del 36% per le altre, senza alcuna premialità specifica per l’efficienza energetica.

Per gli operatori presenti, questo approccio rischia di neutralizzare uno degli insegnamenti più importanti dell’esperienza Superbonus, ovvero il fatto che gli interventi sull’involucro, pur complessi, sono quelli che garantiscono i maggiori benefici in termini di prestazioni e di riduzione dei consumi. I dati ENEA indicano che la coibentazione dell’involucro è la misura con il miglior rapporto tra energia risparmiata e costo per kWh risparmiato, ma proprio per la sua complessità in facciata fatica a diffondersi senza un supporto dedicato.

Indagine Cortexa: cosa pensano davvero progettisti e committenti

L’indagine del Centro Studi Cortexa aggiunge elementi interessanti su come progettisti e committenti percepiscono questo scenario.

L’indagine cui hanno partecipato oltre 300 progettisti italiani, conferma che più dell’80% ritiene il Sistema a Cappotto determinante per raggiungere gli obiettivi EPBD, ma il 73% sottolinea che non è sufficiente “un cappotto qualunque”, bensì un sistema certificato, progettato e posato a regola d’arte.

Il dato più preoccupante, in questo quadro, riguarda la capacità del mercato di garantire competenze lungo tutta la filiera. I posatori con competenze certificate secondo UNI 11716 sono scesi a 3.390, dai quasi 9.000 del 2022: una contrazione del 62% in soli tre anni, proprio mentre ci si aspetta un incremento della domanda di riqualificazione legato all’EPBD.

Per Stefano Deri, questo è un segnale da non sottovalutare: “I Sistemi a Cappotto rappresentano una delle soluzioni più efficaci, più mature e più misurabili per ridurre i consumi energetici degli edifici. Ma perché funzionino nel tempo, servono progettisti formati e imprese qualificate. Non possiamo permetterci un arretramento sulle competenze”.

Per circa il 70% dei progettisti, la presenza di incentivi fiscali è ancora determinante per convincere i clienti a procedere con la riqualificazione. Oltre il 64% dei committenti è scarsamente informato sulla EPBD e più del 30% non ne ha alcuna conoscenza, mentre la consapevolezza degli strumenti fiscali esistenti è decisamente maggiore. Nelle scelte di intervento, il Sistema a Cappotto è la misura più proposta (attorno all’88%), perché ormai si è consolidata l’idea che prima di investire in impianti e rinnovabili sia necessario ridurre le dispersioni dell’involucro.

Interessante anche il cambiamento delle motivazioni dei committenti. Se fino a pochi anni fa il cappotto veniva scelto prevalentemente per accedere a incentivi o ridurre la bolletta, oggi la spinta principale è il comfort abitativo: circa il 30% lo indica come motivo prioritario, con una crescita significativa soprattutto al Nord, dove l’aumento delle temperature estive ha reso evidente il ruolo dell’isolamento anche contro il caldo. Parallelamente, il concetto di sostenibilità in edilizia viene associato, per l’88% dei progettisti, alla riduzione dei consumi energetici, mentre si ridimensiona leggermente il peso attribuito alle sole fonti rinnovabili.

Su questo sfondo, le richieste della filiera alla politica convergono su alcuni punti: costruire un quadro di incentivi di medio-lungo periodo, differenziare il trattamento fiscale degli interventi che generano efficienza reale, valorizzare la certificazione dei sistemi e delle competenze, sostenere la nascita e il consolidamento di sportelli unici in grado di accompagnare famiglie e imprese nella complessità delle scelte tecniche e finanziarie previste dall’EPBD.

Come ha sintetizzato Stefano Deri, “l’edilizia sta vivendo una trasformazione strutturale, culturale e tecnologica che riguarda il modo in cui progettiamo, costruiamo e soprattutto riqualifichiamo il patrimonio esistente”.

FAQ – Sistemi a Cappotto, EPBD e prospettive per la riqualificazione energetica

Quali sono i vantaggi principali di un Sistema a Cappotto certificato rispetto a soluzioni non sistemiche?

Un Sistema a Cappotto certificato garantisce continuità prestazionale, compatibilità tra i componenti, durabilità superiore e una posa conforme a criteri tecnici riconosciuti. La certificazione ETA e la marcatura CE assicurano che il kit sia stato testato come insieme e non come somma di elementi acquistati separatamente. La progettazione secondo manuali e norme UNI, unita alla posa qualificata, permette di ottenere prestazioni energetiche più stabili nel tempo, riducendo i ponti termici e i rischi di degrado precoce della facciata. L’investimento iniziale trova quindi riscontro in un ciclo di vita più lungo e in una riduzione reale dei consumi, sia in inverno che in estate.

Quali sono gli obiettivi principali della Direttiva EPBD approvata nel 2024?

La Direttiva EPBD mira a ridurre in modo strutturale i consumi energetici del parco edilizio europeo, introducendo standard più rigorosi per i nuovi edifici e strumenti concreti per accelerare la riqualificazione di quelli esistenti. L’obiettivo è abbassare del 16% il consumo medio degli edifici residenziali entro il 2030 rispetto al 2020 e avviare la riqualificazione degli immobili non residenziali meno performanti. La Direttiva promuove inoltre il passaggio agli edifici a emissioni zero per le nuove costruzioni e richiede agli Stati membri di definire strategie nazionali basate su roadmap, obiettivi intermedi e un quadro di finanziamento stabile.

Quali sono le scadenze fissate dall’EPBD per gli Stati membri?

Entro il 31 dicembre 2025 gli Stati membri devono trasmettere alla Commissione europea la bozza del Piano Nazionale di Ristrutturazione degli Edifici, includendo l’analisi del patrimonio immobiliare, la strategia di intervento e le misure di sostegno finanziario. Entro il 29 maggio 2026 la Direttiva dovrà essere recepita nei rispettivi ordinamenti nazionali, con l’adozione delle norme attuative. A partire dal 2028 scatteranno i nuovi requisiti per gli edifici pubblici di nuova costruzione, mentre dal 2030 tali standard dovranno essere applicati a tutte le nuove edificazioni. Il periodo 2025–2030 rappresenta quindi la fase più delicata per l’avvio della trasformazione del parco edilizio europeo.

Perché i Sistemi a Cappotto sono considerati centrali nell’attuazione degli obiettivi EPBD?

La Direttiva mette al centro la riduzione dei consumi e la riqualificazione dell’esistente, due ambiti nei quali l’isolamento dell’involucro è la misura più efficace. Un cappotto correttamente progettato e posato consente di abbattere in modo significativo i fabbisogni di riscaldamento e raffrescamento, migliorando il comfort abitativo ed evitando sprechi energetici. Prima di introdurre impianti più avanzati o rinnovabili, è essenziale intervenire sulla dispersione termica dell’edificio, il che rende il cappotto una soluzione strategica e difficilmente sostituibile per centrare le traiettorie EPBD.

Quali sono i principali ostacoli alla diffusione dei Sistemi a Cappotto in Italia?

La mancanza di una strategia di lungo periodo sugli incentivi fiscali rappresenta uno degli ostacoli più significativi. I progettisti evidenziano come l’assenza di schemi stabili renda difficile convincere i committenti a programmare interventi complessi come il cappotto, che richiedono investimenti e tempistiche certe. La carenza di imprese qualificate e di posatori certificati incide ulteriormente, soprattutto in vista delle richieste tecniche della nuova EPBD. Persistono inoltre resistenze legate alla percezione dei costi iniziali, alla scarsa conoscenza tecnica e alla diffusione di materiali non idonei proposti come alternative “miracolose”, che rischiano di rallentare la transizione verso sistemi certificati e realmente performanti.

In che modo il mercato ETICS europeo si sta evolvendo e quali prospettive emergono?

Il mercato ETICS mostra un’espansione costante nei principali Paesi europei, con una crescita di oltre il 16% tra il 2020 e il 2024. La domanda è alimentata dall’esigenza di riqualificare edifici datati e dagli obiettivi energetici europei. Paesi con normative stabili registrano ritmi di crescita più elevati, mentre mercati caratterizzati da cicli politici discontinui sperimentano oscillazioni anche significative. Le prospettive di medio termine sono positive, a condizione che gli Stati membri traducano la Direttiva EPBD in strumenti di finanziamento prevedibili e in una chiara definizione degli standard tecnici per la riqualificazione.

Quale ruolo avranno formazione e qualificazione nella futura applicazione dell’EPBD?

L’aumento della richiesta di interventi sull’involucro renderà indispensabile rafforzare il capitale umano del settore. La riduzione dei posatori certificati registrata negli ultimi anni rappresenta un segnale di allarme: senza competenze qualificate non sarà possibile garantire interventi duraturi e coerenti con gli obiettivi della Direttiva. La formazione continua di progettisti e imprese, insieme alla diffusione di protocolli come CasaClima e delle certificazioni UNI, sarà uno dei pilastri per assicurare qualità esecutiva e affidabilità delle soluzioni adottate. 

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