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Carousel for Life è un importante progetto culturale che nasce da una ricerca condotta sull’architettura per l’infanzia. Lo scopo è quello di orientare una nuova visione che definisca criteri qualitativi di progettualità e produzione: è un’iniziativa che ribalta il punto di vista tradizionale e vuole affermare i bambini al centro del mondo. L’architettura è una scienza pedagogica, è potente strumento educativo: disciplina formativa che ha il nobile compito culturale di educare alla bellezza, di dare forma allo spazio in cui viviamo; ed è lo spazio ad essere la prima forma del conosciuto, senza il quale nessuno può avere esperienza del mondo esterno. Lo spazio circonda, cura e fa crescere; e i bambini si impossessano con gioia dello spazio, lo esplorano e lo vivono senza freni e senza remore, in un moto perpetuo che è la loro modalità di conoscere. Se è vero che i bambini sono i protagonisti dello spazio, allora abbiamo il dovere di ripensare l’approccio progettuale di tutto ciò che li riguarda, intervenendo su edifici, spazi, oggetti, a tutti i livelli. In questo ambito l’Italia è in netto ritardo rispetto all’evoluzione di altri paesi; non esiste un sistema normativo organico, né tanto meno una legislazione che possano indirizzare una corretta progettualità ed un consapevole utilizzo dei materiali. Nessuna disposizione sulla qualità degli spazi per i bambini. Nessuno standard o criterio sulla formazione dello spazio necessario a crescere. Ed è da qui che FederlegnoArredo vuole partire con la concreta volontà di innescare una nuova reattività che potrà creare e aprire nuove prospettive coinvolgendo tutti gli attori della filiera. L’installazione Si tratta di un’installazione iconica, caratterizzata da un logo distintivo, che ha inaugurato a MADE expo 2017 il percorso culturale e di approfondimento su questo tema. L‘allestimento è centrato intorno ad un elemento peculiare che incarna lo spirito dell’iniziativa, e che nel tempo permarrà come leit-motiv garantendo riconoscibilità e continuità del progetto: la giostra che rimanda immediatamente al gioco e alla spensieratezza, è movimento vivace ma sicuro. È vita che gira. È il bambino che cresce. La giostra illustra i cinque diversi ambiti di ricerca in cui sarà progressivamente declinata l’iniziativa: school, healthcare, home, public space, hospitality. Il primo ambito: school Il particolare momento storico ha suggerito di approfondire, in prima battuta, la tematica dell’edilizia scolastica, mettendo in scena elementi di progetto e produzione che compongono lo scenario degli ambienti dedicati all’istruzione e ai quali dovrebbe essere prestata la giusta attenzione da parte di tutti gli operatori del settore. La scuola, ad ogni età, dovrebbe essere il luogo nel quale il percorso educativo si trasmette visibilmente anche attraverso l’architettura; infatti la dimensione narrativa dello spazio da subito pervade emotivamente tutti i bambini, ed i suoi caratteri lo definiscono gradualmente quale luogo di apprendimento e crescita, di relazione e affetti, di costruzione della propria autonomia e fisionomia. Riconoscere il ruolo pedagogico degli edifici scolastici, dello spazio, dei suoi oggetti, equivale pertanto a dichiarare la centralità del benessere globale dei piccoli. La scuola che “fa crescere” deve essere un luogo gradevole e sicuro: adeguati requisiti tecnico-strutturali ne consentano la fruizione sempre, in ogni circostanza, anche in caso di emergenza. La scuola è il primo spazio collettivo abitato intensamente dai bambini: la sua progettazione sostenga la costruzione dei rapporti sociali, la crescita in condivisione, ma anche la concentrazione del pensiero e le sfrenate elaborazioni della fantasia. La scuola deve consentire il pieno coinvolgimento dei sensi e la reattività percettiva: si deve poter misurare lo spazio ed i suoi limiti per appropriarsene, occorre vedere sole e pioggia nel giorno che scorre, guardare l’avvicendamento delle stagioni ed i colori della città. Ogni spazio architettonico è inscindibile dalla luce, e questo è ancora più vero negli ambienti destinati alla formazione che devono distinguersi per funzionalità, benessere e sicurezza. Lo studio della luce, sia essa naturale che artificiale, è strumento di primo piano per costruire qualità e bellezza, per comunicare e orientare nello spazio, accogliere e migliorare la percezione visiva. I suoni dentro gli spazi vanno modulati: devono vibrare di emozione creativa o essere correttamente smorzati, perché ogni attività possa svolgersi nella maniera più piacevole e serena. La narrazione si dipana anche attraverso calibrate variazioni di colore, matericità e tattilità, possibili solo in progettualità attente e sensibili alle multiformi configurazioni dello spazio. Chiaramente tutti gli oggetti vanno pensati a misura di bambino: devono garantire confort massimo nell’uso e altissima funzionalità, stimolare l’immaginazione, rassicurare e guidare nella crescita. Fondamentale il ruolo giocato dagli spazi esterni, in primis nella creazione dialettica di antinomie rispetto agli ambienti chiusi: crescere all’aperto significa conoscere la natura delle cose, ricercare forme e processi, percepire profumi e colori; significa anche fare una diversa esperienza dello spazio, leggere da fuori gli edifici, scoprire la bellezza. Per tutto questo, anche il mondo della produzione è chiamato a rispondere: che il Made in Italy identifichi finalmente il nostro Paese, primo al mondo, come vera culla del design. Valentina Fisichella Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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