MIND, MoLo in dirittura d’arrivo

La fine lavori è prevista per febbraio del prossimo anno. Da quella data il Mobility and Logistic Hub (MoLo) sarà in funzione nel West Gate del Milano Innovation District. Sarà una nuova infrastruttura multifunzionale destinata a mobilità, logistica ed energia. Numerosi gli studi e le società di architettura e di ingegneria coinvolte nel processo di progettazione e di costruzione dell’edificio firmato da MAD Architects

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L’area del West Gate di Mind vista dall’alto (credits, © CMB e Moretti)
L’area del West Gate di Mind vista dall’alto – credits, © CMB e Moretti

Un passo dopo l’altro, Mind, Milano Innovation District, prende forma. Un altro tassello del complesso puzzle di rigenerazione dell’area, che giusto dieci anni fa ospitava l’Esposizione universale, sta per andare a compimento.

Si tratta del Mobility and Logistic hub (in sigla MoLo), collocato all’ingresso ovest dell’area (il West Gate): una volta terminati i lavori, oggi arrivati a oltre il 60% del totale, MoLo sarà una nuova infrastruttura multifunzionale destinata a mobilità, logistica ed energia, che permetterà a Mind di diventare il primo quartiere milanese senza auto.

Il progetto è dello studio internazionale MAD Architects di Pechino, con uffici a Los Angeles e Roma, fondato nel 2004 da Ma Yansong e guidato dallo stesso Ma Yansong, Dang Qun e Yosuke Hayano.

Il Mobility and Logistic hub, che sarà pronto a febbraio del 2026, nel suo parcheggio multipiano ospiterà 1.790 posti auto pubblici e privati, 3mila metri quadrati destinati a negozi (è prevista l’apertura di un supermercato), 2.300 metri quadrati di uffici e 2mila occupati dall’energy center.

Il Mobility and Logistic Hub in fase di realizzazione (credits, © CMB e Moretti)
Il Mobility and Logistic Hub in fase di realizzazione – credits, © CMB e Moretti

L’edificio si sviluppa su sette piani fuori terra, più un piano interrato, per un’altezza di 28 metri e mezzo, una lunghezza di 170 e una larghezza di 50, su un lotto di oltre 68mila metri quadrati.

La struttura si distingue per la sua architettura iconica, con una scala dall’aspetto monumentale, che da dispositivo funzionale per l’antincendio diventa elemento di architettura.

Dal punto di vista tecnologico, l’edificio è realizzato con elementi prefabbricati, che hanno permesso di rispettare tempi, costi, qualità e sicurezza in cantiere.

L’energy center, dotato di una mega centrale di teleriscaldamento e tele raffrescamento di quartiere, sarà il cuore pulsante energetico dell’area.

Il progetto di MAD Architects

Per MAD, MoLo è stato concepito per essere un landmark iconico da un punto di vista strutturale e nodale. Il progetto è sia quinta che portale di accesso per chi arriva a Mind da Rho che dalle grandi direttrici, ma anche punto focale per chi percorre il Decumano, configurandosi come cerniera tra il distretto e il contesto circostante.

L’alternanza di pieni e vuoti e l’integrazione tra natura e architettura, permeano il MoLo e ne enfatizzano il ruolo urbano, contraddistinguendo gli obiettivi funzionali, spaziali e paesaggistici del progetto stesso.

La facciata Est del Mobilty and Logistic Hub (MoLo) a Mind secondo il progetto di MAD Architects
La facciata Est di MoLo secondo il progetto di MAD Architects – render, MAD Architects

La cerniera urbana che la nuova infrastruttura rappresenta si rispecchia nella struttura attraverso un concept che nasce da un massing iniziale compatto e caratterizzato da un volume pieno, che viene alleggerito dalla Galleria, che apre trasversalmente un’ampia porzione centrale del piano terra al Common Ground (il tessuto connettivo pubblico di Mind) integrando così il nuovo edificio e lo spazio urbano.

La sua configurazione garantisce l’attraversamento dell’edificio rendendo più fluidi e leggibili i percorsi di approdo e di collegamento. Una galleria, che oltre ad avere funzione di cerniera, diventa spazio attivo di socializzazione e sosta per gli utenti dell’area.

Il Mobility and Logistic Hub in fase di realizzazione (credits, © CMB e Moretti)
Il Mobility and Logistic Hub nel West Gate di Mind; a sinistra nella foto, l’ospedale Galeazzi, sulla destra l’edificio Horizon in fase di costruzione – credits, © CMB e Moretti

Elemento fondante del progetto MAD è la scala metallica che si apre sul fronte est del progetto e che ne diviene simbolo e punto focale. Una scala che funge quasi da cornice della galleria, con una parete verde sul retro che le fa da sfondo. Sul fronte ovest il tema “metallico” della scala viene ripreso dalle fioriere centrali che saranno rivestite con lo stesso materiale del cladding a est, come un richiamo fisico e visivo.

La facciata Ovest del Mobilty and Logistic Hub a Mind secondo il progetto di MAD Architects (render, MAD Architects)
La facciata Ovest del Mobilty and Logistic Hub a Mind secondo il progetto di MAD Architects -render, MAD Architects

La natura che permea l’architettura e che collega i due fronti del MoLo rende ancora più evidente la funzione di portale del progetto stesso.

Le attività di cantiere

La struttura portante è realizzata con un telaio prefabbricato in calcestruzzo, progettato secondo i principi del DfMA (Design for Manufacturing and Assembly), con l’obiettivo di ridurre la complessità in fase di progettazione, produzione e montaggio.

La maglia strutturale segue campate da 8-8,5 metri per 16,5. Sono stati previsti setti strutturali e tamponamenti realizzati con sistemi prefabbricati o a secco, studiati in conformità con le normative energetica, acustica e i requisiti Leed, livello Platinum.

Il Mobility and Logistic Hub è realizzato con strutture prefabbricate in calcestruzzo (credits, © CMB e Moretti)
Il Mobility and Logistic Hub è realizzato con strutture prefabbricate in calcestruzzo – credits, © CMB e Moretti

Per la realizzazione dei nuclei in calcestruzzo (vani scala e ascensore) si è fatto ricorso a casseri rampanti.

CMB, in qualità di appaltatore generale, ha avuto il compito non solo di coordinare le attività di cantiere, ma di proporre soluzioni costruttive orientate alla massima prefabbricazione, con un’attenzione particolare alla sicurezza dei lavoratori, tema centrale per la committenza.

Uno degli obiettivi principali è stato evitare l’utilizzo di ponteggi e linee vita, introducendo quindi metodologie costruttive solitamente non impiegate per edifici di media altezza. Queste tecniche sono state adattate in modo specifico per le esigenze del progetto.

La struttura portante è realizzata con un telaio prefabbricato in calcestruzzo
La struttura portante è realizzata con un telaio prefabbricato in calcestruzzo – Assembly – credits, © CMB e Moretti

In linea con la richiesta di privilegiare i sistemi di protezione collettiva rispetto a quelli individuali, è stato ideato un sistema innovativo con parapetti amovibili installati su ogni pianale, che garantiscono la sicurezza dei lavoratori durante le operazioni di rampaggio.

Nella realizzazione di MoLo le imprese hanno optato per l’utilizzo di sistemi di protezione collettiva
credits, © CMB e Moretti

Per il montaggio delle strutture prefabbricate si è operato nella stessa direzione: i parapetti definitivi sono stati premontati in stabilimento sulle travi perimetrali, consentendo il sollevamento dei manufatti tramite forche a sgancio automatico e la loro posa con l’ausilio di piattaforme aeree. Analoga soluzione è stata adottata per le rampe di scale prefabbricate, che sono dotate di parapetti già installati prima della messa in opera. Un approccio questo che ha permesso di operare in condizioni di maggiore sicurezza, senza impatti negativi sui tempi di costruzione.

Gli impianti

In copertura sono collocate le componenti impiantistiche dell’energy center (macchine, Uta e torri evaporative) e un campo fotovoltaico.

Sulla copertura della pensilina, posta nella zona Sud-Est del piano terra, sono state ricavate delle aree, trattate a verde, che contribuiscono a mitigare l’impatto edilizio attraverso l’estensione di aree drenanti e verdi, come anche un sistema di fioriere previsto sui fronti Est-Ovest e una porzione di parete verde sul prospetto Est.

Gli attori del processo

A scorrere i nomi e le qualifiche di coloro i quali hanno lavorato alle varie fasi del progetto si coglie la complessità del processo edilizio odierno: nuove fasi e nuove professionalità si integrano e si completano nelle fasi progettuale e costruttiva, che per questo hanno bisogno di un forte coordinamento.

Analizziamo nel dettaglio che cosa hanno prodotto i professionisti e le società chiamate da Leandlease a realizzare Mobility and Logistic hub nel West Gate di Mind.

I ruoli del project leader

Tra gli elementi distintivi del progetto e del cantiere di MoLo, spiccano il coordinamento delle discipline e il management del design e del processo per il controllo della qualità dell’operato delle competenze coinvolte.

L’architetto Andrea Nonni ha ricoperto un ruolo chiave come Project leader e Design project manager, inizialmente per conto di LendLease nelle fase preliminare, definitiva e di permitting e, successivamente, per l’impresa CMB durante la fase esecutiva.

Per il montaggio delle strutture prefabbricate i parapetti definitivi sono stati premontati in stabilimento sulle travi perimetrali
Per il montaggio delle strutture prefabbricate i parapetti definitivi sono stati premontati in stabilimento sulle travi perimetrali – credits, © CMB e Moretti

Partecipando fin dalla fase di gara, indetta da LendLease, e contribuendo alla formazione del team di progetto, Nonni ha coordinato l’intero processo progettuale dalla fase di riadeguamento dello studio di fattibilità alla gestione della progettazione preliminare e definitiva, fino al supporto per l’ottenimento dei titoli edilizi, interfacciandosi con le commissioni del Paesaggio dei comuni di Rho e Milano.

In linea con le modalità operative di LendLease, l’architetto ha guidato il design management del progetto, implementando strumenti avanzati di controllo qualitativo e quantitativo (Design Tracker, Area Schedule, Kpi) e supervisionando la documentazione tecnica e ambientale, inclusa la verifica di assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale.

Con il passaggio alla fase esecutiva a guida CMB, Nonni ha proseguito il coordinamento tecnico come referente per il design e project management, occupandosi della valutazione del progetto definitivo e del coordinamento delle attività di value engineering.

L’architetto ha infine assicurato l’integrazione tra le discipline progettuali – architettura, strutture e impianti – e il supporto continuo al team di cantiere. Ha inoltre contribuito all’ottimizzazione dei processi di controllo economico e qualitativo, garantendo coerenza progettuale e operativa in tutte le fasi dell’intervento.

Il lavoro di Open Project

Open Project è una società di progettazione multidisciplinare di architetti, ingegneri, designer e tecnici che operano nel campo delle costruzioni.

Per MoLo la società bolognese, che ha lavorato a stretto contatto con i progettisti di MAD Architects, ha svolto il ruolo di mandataria dei progetti preliminare, definitivo ed esecutivo, di ingegneria e di coordinamento architettonico, oltre che per gli aspetti legati a Bim, Leed e DfMA.

La sfida principale, che ha impegnato una decina tra tecnici e progettisti della società, ha riguardato la richiesta di operare all’interno di un processo progettuale basato sul Design for Manufacturing and Assembly e sulla sostenibilità, come chiesto da Lendlease (il DfMA è una filosofia di progettazione che mira a semplificare e ottimizzare il processo di produzione e assemblaggio di un prodotto; nda).

Il ruolo di DVArea

CMB, general contractor dell’intervento, ha affidato a DVA, società del gruppo DVArea di Brescia con uffici a Milano e Roma, la progettazione esecutiva di variante e la progettazione costruttiva, a DVMep la progettazione impiantistica esecutiva e a DVS la progettazione strutturale esecutiva.

DVArea ha coperto un ruolo importante nella gestione dell’iniziativa in chiave Bim trasversalmente alle discipline, nell’ingegnerizzazione del progetto e di supporto nel coordinamento tra gli interlocutori (compresi i fornitori in fase costruttiva), incluse le attività necessarie per l’ottenimento del titolo di costruzione dagli enti preposti.

E quello di Progeca

All’interno del gruppo di lavoro del progetto Mind, Progeca, società di progettazione con sede a Caluso in provincia di Torino, è la responsabile dello sviluppo integrato delle progettazioni specialistiche, quali la progettazione strutturale, degli impianti elettrici, speciali, idrico sanitari e aeraulici, del progetto antincendio oltre del coordinamento dei protocolli di certificazione.

Il trait d’union che ha accomunato le scelte progettuali è stata la predisposizione all’innovazione tecnologica rivolta ai principi di sostenibilità per l’ottenimento delle certificazioni Leed, Weel, Park Smart.

I compiti di GAD

Per il controllo degli aspetti economici, per conto di Lendlease, a Mind ha lavorato GAD, Global Assistance Development, società che opera nel settore delle costruzioni. Compito della compagine milanese consiste nell’affiancare sviluppatori e progettisti nelle attività di definizione, monitoraggio e controllo dei budget, contribuendo alla governance economica e tecnica delle operazioni.

GAD ha ricoperto un ruolo cruciale nella gestione tecnico-economica e nella supervisione operativa dell’edificio 3.1, attraverso il rispetto degli standard qualitativi, delle tempistiche contrattuali e del coordinamento interdisciplinare tra gli stakeholder coinvolti.

E quelli di QSC

QSC (Quality Survey Controls) è una società accreditata come organismo di controllo indipendente. La compagine milanese è stata coinvolta sin dalle prime fasi della progettazione come consulente per gli aspetti legati alla sostenibilità dell’intervento. Oltre ad assicurare il rispetto dei requisiti di sostenibilità della società LendLease, QSC ha accompagnato il gruppo di progettazione per l’integrazione delle strategie necessarie ad ottenere le certificazioni ambientali internazionali: Leed (livello platinum), Well (livello gold), Parksmart (livello silver).

Diverse le strategie riguardo la modellazione termodinamica dell’edificio, che ha permesso di valutarne il comportamento con scenari climatici futuri garantendone la resilienza, l’ottimizzazione della risorsa idrica con la presenza di vasche di raccolta dell’acqua piovana per l’irrigazione delle fioriere poste in facciata e le cassette dei wc, i sistemi di filtraggio per garantire la qualità dell’aria del blocco uffici, la predisposizione per le ricariche dei veicoli elettrici dell’intero parcheggio, l’integrazione dell’edificio con il masterplan e l’accesso ai futuri mezzi di trasporto sostenibili dell’intera area (biciclette, metropolitana), la valutazione dei materiali sotto l’aspetto dell’impronta di CO2 e di disassemblabilità in linea con i principi dell’economia circolare al centro della progettazione e, infine, l’ottimizzazione dello spazio in copertura per la massimizzazione dell’impianto fotovoltaico.

L’Energy Center

E.ON, società europea con base in Germania che opera a livello internazionale nel settore delle rinnovabili, oltre ad avere una sede operativa in Mind, è responsabile del sistema energetico del Milano Innovation District,

E.ON ha progettato e gestirà ectogrid, il sistema energetico a basse emissioni che fornirà al distretto 41 MW di raffrescamento e circa 30 MW di riscaldamento, utilizzando energia proveniente esclusivamente da fonti rinnovabili.

L’adozione di un approccio integrato, in base al quale l’energia in eccesso derivante sia dal riscaldamento che dal raffrescamento, anziché essere dispersa è condivisa tra gli edifici, permette di diminuire drasticamente i consumi energetici e abbattere le emissioni CO₂.

È questo il concetto alla base di ectogrid, il sistema energetico integrato ingegnerizzato da E.ON, che connette i flussi di energia termica di un’area urbana, distribuendo calore e/o freddo residuo all’interno del sistema in funzione delle necessità, minimizzando sprechi e consumi.

La realizzazione del sistema segue una logica collaborativa tra le parti coinvolte: CMB si occupa della realizzazione delle opere civili, mentre E.ON, in partnership con Lendlease, entra in azione con l’installazione degli impianti, garantendo una gestione integrata dell’infrastruttura energetica, adeguandola in tempo reale alle esigenze in evoluzione del sito e dei suoi utilizzatori.

Come funziona ectogrid

ectogrid è una soluzione per produrre riscaldamento e raffrescamento riducendo fino al 75% la richiesta di energia primaria. Il sistema si basa sulla condivisione dell’energia tramite una rete chiusa a bassa temperatura, nella quale gli edifici regolano autonomamente la propria temperatura in base alle esigenze specifiche e immettono in rete il riscaldamento o il raffrescamento in eccesso, rendendola disponibile ad altri utenti. In questo modo si crea un processo di condivisione, bilanciamento e stoccaggio dell’energia, che consente di sfruttare al massimo i flussi disponibili prima di ricorrere a nuova energia. Ciò comporta una significativa riduzione dei consumi, dei costi e dell’impatto ambientale.

ectogrid può fornire contemporaneamente sia riscaldamento che raffrescamento: ogni edificio utilizza pompe di calore e macchine per il raffreddamento collegati al sistema da due condotti, uno con flusso caldo, l’altro con flusso freddo, con temperature che variano nel corso dell’anno e con la possibilità di pompare in diverse direzioni.

L’intero processo è gestito da ectocloud, il sistema di controllo intelligente che, grazie all’intelligenza artificiale e alla tecnologia IoT, ottimizza le prestazioni complessive del sistema. La piattaforma digitale è infatti in grado di ridurre i picchi di consumo energetico, di ottimizzare l’uso di energia elettrica rinnovabile autoprodotta, assegnare priorità alle fonti energetiche e regolare la temperatura dell’acqua nella rete per migliorare i valori del coefficiente di prestazione delle pompe di calore e macchine di raffreddamento. Il sistema utilizza inoltre dati meteo, prezzi dell’energia locale e flessibilità per effettuare previsioni preventive sui consumi.

A Mind è prevista la costruzione di un secondo Energy Center nella zona opposta a quella di MoLo, questo per garantire efficienza e copertura ottimale su tutta l’area. Lo sviluppo seguirà una logica incrementale: man mano che saranno realizzati i nuovi edifici verranno installate apparecchiature aggiuntive per gestire i maggiori fabbisogni energetici.

ectogrid è stato installato con successo anche nel progetto di riqualificazione di Silvertown a Londra, nel cuore dei Royal Docks, e nel nuovo quartiere urbano di Utrecht nei Paesi Bassi.

Scheda progetto Mobility and Logistic hub (MoLo)

  • Località: Mind, West Gate
  • Committente: LendLease Italy
  • Team di progetto (fasi preliminare e definitiva): Andrea Nonni, MAD, Open Project, Progeca
  • General contractor (coordinatore progetto esecutivo e costruttivo): CMB
  • Team di progetto esecutivo: Andrea Nonni, MAD, Open Project, DVS, Studio Ceccoli
  • Project leader e project manager: Andrea Nonni
  • Progettazione architettonica: MAD Architects
  • Executive architecture (coordinamento, facciate e sostenibilità definitivo ed esecutivo): Open Project
  • Progettazione definitiva strutture e impianti: Progeca
  • Consulenti esterni: QSC (sostenibilità e certificazioni), AFC-Antonio Corbo (antincendio), GAD (cost control), Anna Letizia Monti (agronoma)
  • Progettazione strutture e impianti fase esecutiva: DVS, Studio Ceccoli, DVMEP
  • Progetto variante esecutiva: DVA
  • Team di progetto variante esecutiva: Andrea Nonni, MAD, DVEMP, Studio Ceccoli
  • Progetto costruttivo: DVA, Studio Ceccoli, L2 progetti, Coiver Cladding, Elettrika Sala, RC Impianti, DVMEP
  • Strutture prefabbricate: Moretti
  • Superficie lotto: 68.800 mq
  • Superficie lorda: 58.000 mq
  • Piani: 7 fuori terra (più un piano interrato)
  • Dimensioni: 28,5 m (altezza), 170 m (lunghezza), 50 m (larghezza)
  • Funzioni: parcheggio multipiano, retail, uffici, energy center
  • Posti auto: 1.792 (su 6 piani fuori terra e uno interrato); 807 pubblici
  • Inizio progettazione e fine lavori: 2020 – 2026
  • Investimento: 90 milioni di euro

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