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Il convegno promosso da Scienza e Beni Culturali intende riprendere, a 15 anni dal 1996 in cui si tenne l’incontro dedicato a “Dal sito archeologico all’archeologia del costruito”, i temi relativi alle varie problematiche delle aree archeologiche, alla luce delle nuove e più ampie esigenze anche in funzione degli intendimenti espressi dal Codice dei Beni Culturali. La conservazione e la protezione del patrimonio archeologico operano infatti nel contesto-paesaggio, da rispettare con una conciliazione riscontrata degli interessi di entrambi. In particolare i nodi focali che si vogliono affrontare sono dettati dalla necessità da un lato di attivare percorsi conservativi che tengano conto delle innovazioni (tanto tecnologiche quanto di metodo) e, dall’altro, di indagare sulle relazioni che inevitabilmente si instaurano fra gli aspetti conservativi e quelli legati alla valorizzazione, nonché al contrasto che talvolta ne deriva. La complessità ed articolazione dei siti archeologici richiedono una attenzione nella progettazione degli interventi che, travalicando gli aspetti concernenti le diversità di materiali, epoche, tecnologie presenti ed interventi pregressi, tenga sempre più conto di fattori propri alla gestione e fruizione come l’impatto antropico, la vulnerabilità e la sostenibilità. In tal senso lo studio dello stato di conservazione ma soprattutto dei possibili processi di degrado fin dalla fase post-scavo e più in generale in quella della fruizione successiva, sono passaggi obbligati per pensare e progettare il futuro dei siti archeologici. A titolo puramente esemplificativo, nell’ambito della prevenzione, basti pensare ai sistemi e presidi per la protezione delle aree esposte: sarà solo la realizzazione di strutture di copertura -più o meno innovative- l’unica soluzione? Ed ancora quali sono i rapporti anche in termini di compatibilità fra strutture antiche, interventi pregressi e materiali e tecnologie nuove? E’ evidente infatti che solo una adeguata progettazione a tutto campo, che consideri in maniera pluridisciplinare le varie tematiche e necessità, possa costituire l’imprescindibile primo anello di un sistema integrato di valorizzazione. Progettazione che, nel settore delle aree archeologiche più che in altri manufatti, dovrà prendere in considerazione attività successive tese alla manutenzione dei singoli manufatti e dei siti nel loro insieme in un ottica di sostenibilità anche economica del binomio conservazione fruizione. Sottolineando che si intende non porre alcun vincolo di ordine temporale, arrivando perciò fino alla archeologia industriale, si ritiene che le tematiche di maggiore interesse potrebbero essere: • Riflessioni teoriche sulle relazioni fra conservazione, fruizione e valorizzazione • Studi ed indagini sul degrado dei materiali originari • Comportamento di materiali, prodotti e tecniche utilizzate nei precedenti restauri • Fruizione ed azioni antropiche • Interazione con l’ambiente e cambiamenti climatici • Situazioni particolari: ambienti ipogei, archeologia subacquea, ecc.. • Approcci innovativi (materiali, tecniche di indagine, tecnologie) • Compatibilità delle metodologie e dei materiali (vecchi / nuovi) • Operatività ed interventi • Rapporto tra nuovi scavi e tutela del già scavato • Verifiche e controlli sugli interventi • Sviluppo di indicatori specifici per valutare le cinetiche di degrado • Progetti di prevenzione e piani di manutenzione 29° convegno internazionale CONSERVAZIONE E VALORIZZAZIONE DEI SITI ARCHEOLOGICI Apporti scientifici e problemi di metodo dal 9 al 12 luglio 2013 a BRESSANONE presso la sede estiva dell’Università di Padova www.scienzaebeniculturali.it Conservazione e valorizzazione dei siti archeologici 2 Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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