Progetto borderless per la piazza Transalpina/trg Evrope

L’esperienza transfrontaliera di GO! 2025 che vede le città di Nova Gorica (Slovenia) e Gorizia (Italia) unite nel progetto di Capitale europea della cultura 2025 è l’occasione per consolidare un percorso di incontro reciproco fra la cultura, l’arte e la memoria storica di due popoli e due Stati di confine. La cornice è quella di un paesaggio e un territorio, segnato dalla presenza del fiume Isonzo (Soča in lingua slovena), che presenta marcate caratteristiche comuni. E che può trovare in un approccio condiviso nuove opportunità di crescita e sviluppo dal punto di vista turistico, culturale, economico, formativo e infrastrutturale

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Riqualificazione piazza Transalpina tra Italia e Slovenia
Credit img Studio Potokar_RTI Potokar-D:RH – foto di Virginia Vrecl

È partito da queste premesse il progetto di riqualificazione della storica piazza Transalpina/trg Evrope, a cavallo fra Italia e Slovenia. Un luogo altamente simbolico: da qui passava fisicamente il confine che divideva le due città, sotto l’aspetto di una rete metallica. Cuore monumentale che ritrova la propria centralità nel contesto di un più ampio intervento che ha ridisegnato anche la stazione ferroviaria, il verde urbano in prossimità del confine di Stato e la rete della mobilità lenta basata in primis sulle piste ciclabili. A coordinare gli aspetti infrastrutturali dell’operazione è stato il Gect GO, il Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale fondato nel 2011 dai Comuni di Nova Gorica, Gorizia e Šempeter-Vrtojba per affrontare sfide comuni che possano rendere più competitivo e attrattivo il territorio transfrontaliero. Grazie alla competenza condivisa sul territorio delle tre città, il Gect ha potuto condurre in porto il progetto con un approccio operativo di stretta collaborazione.

Cultura condivisa

Il percorso parte nel 2019 quando Nova Gorica ha presentato con Gorizia la candidatura a Capitale europea della cultura 2025 e un programma congiunto; la designazione, il 18 dicembre 2020, riguarda per la prima volta due città di due Stati diversi (Slovenia e Italia), che hanno condiviso alcune fra le fasi più drammatiche del cosiddetto “secolo breve” trovando la forza di superare le frontiere e costruire un nuovo futuro.

Riqualificazione piazza Transalpina tra Italia e Slovenia
Credit img Studio Potokar_RTI Potokar-D:RH – foto di Virginia Vrecl

Gorizia, menzionata per la prima volta in antiche fonti datate 1001, con una Contea propria che nel Medioevo arrivava fino al Tirolo e un’importante sviluppo nell’età dell’Impero asburgico; Nova Gorica, “città di fondazione” del secondo dopoguerra, nata sulla base di un progetto modernista concepito dall’architetto Edvard Ravnikar, allievo di Le Corbusier, quando nel 1947 Gorizia viene divisa in due fra Italia e Jugoslavia. Il confine sarà segnato per decenni dalla memoria dei fatti drammatici della grande guerra, del secondo conflitto mondiale e della guerra fredda, fino alla rimozione del confine nel 2004 con l’ingresso della Slovenia nell’Unione europea e all’adesione agli accordi di Schengen nel 2007.

Cerniera urbana

La posizione baricentrica della piazza ne rafforza il ruolo di cerniera urbana fra due realtà distinte guardando a uno sviluppo sempre più integrato, per la realizzazione di un sistema urbano unitario in relazione con la trasformazione urbana e infrastrutturale dell’area della stazione e della rete del verde urbano lungo il confine.

Riqualificazione piazza Transalpina tra Italia e Slovenia
Credit img Studio Potokar_RTI Potokar-D:RH – foto di Virginia Vrecl

Secondo questo approccio, è stata promossa contestualmente anche la riqualificazione dello storico Tridente progettato dall’architetto di scuola wagneriana Max Fabiani, costituito dalle vie Caprin, Foscolo e Luzzato, che confluisce verso la piazza. Per la stazione ferroviaria Transalpina, aperta nel 1906 lungo la ferrovia Jesenice-Trieste, il futuro passa dalla rigenerazione e ridisegno degli spazi e dell’infrastruttura, con la riduzione del numero dei binari e la creazione di un sottopasso ciclopedonale che, in pochi minuti di attraversamento, contribuisce a unire in modo ancora più stretto Gorizia e Nova Gorica.

Architetti italiani e sloveni

Il primo step del processo è stata la costruzione di un team di progettazione e realizzazione che ha raccolto studi professionali e imprese di Italia e Slovenia. Ne hanno fatto parte gli studi Ravnikar Potokar arhitekturni di Lubiana (capogruppo) – responsabile del progetto arch. Matej Fornazarič, insieme con D:RH Studio Dinale – Rigonat Hugues architetti e associati e SA architetti associati di Venezia. Agli impianti hanno lavorato Sertec Engineering di Loranzè (TO), con le società slovene Detajl Infrastruktura di Vipava, Pinss di Nova Gorica, Erdado e Lozej di Ajdovščina.
La Direzione dei lavori è stata svolta da Ing. Valter Figar, Ediinzeniring D.o.o, con sede a Nova Gorica, per la Parte Slovena. 

 “Il gruppo di lavoro è stato molto articolato e anche grazie a questo l’esperienza è riuscita”, non nasconde la soddisfazione Paola Rigonat Hugues dello Studio D:RH architetti e associati. Architetta, origine goriziana, capo progetto e direttore lavori per la componente italiana. Le imprese esecutrici italiane e slovene, capogruppo l’italiana IC Coop, hanno coordinato il proprio lavoro in adeguamento alle normative europee; compreso il principio DNSH (Don’t Significant Harm) che prevede il rispetto dei criteri ambientali minimi in materia di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, uso sostenibile e protezione delle acque, economia circolare, prevenzione e riduzione dell’inquinamento, protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi. “L’intero progetto si è allineato al livello più alto della richiesta di qualità, come il riciclo dei materiali, il non utilizzo delle plastiche e il bilancio idrico di cantiere, tutti adempimenti che sono richiesti a livello europeo e sono stati applicati da entrambi gli Stati anche non previsto per legge. E tutta l’esperienza progettuale e di direzione lavori ha portato sostanzialmente a una conferma della unicità delle tradizioni e della cultura di questo territorio, a prescindere dal confine che ci passava sopra”.

Conservare la monumentalità

La riprogettazione dello spazio urbano della piazza si basa sulla conservazione del suo ruolo monumentale e di luogo della memoria, in integrazione con il ridisegno del verde pubblico, della viabilità locale, degli arredi urbani e degli elementi commemorativi che si sono stratificati nel corso degli anni. La nuova pavimentazione unificata dell’intera area, sia dal lato sloveno che italiano, con la preservazione del mosaico esistente al centro della piazza in linea con l’edificio della stazione, crea l’unitarietà visiva dello spazio insieme con il rinnovo delle aree a verde.

Riqualificazione piazza Transalpina tra Italia e Slovenia
Credit img Studio Potokar_RTI Potokar-D:RH – foto di Virginia Vrecl

I materiali scelti sono il calcestruzzo drenante e il Repen, pietra calcarea carsica che “nasce proprio sul confine, con un monte che a poche centinaia di metri ha una cava su un versante in Italia e sull’altro in Slovenia”. Sfruttando le caratteristiche cromatiche e di superficie della pietra, la posa evidenzia la trasversalità dello spazio rispetto alla linea di confine con la posa delle lastre in fasce bocciardate da 35×71 centimetri a diversa finitura, richiamando l’immagine simbolica di mani che si stringono.

Gli arredi sono stati disegnati su misura per la piazza e seguono le dimensioni delle lastre della pavimentazione. All’interno di questa dimensione ricadono le sedute, la fontanella dell’acqua, i portabiciclette, i cestini dell’immondizia.

Sono “anche le due fontane disposte trasversalmente rispetto alla linea di confine e con il centro dell’impianto che ricade esattamente sul confine, a segnare la volontà forte delle due città nell’aspirazione di poter poi gestire tutto in maniera congiunta”. L’esigenza di confrontarsi attivamente con due normative diverse per i lavori pubblici ha inciso su alcune scelte tecniche di progetto. Le limitazioni molto più forti sugli scavi in Slovenia hanno portato a concentrare sul lato italiano il vano tecnico della fontana; una difficoltà trasformata in risorsa per il futuro visto che “ha implicato di prendere la decisione di non sdoppiare più le cose ma di unificarle e trovare il modo di gestirle congiuntamente. Anche questo sicuramente è un risultato”.

La dotazione di verde urbano è stata arricchita dalla posa di trenta nuove alberature, oltre alla conservazione di quelle preesistenti.

Memoria del confine

Fra Gorizia e Nova Gorica i valichi non sono più percepiti come i confini di una volta, non servono più documenti o permessi. Ma la sensibilità del passaggio fra due spazi diversi resta, e diventa un altro valore esperienziale da preservare.

Riqualificazione piazza Transalpina tra Italia e Slovenia
Credit img Studio Potokar_RTI Potokar-D:RH – foto di Virginia Vrecl

A conservare la memoria del confine resta il muro, alto appena 40 centimetri, dove correva la rete metallica che divideva le due città ai tempi della guerra fredda. La sua rimozione, nel 2004, è stata celebrata con una grande festa condivisa in piazza Transalpina/trg Evrope. Il muro è una testimonianza storica da non toccare, ma da percepire all’interno del nuovo assetto di arredo urbano; per ricucire la memoria storica condivisa in un nuovo disegno dello spazio una parte della rete di divisione del confine sarà ripristinata all’interno del parco urbano transfrontaliero.

Sulla piazza, le nuove sedute disposte lungo il vecchio tracciato divisorio rievocano la presenza/assenza della linea di divisione in un gioco fra la massa e la luce grazie a punti di illuminazione a incasso.

Al centro della pavimentazione della piazza, anche il mosaico continua a ricordare i numeri del cippo di confine – 57/15 – e le date che hanno segnato la divisione del territorio dal 1957 al 2004, ma proponendone l’integrazione con la vita urbana “non più su una pedana rialzata ma raccordando tutte le quote della piazza alla circonferenza del mosaico, per ottenere uno spazio il più possibile unitario e integrare questo ulteriore passaggio storico dentro una nuova fase”.

Strategie di resilienza

La piazza Transalpina/trg Evrope (ri)nasce come cuore transfrontaliero mettendo in campo soluzioni e materiali che favoriscono la resilienza nei confronti del cambiamento climatico, grazie alla proporzione fra il verde e le superfici pavimentate a pietra con rivestimenti attenti alla permeabilità dei suoli. Tutte le superfici in asfalto sono state convertite in pietra, materiale naturale e di lunga durata, oppure in calcestruzzo drenante.

Riqualificazione piazza Transalpina tra Italia e Slovenia
Credit img Studio Potokar_RTI Potokar-D:RH foto di Virginia Vrecl

“Questi interventi, all’interno di uno spazio monumentale aperto ed esposto a sole e intemperie, creeranno condizioni di maggiore comfort ambientale nella piazza”. Per il contenimento delle alte temperature e attenuare l’effetto delle isole calore il progetto ha potenziato la presenza del patrimonio arboreo con trenta nuovi alberi e l’incremento della presenza di verde tappezzante e arbusti bassi nelle aree a giardino.

Le aiuole a verde esistenti sono state ampliate e ne sono state aggiunte di nuove, salvaguardando le alberature già esistenti. Le acque piovane sono il terzo elemento su cui la riqualificazione della piazza ha lavorato per migliorare la sicurezza, con la creazione di vasche di drenaggio profonde circa 3 metri con granulometrie del materiale di riempimento dalla capacità di assorbenza migliore rispetto a un terreno normale, per drenare l’acqua piovana convogliandola a collettori connessi alla rete idrica principale.

Una “green belt” transfrontaliera

Il verde è l’altro elemento chiave per l’intervento sul territorio. La riqualificazione della green belt transfrontaliera comprende la ristrutturazione e il riutilizzo delle strutture esistenti della ferrovia slovena e la riqualificazione del paesaggio urbano di confine. La zona verde è destinata a ospitare spazi e attrezzature per lo sport e il tempo libero, la cultura e le arti.

Riqualificazione piazza Transalpina tra Italia e Slovenia
Credit img Studio Potokar_RTI Potokar-D:RH – foto di Virginia Vrecl

Fra le nuove funzioni è il centro Epic, il progetto transfrontaliero che promuove l’interpretazione, lo studio e il dialogo sulla storia del XX secolo, insediato nell’ex magazzino delle Ferrovie slovene in via Kolodvorska a Nova Gorica. Il confine è permeabile e reso sempre più accessibile attraverso reti di mobilità lenta. L’approccio caratterizza i 14 chilometri di piste ciclabili transfrontaliere realizzate dal Gect nella valle dell’Isonzo, che si muovono da una parte all’altra del confine in una connessione continua di percorsi fra Italia e Slovenia.

A Salcano (Solkan in sloveno), la nuova passerella realizzata sul fiume ha cambiato il modo di usare lo spazio che, da luogo della memoria storica della prima guerra mondiale, è ora un luogo turistico aperto ai turisti e agli sportivi per la pratica del rafting. In città, il sottopasso ciclabile della stazione ferroviaria Transalpina è stato occasione per creare una ricucitura del territorio con un impatto molto forte dal punto di vista percettivo e funzionale.

Avanti con la sinergia

Allargare lo sguardo oltre il confine che separa due città e due Stati, guardando al Goriziano come area estesa, borderless e integrata, è la sfida per i prossimi anni; per valorizzare il patrimonio di esperienza raccolto grazie, anche, a Go! 2025.

Riqualificazione piazza Transalpina tra Italia e Slovenia
Credit img Studio Potokar_RTI Potokar-D:RH – foto di Virginia Vrecl

Quello compiuto con piazza Transalpina/trg Evrope “è il primo passo, sarebbe sbagliato non pianificare le due città insieme d’ora in poi. Dal punto di vista delle strategie di sviluppo finora le logiche sono state completamente separate, ma a tutti gli effetti la città ha ormai una continuità morfologica e fisica molto forte e ulteriormente rafforzata dai due interventi sulla stazione ferroviaria e sulla piazza”. Pensare in maniera condivisa permette di rendere disponibili a un’utenza più vasta spazi ed edifici monumentali, infrastrutture e servizi collettivi, dallo sport alla mobilità dolce. “La possibile sinergia nella valorizzazione dei punti forti delle due città potrebbe essere ancora migliore”.

Obiettivo coesione sociale, economica e territoriale

L’esperienza di Gorizia e Nova Gorica capitale europea transfrontaliera della cultura ha portato un nuovo tassello per la promozione di una modalità attiva di condivisione delle politiche attraverso il confine. Lo strumento amministrativo che ha reso possibile tradurre il dialogo fra le due città in un processo operativo integrato di governance è il Gect.

Riqualificazione piazza Transalpina tra Italia e Slovenia
Credit img Studio Potokar_RTI Potokar-D:RH – foto di Virginia Vrecl

I Gect (Gruppi europei di cooperazione internazionale), attualmente circa un’ottantina, trovano base giuridica nel Regolamento (CE) n. 1082/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, modificato dal Regolamento (UE) n. 1302/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, e nascono per favorire la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale tra gli Stati membri o le loro autorità regionali e locali. La vocazione è attuare progetti comuni, condividere conoscenze e migliorare il coordinamento della pianificazione territoriale, in una visione più ampia di coesione sociale ed economica a scala Ue.

All’interno dell’attività più vasta dei Gect in Europa, il Gect GO – fondato nel 2011 dai Comuni di Gorizia, Nova Gorica e Šempeter-Vrtojba – opera sull’area transfrontaliera storicamente sensibile collocata all’estremo Est dell’Italia (nella regione del Friuli-Venezia Giulia) e all’estremo Ovest della Slovenia (Goriška), caratterizzata dalla presenza del fiume Isonzo e posizionata fra le colline del Collio e i rilievi del Carso. 

Semplificare e accelerare

Il Gect GO ha il potere di agire sia in Italia che in Slovenia per realizzare progetti comuni, può investire sul territorio unico delle tre città senza vincoli di confini nazionali e amministrativi e decidere se utilizzare la normativa slovena oppure quella italiana nel diritto applicabile sugli appalti.  Abbattere il confine e accogliere in un disegno strategico e pianificatorio comune le diverse comunità e realtà amministrative vuol dire migliorare la vivibilità su ampia scala per le popolazioni e aumentare la competitività dei territori, colmando gli svantaggi e le criticità portate dalle divisioni amministrative nazionali. Allora, anche e soprattutto un evento della portata di Go! 2025 gioca un ruolo essenziale per mettere alla prova un approccio strategico innovativo.

Riqualificazione piazza Transalpina tra Italia e Slovenia
Credit img Studio Potokar_RTI Potokar-D:RH – foto di Virginia Vrecl

Su queste premesse, la sfida per Nova Gorica/Gorizia capitale transfrontaliera della cultura europea ha trovato nel Gect una via preferenziale per la programmazione e l’attuazione degli interventi previsti a cavallo del confine storico fra le due città e Stati.

Come spiega Matej Klanjscek, ingegnere, rup nell’ambito del progetto, “Il Gect GO è un soggetto con i piedi da entrambe le parti e cerca di tirare le fila dei diversi soggetti coinvolti portando avanti cause comuni”. Comprese le questioni di ordinaria amministrazione (che spicciole non sono), come i costi per l’acqua delle fontane, l’illuminazione pubblica e lo smaltimento dei rifiuti di tutta la piazza Transalpina/trg Evrope. Klanjscek ha gestito tutto lo svolgimento amministrativo e burocratico del progetto per la riqualificazione di piazza Transalpina/trg Evrope: investimenti e spese, approvazione del progetto, conferenze dei servizi per l’ottenimento di permessi e nullaosta. Da entrambe le parti. In un tempo contenuto di 45 giorni, grazie a una volontà condivisa “sono stati ottenuti i permessi e si è passati al progetto esecutivo immediatamente recepito e approvato dal Gect e dai due comuni di Gorizia e Nova Gorica, per poter iniziare i lavori. Abbiamo deciso di seguire la normativa italiana, pur rispettando le peculiarità della normativa slovena in tema di appalti pubblici, sempre nel contesto della normativa europea”.

Lavoro di mediazione

Le ricadute, economiche ma non solo, sul territorio aprono lo scenario a una esperienza più ampia di collaborazione nel Goriziano. “Il bando aperto a livello europeo, al quale tutti potevano partecipare, è stato vinto da un’impresa italiana che dista 30 km da Gorizia e che quindi ‘capisce’ il confine”.

Riqualificazione piazza Transalpina tra Italia e Slovenia
Credit img Studio Potokar_RTI Potokar-D:RH – foto di Virginia Vrecl

A sua volta “questa impresa ha attivato dei subappalti con imprese slovene per quanto riguarda la parte di territorio in Slovenia. Lavorare su due Stati diversi ha implicato, per l’impresa, dotarsi di due partite Iva distinte con contabilità e rendicontazione separate”. Ma il punto forte è che “c’è stata una collaborazione fra più imprese italiane e slovene che hanno lavorato bene senza il problema della lingua e con un avvicinamento delle amministrazioni comunali che, dai sindaci, si è esteso ai tecnici e funzionari che probabilmente non si erano mai parlati prima o poche volte”. Gestire un progetto complesso ha voluto dire mediare fra posizioni diverse a favore di un interesse comune. “Ci sono state molte occasioni in cui le riunioni hanno spinto a sviscerare e a risolvere problematiche e situazioni di conflitto con tutti gli enti coinvolti”.

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