Progettare con il bambù: alla scoperta dell’acciaio vegetale

Elegante, dallo stile inconfondibile, perfetto per dare un tocco originale alla casa: parliamo del bambù, materiale resistente ed ecosostenibile, dotato di grande resistenza e al tempo stesso leggero, è da tempo entrato a pieno titolo tra i materiali più apprezzati in architettura.

a cura di Fabiana Valentini

Bamboo Sports Hall per la Panyaden International School di Chiangmai Life Architects and Construction
Bamboo Sports Hall per la Panyaden International School di Chiangmai Life Architects and Construction – Img by Chiangmai Life Construction

Indice degli argomenti:

Il bambù, grazie alla sua resistenza e flessibilità è un ottimo materiale per realizzare pavimenti, ma anche pareti, arredamento fino a essere il protagonista assoluto in costruzioni avveniristiche come il Nine Bridges Country Club ad opera del famoso architetto giapponese Shigeru Ban.

La sua bellezza, economicità e versatilità offrono infinite possibilità di progettazione: nel corso di questo focus scopriremo le caratteristiche di questo materiale ecologico.

Le caratteristiche del bambù

Il bambù ha guadagnato il soprannome di “acciaio vegetale”: è forte e resistente, pur essendo leggero e flessibile. La sua grande robustezza lo rende particolarmente adatto a essere utilizzato sia come elemento strutturale che per la costruzione di edifici. In architettura troviamo il suo impiego come elemento di sostegno: il bambù è un’ottima e raffinata soluzione per realizzare colonne, travi, oppure pannelli. Viene spesso utilizzato per realizzare splendide pavimentazioni per interni, in grado di unire funzionalità e bellezza: i pavimenti in bambù sono duraturi ed estremamene resistenti ai graffi.

Il tetto della YDF School Building è in bambù.
Il tetto della YDF School Building è in bambù. Img by Chiangmai Life Construction

A livello strutturale il bambù è caratterizzato da grande durezza, con il pregio di essere molto flessibile: non a caso le abitazioni antisismiche nelle Hawaii sono realizzate con questo materiale.

È resistente al fuoco: differentemente dal legno, la sua combustione avviene a temperature molto elevate.

L’inconfondibile bellezza di questo materiale lo rende perfetto per arredare e scaldare l’ambiente in cui viene inserito: il bambù è molto ricercato non solo per la sua eleganza, ma anche per la sua sostenibilità.

A differenza di un albero, il bambù dopo essere tagliato impiega 3-5 anni per ricrescere, rigenerandosi spontaneamente: la sua rinnovabilità lo rende una vera e propria risorsa ecosostenibile nel campo edilizio.

Sono molte le caratteristiche che depongono a favore di questo materiale, ma non dimentichiamo di citare alcuni aspetti negativi.

E’ difficile da utilizzare nella falegnameria tradizionale, in quanto mantiene invariate le sue caratteristiche se utilizzato integralmente. Inoltre un altro problema è legato ai costi di trasporto elevati e la conseguente ricaduta negativa sull’ecosostenibilità del materiale. Non esistendo colture intensive il prodotto deve arrivare direttamente dalla Cina o dall’India con alti costi di gestione del processo di trasporto.

Gli usi e le strutture in bambù

Un materiale, infiniti usi. Viene impiegato nella bioedilizia sostenibile per realizzare edifici molto economici ma energicamente efficienti. È proprio in questo settore che il bambù esprime tutte le sue potenzialità: l’America Latina e l’Asia utilizzano da tempi antichi questo materiale per realizzare abitazioni resistenti e affascinanti.

Sono tantissimi gli esempi citabili: in Costa Rica sono stati realizzati interi quartieri in bambù, mentre architetti del calibro di Velez hanno realizzato opere maestose come il padiglione di Hannover per l’Expo.

Pannelli, pavimenti, tetti: la durezza e flessibilità del bambù consentono di sfruttare il materiale a tutto tondo per gli impieghi edili. La sua economicità ha fatto sì che venisse prediletto come materiale per la realizzazione di alloggi a basso costo da utilizzare in zone di emergenza.

I pavimenti in bambù sono eleganti, non temono le macchie, i graffi e sono durevoli nel tempo.
I pavimenti in bambù sono eleganti, non temono le macchie, i graffi e sono durevoli nel tempo.

In particolare il bambù pressato viene utilizzato per realizzare pavimenti di gran bellezza, resistente ai graffi e durevole nel tempo. Utilizzare questo materiale per realizzare la pavimentazione significa scegliere un prodotto con ottime proprietà meccaniche, resistente alle macchie e infine meno costoso rispetto al legno massello.

Architettura in bambù: i progetti più belli da scoprire

L’utilizzo del bambù nelle costruzioni ha radici profonde nella storia asiatica, un territorio in cui “l’acciaio vegetale” cresce in maniera spontanea e ampiamente diffusa. Un tempo l’utilizzo del bambù in architettura era associato ad umili costruzioni in ambienti rurali, non a caso uno dei tanti soprannomi associati a questa pianta resiliente è proprio quello di “legno dei poveri”.

La ricerca e lo studio continuo di soluzioni alternative per l’edilizia sostenibile e la crescente attenzione in materia di bioarchitettura hanno fatto sì che il bambù potesse ricoprire di nuovo un posto importante tra i materiali da costruzione. Negli ultimi tempi questa pianta sempreverde è diventata il simbolo di una nuova architettura, più green ed ecologica. Maestri del calibro di Shigeru Ban, Kengo Kuma, Simon Velez, Frei Otto sono solo alcuni dei nomi di archistar affascinate dalla forza e leggerezza del bambù.

Abbiamo raccolto alcuni dei progetti di strutture in bambù più interessanti e sorprendenti. Scopriamo come gli architetti si sono cimentati nell’uso dell’acciaio vegetale per sperimentare forme inedite, innovative ed eleganti.

The Arc – Ibuku (Bali)

Una scuola green in uno dei paradisi terrestri più belli che ci sia: la Green School nasce dall’idea di John e Cynthia Hardy ed è un istituto scolastico con un approccio fortemente ambientalista. Qui i bambini imparano e accrescono il loro bagaglio di competenze immersi in un contesto naturalistico che stimola i sensi e la loro naturale curiosità. Obiettivo della “scuola verde” di educare i ragazzi alla sostenibilità mediante dei percorsi di apprendimento sul campo.

The Arc by Ibuku, scuola in bamboo realizzata a Bali
The Arc by Ibuku, scuola in bamboo realizzata a Bali. Img by Archdaily

Per la realizzazione del campus sono stati utilizzati materiali locali che hanno consentito la perfetta integrazione degli edifici nel contesto paesaggistico. Uno tra tutti è proprio l’acciaio vegetale: il bambù è l’elemento chiave alla base della progettazione architettonica del villaggio sostenibile balinese.

Nel momento in cui la dirigenza ha deciso di ampliare il campus con una nuova palestra si è rivolta allo studio Ibuku, già mente creativa di altri edifici presenti nel villaggio “green”. La scelta del materiale di costruzione è ricaduta (ovviamente) sul bambù: grazie alla sua naturale flessibilità ha consentito agli architetti di realizzare una copertura composta da una serie di archi intersecanti alti 14 metri e lunghi 19 metri tenuti, il tutto interconnesso da gridshell anticlastici perfettamente in tensione.

L’opera realizzata dagli architetti balinesi di Ibuku prende il nome di The Arc e si configura come una complesso lavoro ingegneristico: la realizzazione di questa copertura in bambù ha richiesto mesi di lavoro, ricerca e messa a punto di ogni dettaglio.

L’Arco colpisce immediatamente l’attenzione del visitatore per la sua forma peculiare: un ampio spazio coperto dalle forme sinuose, ma allo stesso tempo aperto e capace di donare un diffuso senso di libertà. I progettisti descrivono The Arc come “una gabbia toracica umana” dove le costole che lavorano in compressione sono mantenute salde dai muscoli flessibili e dalla pelle in tensione. Nel caso della costruzione di Ibuku, il parallelismo rimanda agli archi che lavorano in compressione e che sono tenuti saldi in posizione dai gridshell anticlastici ben tesi.

Più di una semplice “palestra”: la costruzione di Ibuku sfida il concetto tradizionale di luogo sportivo per aprirsi a diverse interpretazioni. Un ambiente poliedrico che supporta manifestazioni teatrali, concerti, eventi culturali e appuntamenti dedicati al benessere fisico e allo sport.

Great Bamboo Wall – Kengo Kuma (2002)

 Kengo Kuma riesce a fondere in maniera perfetta architettura e natura, non a caso l’archistar giapponese è una delle stelle più luminose del campo dell’architettura organica.

Nei dintorni della Grande Muraglia Cinese è stato realizzato un progetto davvero unico nel suo genere: dieci architetti asiatici sono stati incaricati di realizzare delle residenze private, creando così una comunità ecosostenibile e in completa armonia con il paesaggio.

Great Bamboo Wall casa in bamboo progettata da Kengo Kuma
Great Bamboo Wall – Img by Kengo Kuma

Kengo Kuma ha scelto di realizzare l’abitazione avvalendosi di diversi materiali sostenibili, tra cui troviamo bambù, ardesia, carta di riso e vetro. L’obiettivo dell’architetto era proprio quello di utilizzare materiali di provenienza locale nel pieno rispetto dell’ambiente.

Great (Bamboo) Wall: già dal nome comprendiamo come Kuma abbia voluto rendere omaggio uno dei simboli della Cina e trasporlo nella sua opera architettonica. L’elemento principale del progetto è il bambù, un materiale che lega il lavoro di Kengo Kuma alla tradizione costruttiva del luogo.

Great Bamboo Wall casa in bamboo progettata da Kengo Kuma
Img by Kengo Kuma

Ed è proprio l’acciaio vegetale ad essere l’assoluto protagonista della costruzione: le canne di bambù rivestono verticalmente l’abitazione permettendo allo stesso tempo alla luce e all’aria di permeare l’ambiente. E se la Grande Muraglia ha diviso i popoli, il Great Bamboo Wall riesce a mettere in connessione lo spazio indoor e outdoor. Una metafora visiva dell’importanza dell’interscambio tra culture diverse.

Padiglione Zeri per l’Expo di Hannover (2000) – Simon Velez

Quando si parla di costruzioni in bambù non si può non fare riferimento al lavoro di Simon Velez. L’architetto colombiano è famoso per il suo lavoro pionieristico con i materiali naturali, primo fra tutti il bambù. L’approccio progettuale di Velez ha permesso all’acciaio vegetale di ricoprire un ruolo primario nell’architettura, mettendo definitivamente a tacere quei pregiudizi che vedono nel bambù un materiale povero e non adatto alle architetture contemporanee.

Velez sostiene l’importanza dell’incorporazione di elementi più naturali possibili nelle costruzioni moderne. Nella sua lunga carriera (Simon Velez è attivo da oltre 35 anni), l’architetto colombiano ha realizzato oltre 200 edifici in tutto il mondo: una delle sue opere più importanti è proprio il padiglione Zeri presentato per l’Expo di Hannover nel 2000.

Padiglione Zeri in bamboo di Simon Velez
Padiglione Zeri – Img by www.civiltadicantiere.it

Il padiglione è stato realizzando mettendo in pratica i concetti di architettura sostenibile e tecniche costruttive innovative, fondendo natura, tecnologia e creatività. In occasione dell’Expo tedesca, l’architetto ha progettato un imponente padiglione in bambù di 2000 metri quadrati. Tra gli altri materiali utilizzati troviamo anche il rame, il cemento riciclato e una miscela di pannelli di terracotta. L’architettura di Simon Velez è stata testimone di un importante traguardo: per la prima volta nella storia tedesca è stato possibile edificare una costruzione in bambù.

Padiglione del Vietnam per l’Expo di Milano (2015) – Vo Trong Nghia Architects

Rimanendo in tema di padiglioni realizzati per l’Expo, anche lo studio Vo Trong Nghia Architects ha scelto di utilizzare il bambù come elemento primario della sua costruzione. Questa pianta sempreverde è molto diffusa in Vietnam ed è impiegata in modo versatile per la realizzazione di oggetti, arredi e costruzioni.

Padiglione del Vietnam per l’Expo di Milano in bambù by Vo Trong Nghia Architects
Padiglione del Vietnam per l’Expo di Milano. Img Vo Trong Nghia Architects

Lo studio di architettura ha realizzato uno spazio espositivo formato da un parallelepipedo di 28x11m e alto 7m: alla base troviamo una struttura metallica che poggia su una base di calcestruzzo armato e che presenta esternamente delle vetrate. L’aspetto caratteristico è dato dai 25 pilastri rivestiti esternamente in bambù che conferiscono leggerezza alla struttura.

La sostenibilità è un punto importante del lavoro di Vo Trong Nghia Architects: oltre ad utilizzare un materiale autoctono del Vietnam, gli architetti hanno realizzato una struttura prefabbricata che potesse essere facilmente smontata e riciclata una volta terminato l’Expo.

Padiglione “Bamboo Stalactite” alla Biennale di Venezia 2018
Padiglione “Bamboo Stalactite”. img by Vo Trong Nghia Architects

Lo studio Vo Trong Nghia ha continuato a sperimentare con il bambù: in occasione della Biennale di Architettura di Venezia del 2018, lo studio vietnamita ha realizzato il suggestivo padiglione “Bamboo Stalactite” presente nei luoghi dell’Arsenale. Gli architetti hanno realizzato uno spazio dedicato al riposo e al relax: la struttura in bambù offre ombreggiamento agli ospiti e un ambiente in cui ristorarsi mentre si scoprono le incredibili opere d’arte presenti in Biennale.


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